Il "Munch" di Ferrandino - Massenzio

Il “Munch” di Ferrandino – Massenzio

 

Su questo blog, come noto ai miei lettori, mi occupo in prevalenza di letteratura e fumetto, con un particolare sguardo agli aspetti didattici di questo rapporto, essendo io un docente di lettere delle superiori che da tempo sperimenta in questo senso. Ciò significa, principalmente, adattamenti letterari di opere più o meno celebri, o biografie dei rispettivi autori.

Tuttavia, ho spesso allargato lo sguardo ad altri ambiti, ad esempio l’utilizzo del fumetto in ambito storico, dove la forma prevalente è appunto la biografia a fumetti. Sotto questo profilo, un ulteriore sottoinsieme interessante può essere quello delle biografie di artisti a fumetti.

L’utilità didattica di questo tipo di fumetti può andare in una doppia direzione: un approfondimento e un confronto più denso in quegli istituti che prevedono lo studio della storia dell’arte, e uno più introduttivo in quelli che non lo prevedono, magari affrontando appunto l’autore, tramite il fumetto, come approfondimento personale di un allievo in parallelo al periodo storico in cui si colloca e alle coeve tendenze letterarie.

 

 

Il recente volume a fumetti sulla vita di Munch edito da Douglas Edizioni è un testo che va in questa possibile direzione.  Gli autori, Marco Ferrandino e Germano Massenzio, creano infatti una biografia a un tempo stesso fedele, in grado di costituire un buon possibile primo approccio al personaggio, ma anche arricchito da un uso personale del linguaggio fumettistico, che rende interessante anche sotto questo profilo la lettura.

Come evidenzia anche la bella prefazione di Marco Pacella, il punto di partenza assunto per la narrazione è interessante, partendo da un punto in medias res, da un punto di rottura: “il pubblico non ne ha capito il valore seminale, ancora si indigna o sghignazza come quando trent’anni prima, al Salon des Refusès, rideva davanti alla “scandalosa” Colazione
sull’erba di Édouard Manet.”

E interessante è anche la scelta di iniziare con la “pagina nera”, con un voice over che inizialmente può spiazzare il lettore che non riesce ad associarlo a un personaggio.

 

 

 

 

Le sequenze immediatamente successive non chiariscono subito il dilemma, perché la telecamera virtuale inquadra solo i dipinti e l’autore, come se chi parla – di lui – fosse tagliato fuori dall’inquadratura. In verità, però, capiremo che sono i suoi stessi dipinti a parlare, ricostruendo la sua biografia. Un espediente che sottolinea, in fondo, un concetto logico ma che è ribadito qui in modo originale: che è innanzitutto la stessa pittura, le stesse opere a “parlare per l’artista”. Cosa che è particolarmente vero per Munch, il cui tormento reale rifluì nelle opere più autorevoli e iconiche dell’espressionismo.

Si tratta, tra l’altro, dei dipinti di “Fregio della vita”, esposti insieme nell’esposizione da cui parte la storia, e che si intendono, da parte dell’autore, da fruirsi insieme nel ricostruire appunto un quadro generale del senso dell’esistenza (vedi ad esempio qui). A suo modo, quindi, una riflessione sulla “arte sequenziale”, in cui i singoli quadri confluiscono nella creazione di una “opera totale” più ampia. Un qualcosa che ritorna anche nel fumetto, che di fatto rende i quadri di Munch non solo suoi personaggi, ma anche sue vignette.

 

 

 

Un aspetto che sottolineerà ulteriormente questa particolarità della narrazione disegnata, che consente così di inserire in modo abbastanza fluido nel racconto un alto numero di opere, è il contorno smussato delle vignette, che paiono così fluttuare in modo libero nello spazio bianco della tavola, particolarmente ampio ed arioso.

