La coscienza di Zero: la generazione ’80 diventa adulta

La coscienza di Zero: la generazione ’80 diventa adulta

In "Macerie prime" Zerocalcare scrive un nuovo capitolo della sua autobiografia a fumetti, confrontandosi questa volta con il tempo che passa.

Zerocalcare è, come noto, uno dei principali nuovi autori del fumetto italiano. Se nel suo ultimo romanzo a fumetti, Kobane Calling, si era dedicato all’ambito per lui nuovo del reportage di guerra, in questo Macerie prime torna agli argomenti che gli sono usuali, al suo protagonista alterego e alla corte di personaggi che lo circondano, sviluppati in ormai numerosi romanzi che raccolgono ed ampliano i racconti brevi del blog.

Quest’opera tuttavia presenta anche alcune sottili innovazioni: innanzitutto lo Zerocalcare personaggio appare meno centrale, in favore di una maggiore coralità della storia.
In secondo luogo, viene sviluppato un tema apparso anche negli ultimi racconti a fumetti pubblicati online, in particolare ne La paura più grande : il rapporto non risolto con il tempo che passa, e le difficoltà di giungere a un’età adulta autonoma a causa della crisi economica e sociale.

Un problema individuale, ma anche di gran parte della generazione dei 30-40enni attuali, come mostra anche la coralità del romanzo – anche se sul suo blog Zerocalcare tiene a sottolineare l’assenza di una dimensione programmatica.

L’autore vuole sfuggire al rischio di una ripetizione macchiettistica dei suoi personaggi, forse non a caso l’evento scatenante è legato al personaggio finora più stereotipato (è l’unico, tra l’altro, a non avere una maschera umana ma animale): l’amico Cinghiale, ossessionato dal sesso, che sposandosi va incontro a un‘innegabile maturazione, in continuità con due storie già apparse sul blog, L’annuncio e Il matrimonio di un amico.

La maggiore profondità introspettiva e il maggior spazio ai comprimari portano a una maggiore lunghezza – 400 pagine totali – e quindi a una suddivisione dell’opera in due parti, dopo uno iato di sei mesi sia all’interno della narrazione sia nella pubblicazione delle due opere. In questa prima parte, Macerie prime (e già il titolo allude, dunque, al suo essere “parte prima”) vediamo quella che potrebbe essere la pars destruens.

Ogni personaggio è perseguitato da una specifica angoscia legata al passaggio generazionale, resa come spesso capita in Zerocalcare tramite una complessa allegoria dal sapore fantastico.  La narrazione alterna infatti la realtà quotidiana dell’oggi con uno scenario futuro – quello che appare anche in copertina – dove le angosce di oggi divengono mostri fantasy in un mondo alla Mad Max che è specchio di un domani incombente, in uno stato di ancor maggiore degradazione del tessuto sociale.

Se c’è un tentativo di cambio di passo nella narrazione, le scelte di stile dell’autore rimangono invece sostanzialmente simili alle opere precedenti. Il tratto è sempre quello cartoonistico che lo caratterizza, con rimandi quasi disneyani (al di là di esplicite citazioni negli animali antropomorfi utilizzati) pur nella autonomia del segno. Rimane anche quella che è forse la più vistosa cifra dell’autore, il contorno delle vignette privo di squadratura, a suggerire l’immediatezza delle tavole quasi come veloci appunti, apparentemente poco rifiniti e dal sapore underground. Mentre la cura azzeccata nelle espressioni dei personaggi, la padronanza del ritmo narrativo e del montaggio di tavola – sempre molto vario, e adattato di volta in volta alle esigenze della storia – mostrano in realtà una sapiente costruzione.

La sfida centrale per Zerocalcare autore e personaggio sembra quella di conciliare le proprie radici in una controcultura piuttosto radicale e  l’inserimento ormai consolidato in un sistema produttivo del fumetto italiano mainstream, parlando quindi a un pubblico che inevitabilmente non può coincidere totalmente col suo ambiente di provenienza. Zerocalcare autore sembra cercare spesso di porsi come mediatore  tra i suoi ambienti più movimentisti e la sinistra borghese in senso lato. Si veda, ad esempio, il suo recente intervento a fumetti circa le occupazioni dei licei romani, in difesa delle ragioni degli occupanti; o la precedente riflessione, apparsa su Repubblica, intitolata La città del degrado.

Zerocalcare è di fatto, con ogni probabilità, la più efficace voce della sua controcultura in un contesto mainstream, e  forse non solo in ambito fumettistico.  In questo Macerie prime Zerocalcare gioca su questo piano con onestà, affrontando i crinali più pericolosi: il suo essere chiamato a scegliere, nella fattispecie, tra contestatori e istituzioni, in un episodio che ha una reale base biografica, ma che rimanda anche alle molte scelte quotidiane legate alla propria visibilità dove anche tacere e defilarsi finisce per essere una scelta, quella più pilatesca.

Nel complesso, dunque, l’opera risulta per ora efficace agli scopi narrativi che si propone, anche se naturalmente il suo costituire una prima metà dell’opera complessiva fa attendere la seconda per vedere come l’arco narrativo sarà portato a compimento.

Abbiamo parlato di
Macerie prime
Zerocalcare
Bao Publishing, 2017
192 pagine, bianco e nero, cartonato – 17,00€
ISBN: 978-88-6543-976-0

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