Lucky Luke è uno dei personaggi più famosi della tradizione fumettistica franco-belga. Creato nel 1946 sulle pagine de l’Almanacco di Spirou da Morris (pseudonimo di Maurice de Bévère), che lo disegna fino alla sua morte avvenuta nel 2001, negli anni il personaggio è stato scritto da grandi nomi del fumetto e della letteratura francese, quali René Goscinny, Daniel Pennac o il cabarettista Laurent Gerra. Nel corso del tempo “il pistolero che spara più veloce della propria ombra” ha visto il suo successo crescere sempre di più, tanto da approdare su ogni media conosciuto, dai film d’animazione (ben quattro tra il 1971 e il 2007, uno dei quali diretto da Goscinny stesso, un altro diretto da Hanna & Barbera) alle serie animate (anche queste quattro, dal 1984 al 2011, la prima prodotta sempre da Hanna & Barbera, per poi passare ai film e alle serie in carne ed ossa (il film del 1991 e la serie del 1992 sono dirette e interpretate nientemeno che da Terence Hill, mentre nel film del 2009 il personaggio è incarnato dal divo francese Jean Dujardin), senza dimenticare una quindicina di videogiochi che hanno attraversato tutte le ere videoludiche, partendo dal Commodore 64 per arrivare fino al Nintendo DS e agli smartphone Android, iOS e Microsoft.
Un fascino che nel corso degli anni non ha mai subito crisi in Francia, arrivando a tirature di 400.000 copie per Un cow-boy dans le coton, ultima avventura del nuovo artista regolare Adchè insieme a Jul (link a Flogica), e che fin da subito si è esteso in tante parti d’Europa. Se in Italia numerose case editrici hanno pubblicato le avventure del cowboy (ultima tra queste Editoriale Cosmo – Nona Arte, che ha curato anche la raccolta completa uscita nel 2013 – 2014 con La Gazzetta dello Sport) senza mai riuscire a scalzare altri miti del fumetto d’oltralpe come Asterix e Obelix o Tintin, in Germania Lucky Luke è un fenomeno tutt’ora di enorme rilievo, al pari delle creazioni di Hergè e di Goscinny e Uderzo. Non a caso uno dei più famosi attori tedeschi, Til Schweiger, ha interpretato il cowboy nel (poco riuscito) film francese Les Dalton, mentre non è raro veder campeggiare un gigantesco cartonato del personaggio a celebrare l’uscita di una nuova avventura durante il Salone del fumetto di Erlangen (e di questo ne sono stato testimone oculare) o del Festival del fumetto di Monaco, oppure vedere tutti i più importanti giornali e siti di cultura tedeschi, quali il Tagespiegel, lo Spiegel o la Deutschlandfunkkultur, festeggiare i 75 anni del pistolero.
Detto questo, non può quindi stupire che una casa editrice tedesca, la Egmont Ehepa, (detentrice dei diritti di Lucky Luke in Germania e in Scandinavia), abbia pubblicato nel 2019 e nel 2021 due volumi per omaggiare il personaggio, prime storie direttamente prodotte in lingua straniera da un editore che non sia la belga Dupuis, il francese Dargaud, la Lucky Production (fondata da Morris stesso) o l’attuale Lucky Comics. Ad avere l’onore di reinterpretare il cowboy, due artisti simili e al tempo stesso molto diversi: l’ormai affermato Mawil (autore di Kinderland, uno dei primi fumetti di cui si è scritto in questa rubrica) e la superstar Ralf König, uno dei più conosciuti autori tedeschi a livello internazionale.
In bici nel Far West: Lucky Luke monta in sella di Mawil
Per raccontare il suo Lucky Luke, Mawil usa un escamotage tipico delle storie delle storie di Morris e Goscinny, ripreso poi da Jul e Achdè, ovvero quello di prendere personaggi realmente esistiti ed eventi realmente avvenuti e integrarli in storie di avventura dalla forte vena ironica. In questo caso, l’autore sceglie Albert H. Overman e Albert Augustus Pope, pionieri della produzione industriale della bicicletta, che contribuì al cosiddetto bycicle craze di fine ‘800 negli Stati Uniti. Proprio la rivalità (più inventata che non reale) tra i due mette in moto gli eventi della storia: Pope ingaggia i banditi Smith e Wesson per rubare il nuovo prototipo ideato da Overman e impedirgli così di vincere la prima gara di biciclette tra Columbia e San Francisco. Lucky Luke si ritrova così coinvolto in una avventura a rotta di collo, nella quale deve imparare a usare questo nuovo marchingegno a due ruote, mentre un Jolly Jumper confuso e indispettito lo rincorre per mezzo West.
