Con un cuore nero proseguono le avventure di The Barbarian King.

Con un cuore nero proseguono le avventure di The Barbarian King.

Conan è al centro di una grande guerra nel quarto capitolo della saga The Barbarian King, scritto da Massimo Rosi e disegnato da Nicolò Tofanelli.

con un cuore nero_copNel quarto capitolo della serie The barbarian King, edita da Leviathan Labs, si tirano le fila di alcuni degli eventi principali narrati nei primi tre episodi.
In Con un cuore nero, scritto da Massimo Rosi e disegnato da Nicolò Tofanelli con colori di Luca Pinelli, ritroviamo Conan impegnato nella ricerca del cristallo stigeo, un’arma stregata indispensabile per aiutare Hyra, l’eroina a capo dei ribelli conosciuta in Dea della vendetta.

La storia inizia però con gli sviluppi dello scontro lasciato in sospeso proprio nel terzo capitolo, che vede il re caduto contrapposto al nemico di sempre, Yara. Lo stregone si è reincarnato in un terrificante abominio pervaso dalla volontà di Imdugud, il divoratore di mondi, che brama l’essenza del Cimmero. Una sequenza iniziale spettacolare ma non fine a se stessa, perché introduce il rapporto fra Conan e la Kara-Mun, la spada demoniaca che lo rende praticamente invincibile, ma che sembra consumarlo fisicamente.

Il combattimento di apertura è l’antipasto di una storia molto articolata e ben gestita da Massimo Rosi, che riesce in un compito non semplice. Lo sceneggiatore ha tantissima carne al fuoco e in Con un cuore nero deve trattare in contemporanea le vicende di almeno tre personaggi primari, cioè Conan, Hyra e il sultano Orhan, attorniati da figure tutt’altro che secondarie come, solo per citarne un paio, il cannibale capo della tribù Mani Nere Rashad Moghul, protagonista di un micidiale scontro all’ultimo sangue, e il generale Bayezid, che presumibilmente tornerà in azione in futuro. Ognuno dei protagonisti agisce sempre, salvo nel finale, in ambientazioni diverse – nel deserto, a Turan, ad Aquilonia – ed è proprio attraverso l’alternanza quasi sincopata fra le varie situazioni che Rosi riesce a trasmettere un ritmo incalzante a tutta la storia. La tensione non cala mai, nemmeno quando vengono raccontate le mosse politiche o le strategie di guerra, e anzi esige il coinvolgimento del lettore, piacevolmente costretto a seguire con attenzione l’evolversi della trama. In questo senso aiuta la consueta divisione in capitoli, otto, a volte introdotti da canti popolari o antiche odi, e il fatto che Con un cuore nero, con le sue 176 pagine, sia il più lungo volume del ciclo The Barbarian King finora prodotto.

Il ritmo elevato non influisce sulla profondità dei protagonisti, ognuno dei quali è portato ad affrontare i drammi del proprio passato ed esprime una personalità ben definita. Fra di loro Hyra, oltre ad avere una forte presenza scenica, conferma di essere un’eroina di alto profilo: non è solo una versione di Conan al femminile, anche se appare coriacea e indomita al pari del Cimmero, non solo una portatrice di vendetta, ma una donna con un background drammatico, capace di subire ogni atrocità rialzandosi sempre e portando, infine, un raro messaggio di speranza.
Fra i personaggi spicca anche il malvagio fratricida Orhan, che vuole dominare il mondo ma è intimamente corrotto dall’uso delle lacrime degli antichi, e sembra stringere un’alleanza con Aquilonia.
Pur incidendo in alcune delle dinamiche narrative, resta invece ancora sullo sfondo Khon, il nuovo re di Aquilonia figlio di Conan e Zenobia: la sua vendetta contro il padre, che ha condannato a morte per aver sterminato la famiglia, sarà probabilmente fra i temi portanti del prossimo capitolo.the barbarian king 4_tav
Rispetto a quanto visto in alcuni passaggi dei precedenti volumi, nei quali certi archetipi risultavano fin troppo evidenti, in questo caso è buono anche il lavoro di caratterizzazione dei comprimari, che appaiono più complessi e veri.

