La Trama è una realtà che esiste dal 2009 e di cui fanno parte circa dieci persone: i cinque membri fondatori e altri fumettisti/illustratori che collaborano di volta in volta. Il nucleo organizzativo è a Bologna, ma hanno stretto collaborazioni anche con autori stranieri. La loro idea comune è di promuovere un tipo di fumetto realistico, tramite la produzione sia di singoli progetti sia di antologie, che di volta in volta affrontano un tema diverso su cui i vari autori si confrontano.
A Lucca Comics & Games 2015 il collettivo La Trama presenterà il terzo capitolo della collana antologica Coppie Miste. Sarà composto da cinque albi di 24 pagine ciascuno e ognuno realizzato a quattro mani da una coppia di autori: ai membri del collettivo (Silvia Rocchi, Viola Niccolai, Alice Milani, Francesca Lanzarini) si affiancano sei ospiti esterni (Anna Deflorian, Tuono Pettinato, Federico Manzone, Matteo Berton, Luca Caimmi e Victor Lejeune). Gli albi saranno finanziati mediante una campagna di crowdfunding e sono stati ideati e realizzati durante una residenza comune degli autori per una settimana nei pressi di Pisa.
Abbiamo posto alcune domande alle autrici del collettivo, partendo dalla nascita e dal significato di questo nuovo progetto per poi parlare di scelte narrative e artistiche.
Benvenute su LSB. Ci narrate la genesi del progetto Coppie Miste, arrivato alla terza uscita, e la sua natura?
Tre anni fa abbiamo avuto l’idea di abbandonare il classico format della raccolta antologica in favore di una piccola serie di albi diversi, dedicati ciascuno a solo due autori. Volevamo dare più pagine a ogni disegnatore, perché sviluppasse una storia di respiro più ampio rispetto alle due o tre tavole che gli venivano assegnate in una raccolta. Ci interessava anche, piuttosto che decidere arbitrariamente un tema, stimolare un dialogo tra i due autori. Se dovevano lavorare a un albo in due si sarebbero sentiti in qualche modo più responsabili del progetto del libro, avrebbero dovuto concordare un filo conduttore tra le due storie e questo li avrebbe costretti a confrontarsi. Nei primi due anni le storie erano due (autoconclusive) per ogni volume, poi però abbiamo sentito il bisogno di spingere il concetto di lavorare in coppia all’estremo. E se facessimo realizzare a due autori un’unica storia, che dovranno sia scrivere che disegnare assieme? Per costringere due persone a confrontarsi l’unico modo è metterle assieme a una scrivania, così abbiamo organizzato una residenza autoprodotta a Pisa.
Qual è il filo conduttore che lega le varie storie? Quali tematiche affrontate in questi cinque albi?
C’è un elemento ricorrente nei cinque libri, è un quadro che ha in ogni storia una funzione diversa. I personaggi che ruotano attorno al quadro sono sempre diversi, così come gli ambienti e le epoche storiche. Ciascuno ha a che fare col dipinto da un’angolazione diversa. Tutti ne parlano, ma non appare mai.
Nella storia di Victor Lejeune e Luca Caimmi un capitano descrive il quadro che vorrebbe per la sua nave-serra, il quadro non è ancora stato dipinto, lui è il committente. Viola Niccolai e Federico Manzone mettono in scena il sogno di uno dei modelli durante la posa. Alice Milani e Tuono Pettinato raccontano di un falsario divorziato che cerca di iniziare il figlioletto al mestiere della contraffazione. Silvia Rocchi e Anna Deflorian raccontano le vicende di Brenda, impiegata in un ufficio in cui il quadro non è altro che un elemento dell’arredo. Francesca Lanzarini e Matteo Berton inscenano un’asta in una città portuale del Nord Africa, il quadro è un oggetto tra i tanti,in attesa di esser comprato per pochi spicci.
Cosa vi ha spinto ad affiancarvi a membri esterni al collettivo per questa iniziativa?
La voglia di lavorare con altri disegnatori.
Avete usato dei criteri per la composizione delle “coppie” di autori (affinità artistiche, assonanze, differenze) o sono state scelte casuali?
Abbiamo cercato di immaginare l’effetto che avrebbe fatto il disegno di ciascun possibile ospite mescolato con quello di una di noi Trame. Come avrebbe interagito lo stile dell’uno con l’altra? Si sarebbero sovrapposti o annullati, oppure avrebbero dato vita a qualcosa di diverso? Come si sarebbero conciliati chi lavora con griglie rigide di costruzione della pagina e chi invece ha un taglio libero, da illustratore? Chi ha una mano pittorica e chi un’impostazione grafica? Non volevamo affiancare persone che lavorassero in maniera simile, piuttosto siamo andate per contrasto.