La caratterizzazione del Lucky Luke di Mawil riprende le primissime storie di Morris, con un pistolero meno imperturbabile e più emotivo, dotato di una mimica facciale molto ricca e caricaturale, tipica dell’autore tedesco. Lo stesso si può dire per la comicità slapstick, potremmo dire d’azione, che si basa sulle situazioni più che sulla sottigliezza di battute e dialoghi: non che queste non ci siano, e anzi alcune sono molto gustose, soprattutto in tedesco, quando Mawil si fa gioco di capotreni e burocrati troppo puntigliosi (in pieno stile germanico). Ma il punto forte dell’autore sta tutto nella grande capacità di far muovere la storia sempre avanti, con un ritmo costantemente elevato, che fa evolvere di volta in volta la costruzione della pagina e porta all’estremo l’anatomia delle figure, che si deformano per seguire il passo di un’azione tanto rapida. Anche le vignette si fanno sempre più fitte e ricche di onomatopee durante gli inseguimenti e gli scontri, mentre le prospettive cambiano continuamente e repentinamente per non dare nessun punto di riferimento, facendo così girare a mille la storia.
Ma anche quando il ritmo narrativo rallenta, la funzione comica è affidata alla gestualità frenetica e alle espressioni dei personaggi, fino alle loro “voci”, ovvero le forme dei balloon: ecco che gli occhi dei personaggi si spalancano enormemente per la sorpresa, si appannano dalla paura fino a diventare vitrei per lo sforzo estenuante, i volti si fanno rossi di rabbia o di fatica, i denti vengono digrignati dalla tensione.
Proprio come mostrato nelle battaglie a colpi di racchetta da ping pong di Kinderland, Mawil esalta tutte questi elementi nelle scene d’azione sportiva, come ad esempio la corsa finale in biciletta: anche in questo caso oltre alla evidente ispirazione della linea chiara e della tradizione umoristica delle vignette tedesche, si può ritrovare un gusto del dinamismo più vicino al canone giapponese. Non mancano ovviamente i momenti di approfondimento dei personaggi, in particolare del rapporto tra Lucky Luke e Jolly Jumper, attraverso le riflessioni di quest’ultimo, ma questi sono comunque limitati, perchè il nocciolo di tutto il volume è quello di raccontare una storia divertente, scanzonata, che butta un occhio anche al pubblico dei più piccoli (pubblico a cui Mawil sta dedicando sempre più importanza). Lucky Luke monta in sella è quindi un omaggio all’aspetto più picaresco del personaggio, ma al tempo stesso rende onore alla storia e al valore della bicicletta, mezzo di trasporto sempre più amato dai tedeschi.
Un amore (arcobaleno) di Far West: Lucky Luke – Choco Boys di Ralf König
Di tutt’altro registro è la storia con cui Ralf König decide di interpretare il cowboy dalla camicia gialla. Zarter Schmelz (traducibile in Italiano come “tenera scioglievolezza”, ma portato in Italia da Editoriale Cosmo col titolo Choco Boys) è un omaggio sui generis che, pur prendendo molto dal mito del pistolero, si inserisce perfettamente nella poetica di König.
Il protagonista della storia, infatti, non è Lucky Luke, ma al centro di tutto c’è la riconciliazione tra Terrence e Bud, una coppia di cowboy omosessuali. Narrata dalla voce di Bud, la vicenda è un lungo flashback che racconta di come Lucky Luke sia stato importante per far concretizzare la relazione tra i due: il pistolero decide di prendersi una vacanza pur di aiutare Bud a scortare al pascolo delle mucche arrivate dalla Svizzera per volere di un imprenditore elvetico intenzionato a produrre cioccolata negli Stati Uniti. In realtà il vero obiettivo di Bud è quello di attendere il ritorno del suo amato Terrence, bandito dalla città di Straight Gulch (ovvero “Gola Etero”) e a rischio di impiccagione. In un ulteriore flashback nel flashback Bud racconta (ascoltato non solo da Luke ma anche dagli indiani Buffalo Bitch e Sitting Butch) del suo incontro e della nascita dell’amore con Terrence, che all’inizio non accetta questo suo orientamento ma che infine cede alla passione e alla tenerezza.
Come nelle sue migliori storie, Ralf König riesce a mischiare sapientemente ironia dissacrante e momenti di grande tenerezza e intimità, e in questo modo parla di amore, tenero e dolcissimo, e di paura, di omofobia (la città di Straight Gulch è la summa dei pregiudizi e l’odio per il diverso che possiamo trovare in ogni angolo della nostra società, finanche nella stessa comunità di lettori di fumetto) ma anche di rispetto del diverso. Per parlare di tutto questo König usa le caratteristiche intrinseche di Lucky Luke: la sua impassibilità si unisce alla sua sete di giustizia, facendolo subito parteggiare per una causa giusta, una causa che ha come base un amore puro e totale: nel racconto di Bud al cowboy si sente tutta la tenerezza e il trasporto di questo amore, un sentimento narrato con rispetto e poesia. Rispetto e poesia che passano dal segno e dallo storytelling di König: all’autore, il cui tratto si è nutrito di Jacovitti e Loriot, dell’umorismo francese, tedesco e italiano, bastano pochi tratti per raccontare con delicatezza ma anche con passione l’amore tra due uomini, ora scegliendo di inclinare leggermente la testa di Bud, che nel raccontare si sente travolto dall’emozione, ora facendolo rotolare sull’erba con Terrence in un momento di intenso trasporto che segue un primo, acceso scontro.
Ma oltre a essere un fumetto emozionante e a tratti commovente, Choco Boys è anche un fumetto spassoso e divertentissimo, in cui la carica satirica di König non salva nessuno. Accanto a personaggi classici delle avventure di Lucky Luke, come i fratelli Dalton, protagonisti di vari siparietti più spiccatamente slapstick, oppure Calamity Jane, esplosiva, grezza, diretta con tutti, sempre rappresentata con linee di movimento che la circondano e qui ritratta anche come lesbica (un gioco con la vera Calamity, molto probabilmente omosessuale), l’autore tedesco si inventa nuove figure da prendere in giro: prima di tutto due cowboy fan sfegatati di Lucky Luke, che per tutto il fumetto prendono in giro Bud con battute omofobe, ma che nei confronti di Luke dimostrano atteggiamenti ambigui (dimostrandosi quindi degli ipocriti repressi); il secondo, forse ancor più caustico, è Nerd Collector, un cacciatore non di taglie bensì di autografi, impersonificazione del nerd duro e puro, di quelli che non accettano nessun cambiamento al personaggio del cuore (e che quindi forse non accetterebbe il fumetto dello stesso König). Alla satira si aggiungono poi giochi di parole e innumerevoli citazioni, da Terrence e Bud (nomi che parlano da soli, un omaggio a due attori italiani amatissimi in Germania) e a Bareback Mountain (storpiatura di Brokeback Mountain, il film premio Oscar che racconta la storia di due moderni cowboy omosessuali), fino ad arrivare un divertissement metanarrativo per cui nell’universo di Lucky Luke si leggono… fumetti di Lucky Luke!
Un omaggio, quello di Ralf König che, insieme all’ultimo volume della serie di avventure regolari del cowboy in cui si parla di razzismo e schiavitù, dimostra come Lucky Luke possa essere ancora oggi un personaggio potente non solo per passare un’ora di evasione e puro divertimento, ma anche per affrontare tematiche importanti. E colpire così i pregiudizi più velocemente della propria ombra.
Ralf König racconta il suo Lucky Luke
Abbiamo parlato di:
Lucky Luke monta in sella
Mawil
Traduzione di
Editoriale Cosmo – Nona Arte, 2020
80 pagine, cartonato, colori – 19,90 €
ISBN: 9788899728960
Lucky Luke – Choco Boys
Ralf König
Traduzione di
Editoriale Cosmo – Nona Arte, 2021
72 pagine, cartonato, colori – 19,90 €
ISBN: 9788892972032