Cronache tedesche: 40 anni di Strapazin

Cronache tedesche: 40 anni di Strapazin

Abbiamo intervistato David Basler, tra i fondatori di una delle più influenti e longeve riviste di fumetto tedesche, conosciuta a livello internazionale.

Allehefte

Come più volte mi è capitato di ripetere in questa rubrica, la storia e la tradizione del fumetto tedesco sono piuttosto limitate se paragonate a quelle di altri paesi europei così come la sua diffusione a livello internazionale.
Ci sono ovviamente importanti eccezioni: in Italia, ad esempio, sono molto conosciuti i lavori dello svizzero Thomas Ott e il nome di Anke Feuchtenberger ha fatto più volte capolino in libreria e fumetteria. Anche quelle storie che sono considerate prototipo del fumetto moderno, come ad esempio Max und Moritz di Wilelm Bunsch, sono state tradotte in moltissime lingue e stampate in tantissime edizioni diverse.

Ma c’è un altro prodotto della cultura fumettistica tedesca degli ultimi quarant’anni molto conosciuto a livello internazionale, che si può spesso trovare in vari festival europei e che è considerato da molti come uno degli ultimi esempi di rivista a fumetti di alto livello: stiamo parlando di Strapazin.

Fondata nel 1984 da alcuni impiegati del magazine Blatt pubblicato a Monaco, la rivista fece il suo esordio al primo Salone del Fumetto di Erlangen, proprio nello stesso anno. A partire dal numero due, la pubblicazione iniziò a essere prodotta in Svizzera con una cadenza trimestrale, arrivando a una tiratura di tremila copie annuali.
Oggi la redazione, composta da circa venti membri, è divisa tra Zurigo e Monaco e decide collettivamente i contenuti dei quattro numeri annuali, seguendo alcuni principi chiave che ci sono stati raccontati da David Basler, uno dei fondatori della rivista oltre che fondatore di Edition Moderne:

“Strapazin pubblica solo storie non ancora pubblicate in Germania. Questo è il nostro principio fondamentale”.

Tipo di poche parole e molto concreto, capace di scovare nuovi talenti e storie degne di essere pubblicate, Basler afferma che la rivista, arrivata oltre i centocinquanta numeri (il 154, in arrivo tra pochi mesi, segnerà i quarant’anni di pubblicazione), ha raggiunto questo obiettivo perché “sempre in costante cambiamento e trasformazione, frutto di un lavoro redazionale collettivo ma anche di una curatela che cambia da un numero all’altro“.

Strapazin57In effetti, se si guarda sullo shop del sito, si possono trovare numeri dedicati a tantissimi temi diversi, dai fumetti provenienti da vari paesi (Cina, Brasile, Polonia, Argentina, solo per citarne alcuni) alla reinterpretazione del mito supereroico, dallo speciale sui reportage a fumetti a quelli dedicati a elementi della natura, fino ad arrivare a quello dedicato ad alcuni editori indipendenti (numero 150) e a fumetterie sparse per l’Europa (numero 153). Ma se chiedete a Basler quale sia il suo numero preferito, non ha dubbi: “Il numero 57 dedicato al futuro dei fumetti americani , con una cover di Chris Ware e contributi di Daniel Clowes (mit Interview), Gilbert Hernandez, Ben Katchor, Gary Panter, Archer Prewitt, Richard Sala, Mark Beyer“.

Già questa lista di autori (a cui si potrebbero aggiungere Lewis Trondheim, Roberto Baldazzini, Yvan Alagbe, Jiro Taniguchi, Yoshiro Tatsumi e tantissimi altri) fa capire la risonanza internazionale della rivista, che per Basler è dovuta “al grande numero di redattori e alla vasta conoscenza della scena indipendente internazionale che questa varietà di vedute comporta“.

Il vero punto forte di Strapazin è rappresentato però dai contributi di autori e autrici tedeschi, molti dei quali proprio lanciati dalla rivista stessa. Tra i nomi citati da Basler tra quelli da tenere d’occhio e che potrebbero avere un successo internazionale, ci sono Mia Oberländer, Lina Ehrentraut, Anna Haifisch, Nando von Arb, Sheree Domingo, Nico Bulling, Birgit Weyhe, Anja Wicki, Lika Nüssli, Aisha Franz, Mikael Ross, Barbara Yelin, Hannah Brinkmann, Franz Süss, molti dei quali effettivamente già pubblicati anche nel nostro paese.
Strapazinreportage
Proprio per il suo ruolo nel settore, Basler e la rivista Strapazin hanno una prospettiva privilegiata nel riflettere sul fumetto tedesco: “I fumetti tedeschi si sono sviluppati in modo incredibile negli ultimi anni. Oggi è possibile studiare fumetti all’università e ci sono molti autori che nascono nelle accademie d’arte. Dal punto di vista artistico,  la scena è molto creativa e diversificata. Purtroppo il mercato non è cresciuto di conseguenza, il mondo del fumetto germanofono è rimasto molto piccolo.

A questo si aggiunge una riflessione sulla sostenibilità delle riviste a fumetti, che rispetto a qualche decennio fa si sono ridotte in numero e che godono di minor popolarità, ancor di più nel mercato tedesco. SU questo Basler dimostra lucidità e onestà: “Strapazin può continuare a esistere solo grazie a finanziamenti pubblici e privati. Questo è possibile grazie alla sua buona reputazione, alla cooperazione con realtà diverse e alla scelta di realizzare numeri tematici, con un focus ben preciso ogni volta.

Nonostante questo, Strapazin veleggia fieramente verso i quarant’anni, che verranno festeggiati in maniera speciale: “Nel numero 155, sessanta autori selezionati dai redattori di Strapazin presenteranno i loro lavori in una pagina ciascuno. Festeggeremo questo evento a Erlangen, al Comic Salon 2024, proprio dove abbiamo presentato il nostro primo numero nel giugno 1984.
Un cerchio che si chiude, quindi, ma che non segna certo la fine dell’esperienza di Strapazin, a cui auguriamo altri quattro decenni e più di bei fumetti.

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *