The Goddamned – R.M. Guéra e l’importanza del segno
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The Goddamned – R.M. Guéra e l’importanza del segno

Se è vero, e lo è, che il fumetto è Arte Sequenziale allora è altrettanto vero che l’unità di misura minima di questo linguaggio è la vignetta; pertanto sono le relazioni che si instaurano tra le vignette che vanno a definire il sistema narrativo identitario della Nona Arte. È anche vero però che sarebbe impossibile concepire una vignetta senza tenere conto dei suoi contenuti e delle relazioni che si instaurano tra questi: le linee, i colori, i baloon, le didascalie e tutti gli altri segni grafici che troviamo all’interno delle vignette sono una parte significativa del sistema fumetto e contribuiscono alla narrazione tanto quanto le sequenze di vignette.

Il segno, o tipo di segno, che maggiormente colpisce il lettore è indubbiamente la Linea intesa come segno visibile dell’opera del disegnatore: in qualità di amanti del bello ci soffermiamo sempre quanto più possibile ad ammirare, a osservare stupiti, la perizia artistica di chi riesce a trasformare uno spazio bianco in una nuova realtà fatta di persone, oggetti, animali ecc… il tutto con il semplice gesto di una mano. In quest’ottica diventa chiaro che se l’essenza dell’Arte Sequenziale è la storia narrata in vignette la magia del fumetto passa indiscutibilmente per la realizzazione e l’interpretazione di questi segni, di queste linee.
Detta in maniera più prosaica: la composizione è la grammatica del Fumetto e i disegni sono il suo lessico.

Daniele Barbieri ne “I Linguaggi del Fumetto” identifica tre tipi di linea, o meglio, tre differenti funzioni della linea.

1) La linea-oggetto: nel quale il corpo della linea identifica l’oggetto stesso (il filo che regge un palloncino o gli arti di un personaggio umoristico)

Pearls before swine (Stephan Pastis)

2) La linea-contorno: che delimita il corpo disegnato
3) La linea-tessitura: che descrive le ombre e il loro rapporto con la luce

Il tipo di linea che più ci interessa è sicuramente la linea-contorno in quanto è quella che effettivamente porta il significato del disegno, separa il caos dalla creazione, conferisce significato a qualcosa che prima non ne aveva. Ovviamente non esiste un solo tipo di linea-contorno e questa può essere invece declinata in modo che sia funzionale a quanto si vuole andare a raccontare. Si può avere una linea piatta e semplice, come nel disegno soprastante, perché si cerca una concisione essenziale alla riuscita di una gag umoristica: a nessuno piacciono le barzellette troppo lunghe e articolate, l’umorismo non ha tanto bisogno di informazioni quanto di ritmo ed è per questo che Pastis, qui sopra, riduce al minimo l’informatività del suo segno (da qui anche l’abbondante uso di linee-oggetto).

Scott McLoud – Capire il Fumetto

D’altra parte non sempre si ricerca una sintesi ma si ha bisogno che una parte delle informazioni passi anche attraverso il segno stesso: modulando le linee si può infatti conferire al disegno una valenza emotiva specifica.

Ogni segno, ogni linea, quindi, in maniera quasi espressionista, porta con sé una serie di informazioni che, oltre a fornire una sollecitazione emotiva, possono sostituirsi efficacemente all’opera di narrazione indiretta tipica del romanzo. L’uso di un tratto altamente informativo è quindi particolarmente efficace nel caso in cui lo scrittore volesse concentrarsi sullo sviluppo della storia e dei personaggi mantenendo un linguaggio asciutto e conciso.

Come, appunto, nel caso di The Goddamned di Jason Aaron e R.M. Guéra.

Quella di Goddamned è la storia di Caino successiva all’omicidio del fratello Abele, è una storia fatta di dolore e crudeltà, ambientata in un mondo ostile e duro sotto lo sguardo di un Dio ancora più ostile e duro ed è fondamentale che il disegno di R.M. Guéra rifletta questa durezza. La serie si apre con una doppia tavola che è un manifesto programmatico: fango, escrementi, carcasse di animali, alberi rinsecchiti e altre amenità del genere. Il tutto firmato “Aaron e Guéra”.

The Goddamned #1

Il fatto che la tavola sia siglata sia da chi materialmente l’ha disegnata (ovvero R.M. Guéra) sia da chi l’ha sceneggiata è indice di quanto i due autori si percepiscano come complementari e solidali nella narrazione: non è “testi: Aaron e disegni: Guéra” ma il duo forma un’unica unità di narrazione perfettamente in accordo tanto da non poter più distinguere l’uno dall’altro. Lo scrittore incide sul disegno tanto quanto il disegnatore lo fa sull’esposizione del racconto.

Il segno che Guéra adotta su The Goddamned è estremamente ricco e informativo: la linea-contorno adottata non è solo uno strumento di separazione che ci dice dove finisce la figura e inizia lo sfondo ma è molto di più. È estremamente nervosa, modulata ed espressiva, fornisce informazioni su distanza, spessore, luce, ombra e importanza, è volta al coinvolgimento del lettore.

“Le informazioni che fornisce un’immagine sono infatti vissute anche a livello di emozioni, di coinvolgimento. Un’immagine può essere più informativa nel senso che ci fornisce una maggiore possibilità di coinvolgimento, nel senso che ci getta nella situazione con maggiore intensità” (D. Barbieri – “I Linguaggi del fumetto” pag. 25)

Quello in cui vive Caino è un mondo giovane, che ha scoperto da pochissimo il linguaggio, trovarsi di fronte a lunghe dissertazioni suonerebbe innaturale e distruggerebbe ogni tentativo di coinvolgimento emotivo da parte del lettore. L’azione deve prendere il sopravvento sulla narrazione ma, nondimeno, è vitale che il mondo venga in qualche modo descritto.

The Goddamned #1

Bisogna raccontare un mondo e bisogna che il lettore si soffermi a leggere le immagini che lo descrivono: da qui l’uso delle linee fortemente modulate, spezzate, aspre, del tratteggio nervoso e crudo. Il mondo in cui Dio cala Caino è un mondo fatto di fatica e sofferenza e la lettura non può procedere troppo agilmente, chi legge deve essere costretto a soffermarsi, a osservare per potersi calare a sua volta in questo mondo fatto di violenza e sofferenza.
La verosimiglianza di questo mondo passa dalle mani del disegnatore e dal gesto che queste compiono per tracciare ogni singolo segno sulla tavola: se la storia di Caino passa dalle sequenze di vignette e dalle pagine composte da queste sequenze, la descrizione del mondo in cui questi vive passa dalla perizia con cui Guéra riesce a rendere il suo segno credibile ed espressivo.

Ogni segmento tracciato dall’artista racconta, descrive ed esprime la complessità del mondo di Caino e noi lettori siamo chiamati a esplorare questo mondo attraverso questi segni.

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