Il cosplay è uno dei fenomeni più particolari che abbiamo importato assieme ai manga. Appassionati di fumetto (ma da un po’ di tempo, come ci insegna Vanzella, anche cartoni, film, RPG), decidono di impersonare, principalmente a fiere o manifestazioni correlate, un personaggio di quel fumetto, realizzando personalmente costume, trucco e quanto necessario all’interpretazione.
Il cosplay è visto in maniera controversa dal mondo del fumetto, e non sempre con simpatia; vuoi perché come tutti i comportamenti estremamente estroversi e “pittoreschi” di primo acchito infastidiscono chi non vuole esporsi ed essere coinvolto, vuoi anche per un pizzico d’invidia per la “faccia tosta” e il quarto d’ora di notorietà del cosplayer.
Personalmente credo anche che i fumettisti siano pure loro, in un certo qual senso, dei cosplayer che si “travestono” nei personaggi che creano, mettendo nei propri fumetti sempre qualcosa di sé, e così travestiti raccontano qualcosa della propria persona e di ciò che pensano ai propri lettori. Ecco quindi un pizzico di gelosia e perplessità nel vedere questi lettori che prendono un travestimento che non hanno creato loro rendendolo proprio.
Probabilmente per tutti questi motivi fino ad oggi mancava un’analisi seria su questo fenomeno che bene o male riguarda da vicino il mondo del fumetto. Ci ha pensato Luca Vanzella col suo Cosplay Culture delle edizioni Tunué a colmare questa lacuna.
Forte dei suoi studi, laureato in scienze della comunicazione a Bologna, l’autore affronta l’analisi del cosplay da un punto di vista scientifico sociologico, sfuggendo alla semplice classificazione degli interessati come i soliti “seguaci di una moda strana”, ma giungendo, attraverso un percorso che ne affronta progressivamente i vari aspetti, a riconoscerci un’autentica “sottocultura” o “subcultura”.
Ma l’idea di “testo scientifico” non deve spaventare. La scrittura di Luca Vanzella è chiara e scorrevole, e ogni termine necessariamente specifico viene sempre spiegato e sviscerato in precedenza, accompagnando il lettore in un ragionamento logico di premesse e conseguenze mai intelettualistico e mai noioso.
Un testo interessante, in cui anche l’appassionato di fumetti non cosplayer potrà trovare interessanti spunti per capire i meccanismi che portano a coltivare certe passioni, compresa la sua.
Se un difetto bisogna trovarlo, è doveroso segnalare che il testo paga un po’ la sua natura di tesi di laurea e quindi sviscera in maniera completa la sottocultura del cosplay dal punto di vista della scienza sociologica, ma affronta in maniera superficiale quella che può essere la ricaduta del fenomeno, una volta indentificatane la natura, sul resto del mondo del fumetto. Un aspetto poco rilevante per una tesi sociologica, ma abbastanza interessante per un saggio fumettistico. Magari in una prossima opera.
Riferimenti:
Il sito della Tunué: www.tunue.com