Quali sono le vostre ispirazioni artistiche?
Guardiamo da sempre al mondo dell’incisione e della xilografia come dimensione da indagare tramite occhio e segno. Tra i preferiti: Kathe Kollwitz e Franz Maserel.
La pittura è un altro campo del nostro interesse, facendo parte della ricerca di ciascuna di noi un po’ tutto quello che riguarda il gesto.
Credo che, proprio per questo, la pittura per tutte noi rappresenti anche l’esigenza di comunicare in maniera fresca e diretta, in altre parole la parte a cui facciamo più affidamento quando vogliamo essere meno narrative, più formali.
Tutta la scuola del segno a matita poi ci affascina da sempre, e costituisce forse la base di ogni nostro progetto, indistintamente dal fatto che possa essere una bozza o un definitivo, quindi in continua via di sperimentazione.
Dal punto di vista tecnico, avete avuto modo di sperimentare nuove soluzioni narrative e grafiche?
Decisamente sì. L’obiettivo, nell’idea di lavorare a quattro mani, era proprio quello di provare a mettere in discussione il modo di operare abituale di ciascuna. Dover andare incontro a un altro disegnatore che lavora con un metodo completamente diverso dal tuo ti spinge a guardare anche il tuo lavoro da un altro punto di vista, a considerare cose che mai ti sarebbe venuto in mente di provare da sola.
Alice Milani: Ad esempio, Tuono Pettinato mi ha spinta a costruire delle tavole con dialoghi molto serrati, mentre io l’ho convinto a sperimentare delle pagine intere piene di colore.
Cosa vi ha lasciato, da un punto di vista professionale e umano, l’esperienza alquanto inedita di lavorare insieme per una settimana tutti riuniti nello stesso luogo?
É stato molto intenso, non sempre facile, sicuramente indimenticabile. Abbiamo vissuto a stretto contatto con altre persone in spazi ristretti: dal punto di vista umano è stato come vincere un viaggio premio con nove sconosciuti oppure partecipare a un campo estivo degli scout. Dal punto di vista lavorativo è stato stimolante, fruttuoso, un’esperienza preziosa. Dal punto di vista organizzativo è stato un’impresa epica. La festa finale con concerto dei Klam in giardino è stata memorabile.
Come mai avete scelto la strada del crowdfunding?
Era l’unico modo di rendere possibile il progetto. Volevamo che i libri fossero stampati a colori, che fossero oggetti di qualità, con copertine stampate a mano in linoleografia. Volevamo rimborsare gli autori ospiti delle spese di viaggio e offrire loro vitto e alloggio. Se non avessimo scelto questa strada, non avremmo mai potuto finanziare di tasca nostra una tale impresa.
Cosa pensate che possa rappresentare attualmente il crowdfunding in Italia?
Oltre che un modo per rendere possibili progetti innovativi e sperimentali è un buon sistema, ad esempio, per raggiungere persone che altrimenti non sarebbero venute a conoscenza del nostro lavoro.
Avete altri progetti in cantiere, singolarmente o collettivamente?
Stiamo appena iniziando a buttare giù qualche idea per il lavoro collettivo del prossimo anno, abbiamo in mente qualcosa di grandioso.
Singolarmente siamo tutte molto occupate: Silvia Rocchi ed io [Alice Milani; n.d.r.] abbiamo in cantiere un fumetto scritto e disegnato a quattro mani (realizzato con quello che d’ora in poi si chiamerà il Metodo Coppie Miste) ispirato a un viaggio in moto. Nel frattempo siamo impegnate nella promozione dei nostri ultimi lavori personali. Viola Niccolai sta ultimando il lavoro intorno a un nuovo libro per Topipittori in uscita a primavera, su un testo di Anna Maria Gozzi, che tocca il tema del land grabbing in Africa. Con L’associazione Circolarte a novembre a Torino parteciperà a The others Art Fair, col progetto collettivo “In cammino”. E sta portando le tavole del suo albo illustrato su testo di Gramsci “La volpe e il polledrino” (Topipittori) in giro per l’Italia. Francesca Lanzarini si interessa di incisione e porta avanti la sua ricerca personale in questo senso.
Ringraziamo le autrici augurando una buona riuscita per l’iniziativa.
Link per la campagna di crowdfunding: www.indiegogo.com/projects/coppie-miste-3
Intervista condotta via mail tra il 7 e il 10 ottobre 2015.