Una ariosità che viene confermata anche dal disegno e dal colore della storia, a parte ovviamente gli inserti dei dipinti dell’autore. Il disegnatore Massenzio adotta infatti toni delicati, leggeri, che interagiscono bene con la potenza dirompente delle opere di Munch, sicuramente non facili da amalgamare proprio in virtù della loro imponenza visiva.

 

 

 

 

 

Non solo nell’opera appaiono molti dipinti munchiani, ma in alcuni punti montaggio della tavola di fumetto è usato per segmentare un dipinto nelle sue componenti (p. 91), permettendo di apprezzarne al meglio i vari dettagli e particolari. Una tecnica spesso usata dai libri d’arte, anche non connessi in senso proprio al fumettismo, ma che qui viene recuperata e inserita nella narrazione in modo efficace.

 

Un particolare aggancio storico può essere costituito dalla ultima sequenza narrativa, in cui si vede come il nazismo inserisce Edvard Munch tra gli autori identificati nel 1937 come esponenti della “Arte Degenerata”, sottoposti a un feroce attacco da parte del regime nazista nei suoi frequenti roghi di opere letterarie e artistiche. Curioso ricordare come Hitler fosse, a sua volta, un pittore mediocre, scartato dall’Accademia, ancorato a un classicismo sterile , un vacuo paesaggismo (che oggi ha ovviamente quotazioni alte per, diciamo, la “curiosità” delle opere, specie in un particolare pubblico) che influenza l’ostilità sua – e del nazismo – verso l’innovazione artistica.

 

 

Alcuni materiali finali sono piuttosto utili in una concezione didattica: in conclusione, innanzitutto, vengono riportate le opere citate e, con asterisco, si chiarisce quali sono state rielaborate. In questo modo, c’è già pronto un riferimento concreto per lavorare ulteriormente di raffronto tra il testo fumettistico e quello artistico originale.

Molto interessante è poi anche la scheda di chiusura (non firmata, ma di Francesco Chiatante ) sull’enorme fortuna dell’Urlo di Munch (nella storia a fumetti, abbiamo visto le altre opere infastidite per questo) anche nei fumetti, dai Simpson a Dylan Dog, fino alle emoij dei social e alla memetica. Un approccio moderno, attualizzante, che può essere utile per far comprendere la rilevanza di Munch nel nostro immaginario collettivo, a partire dalla sua opera iconica per poi superarla nella comprensione del suo impatto globale.

 

 

In conclusione, quindi, un’opera sicuramente godibile in sé, dagli appassionati di fumetto intrigati da queste tematiche artistiche, che consentono anche una riuscita visuale del volume, che ha una sua bellezza. In ambito didattico, oltre al riferimento proprio – storia dell’arte – si può agevolmente collegare Munch ai temi storici della sua epoca, e – come già evidenziato – anche al tema dell’Arte Degenerata, collegabile al tema del nazifascismo. Inoltre, la sua espressione dell’angoscia esistenziale è tipica, in altri modi e altre forme espressive, anche della letteratura del Novecento, età di crisi del soggetto, e si può quindi collegare, in modo più analogico, a Pirandello e Svevo, o altri autori dove, magari, si affrontino letterature straniere, da quella inglese (Joyce, ad esempio) a francese, spagnola, tedesca nei linguistici.

L’opera è quindi consigliabile come spunto di partenza per un lavoro per la classe quinta o – in modo più assistito, o per un ragazzo più maturo – per la terza media. Idealmente, è ovvio, sempre come punto di partenza per arrivare a una più ampia conoscenza diretta dell’autore.

 

Abbiamo parlato di:

Munch
Marco Ferrandino, Germano Massenzio
Douglas Edizioni, 2023
120 pagine, brossurato, colori – 16,00 €
ISBN: 9791280591159

Il volume è in prevendita sul sito douglasedizioni.com fino a mercoledì 12 aprile 2023 dove potrà essere acquistato ricevendo così in omaggio uno sketch originale di Germano Massenzio.