In Con un cuore nero, come detto, si risolvono alcune delle trame preparate in precedenza, ma se ne aprono anche di nuove. Trova conclusione in particolare la guerra fra i ribelli di Hyra e il sultanato di Orhan, che culmina in un climax alimentato durante tutto il volume: il finale costringe il re caduto a superare i suoi limiti mortali, in una serie di combattimenti che sembrano quelli di un uomo contro un dio, ma anche di Conan contro se stesso.
Fra le nuove linee narrative, le più evidenti sono invece tre: il legame fra l’eroe e la Kara-Mun, il cui potere conduce verso un disfacimento fisico di cui non si conoscono ancora tutte le possibili conseguenze; il dissenso fra la gente di Aquilonia, combattuta fra il rispetto per il vecchio re e le azioni di quello nuovo, invise ad alcuni; e l’epico scontro che si profila all’orizzonte, fra il dio delle stelle e Crom, il dio del Cimmero. Tutte trame da sviluppare nel lungo periodo visto che il ciclo The Barbarian King, pensato per svilupparsi in nove volumi, non è ancora giunto a metà strada.   
In uno scenario che ha dell’apocalittico, c’è però un’unica missione che per Conan conta davvero: recarsi a est e riportare indietro la sua famiglia dal regno dei morti.

Nicolò Tofanelli interpreta la storia con un segno iperrealistico e ancor più dettagliato, se possibile, rispetto alle sue prove nei capitoli precedenti. Se ne discosta solo nella sequenza di un sogno, dove i personaggi appaiono un po’ più stilizzati, adeguandosi al contesto. La gabbia è molto varia e asseconda la narrazione alternando tavole più classiche, a tre, quattro, cinque strisce con vignette regolari nei passaggi meno concitati, a costruzioni più elaborate o evocative come splash singole o doppie e illustrazioni. Non mancano vignette a tutta pagina con incastonate altre più piccole (a volte, forse, fin troppo piccole per il numero di personaggi contenuto), costruzioni verticali oppure orizzontali tra le quali si fanno notare alcune vignette doppie sviluppate su due tavole affiancate.

Fra le inquadrature spiccano i campi lunghi e lunghissimi, utili per ospitare sequenze con eserciti schierati in stile Il Signore degli Anelli. È particolare una ripresa a volo di uccello, sviluppata in orizzontale su due pagine, e risultano curate nei minimi dettagli sia alcune fisionomie mostruose, in particolare l’abominio Yara (di cui sono presenti gli studi preliminari in calce al volume) e Rashad Moghul, sia le armature da combattimento dei vari personaggi, ognuna diversa e con un proprio stile.
La colorazione di Pinelli caratterizza in modo positivo gli “effetti speciali” legati all’utilizzo di tecniche o spade magiche e contribuisce a esaltare il lavoro sui punti luce e sulle ombre. Particolare attenzione è data alle fiamme, sia nel caso di semplici falò, sia di più deleteri incendi. I colori identificano naturalmente le varie ambientazioni, con gialli e marroni protagonisti del deserto e colori più cupi a Turan e Aquilonia. Il verde acido è invece abbinato ai poteri di Orhan e contrapposto in certi casi al rosa, che diventa viola, della Kara-Mun di Conan e di altre presenze demoniache. Non manca naturalmente una massiccia dose di color rosso sangue, molto utilizzato quando agisce Hyra.

Con un cuore nero è probabilmente il titolo più riuscito della saga di Leviathan Labs ispirata alle opere di Robert Ervin Howard, per la completezza e l’equilibrio dimostrati nel gestire un volume denso di eventi. Per gli sviluppi bisognerà attendere il quinto episodio, la cui uscita è prevista nella seconda metà del 2022.

Abbiamo parlato di:
The Barbarian King #4 – Con un cuore nero
Massimo Rosi, Nicolò Tofanelli, Luca Pinelli
Leviathan Labs, 2021
176 pagine, brossurato, colori – 15,00 €
ISBN: 9791280137470

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