Escursioni a fumetti nel canone letterario.
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Escursioni a fumetti nel canone letterario.

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Introduzione

Domani questo blog compie esattamente due anni: l’occasione giusta per fare il punto della situazione. Lo scopo di questo “Come un romanzo” è stato – ed è tuttora – la ricognizione del rapporto tra letteratura e fumetto, in particolare indagato tramite il tema degli adattamenti letterari, su cui si sono concentrati anche (in modo non esclusivo) i miei interventi su Lo Spazio Bianco vero e proprio.

Perché ritengo importante l’analisi e la costruzione – qui seminale, in bozza… – di un canone degli adattamenti letterari a fumetto (qui soprattutto italiani)? Perché, a mio avviso, possono costituire un grimaldello importante (certo non l’unico) per l’inserimento del fumetto nel canone generale degli studi umanistici nella scuola superiore.

Non ignoro, a margine, un’obiezione frequente formulata soprattutto da fumettisti a questo scopo: il fumetto dovrebbe conservare un carattere “piratesco”, di lettura proibita, non certo consigliata dagli insegnanti, e così via. E, in parte, si può anche essere d’accordo. Ma la maturità del fumetto come medium passa anche tramite la consapevolezza della sua poliedricità: è sensato che esistano (e attraggano anche di più) “fumetti non scolastici” accanto a fumetti che possono essere tranquillamente inseriti in questo canone. Una relativa marginalità del fumetto emerge anche dal fatto che, finora, il fumetto non è mai apparso nelle tracce della maturità, che ha trattato già fenomeni all’apparenza più marginali ed eclettici, come l’ufologia e le emoji. Ne ho parlato qui.

Non nego che questo inserimento possa sembrare in parte un escamotage. Non vi è ragione per cui, soprattutto nel secondo Novecento, non si tratti del fumetto perlomeno italiano come di un fenomeno di piena e autonoma dignità culturale, si tratti di fumetto seriale o meno.  Tuttavia è poco realistico: il programma del Novecento, confinato in quinta, è decisamente affollato, e molte altre arti avrebbero pari diritto di entrare a far parte della cultura generale (cinema e musica, per cominciare).

Invece, come ho già avuto modo di scrivere, un inserimento trasversale al canone potrebbe consentire di spalmare riferimenti sui tre anni dello studio della letteratura italiana. Il perché scegliere un rapporto con la storia letteraria e non la storia dell’arte tra le discipline attualmente insegnate (oltre al mio personale punto di vista di insegnante di lettere, per quanto io abbia svolto anche le materie di studio necessarie all’insegnamento storico-artistico) è ovviamente l’assenza di storia dell’arte nelle scuole superiori non-liceali.

Può essere interessante notare che il massimo nemico teorico dei comics, Wertham, riteneva pericolosissimi gli adattamenti letterari “alti”, per lo sdoganamento del medium che egli – senza successo – avversò negli anni ’50 (vedi quanto ne ho scritto qui).

Idealmente, credo che l’approccio non debba essere quello “didascalico” dei Classic Illustrated (vedi quanto ho scritto qui), ma un’occasione, oltre che per far conoscere fumetti autonomamente validi, per riflettere sul concetto stesso di “adattamento” (esattamente come dovrebbe avvenire col cinema): non quindi una trasposizione “semplificativa”, ma una lettura specifica di un fenomeno.

Riporto dunque qui una bozza di questo possibile percorso parallelo di storia letteraria del fumetto tracciato in questi anni. Mi pare superfluo specificare che non si tratti di un percorso esaustivo, ma di una bozza che riflette inevitabilmente interessi e riflessioni mie personali. In ogni caso, se era necessario, è stato precisato.

Classe Terza – Dal Trecento al Cinquecento

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Cominciando con Dante, il padre della letteratura italiana ha goduto di un omaggio vasto, affezionato e ricco da parte del fumetto, di cui ho trattato qui. Dante è molto amato dal fumetto, ovviamente per la sua natura di inventore dell’inferno, spesso citato in varie forme, anche molto lasche, dal fumetto fantastico.

Degli altri due membri delle “tre corone” della letteratura italiana (ed europea), vi è invece meno: sarebbe logico lo scarso approccio a Petrarca, trattandosi di poesia “non narrativa”, che quindi non si presta (se non magari in forma “sperimentale”) all’adattamento in altra forma di narrazione, come il fumetto. Ma, invece, paradossalmente per Petrarca un ottimo fumetto c’è: è quello di Kleiner Flug, di cui ho trattato qui.

Ma pochissimo c’è invece di Boccaccio, o non perlomeno di così rilevante, se non vogliamo considerare l’omaggio “spurio” (e forse più inconscio che sistematico) in certo “boccaccesco” di  Pazienza , dove le beffe di Zanna/Colas ai danni di Petrazza rievocano Bruno, Buffalmacco e lo sventurato Calandrino. E probabilmente c’è altro, in modo ovviamente strumentale, nel boccaccesco del fumetto erotico anni ’60-’70. Una riflessione sul “boccaccesco” (filmico, ma anche fumettistico) sarebbe in realtà interessante, ma temo poco inseribile in un canone scolastico.

Il ‘400 è un secolo meno ricco di riferimenti letterari (se non di tipo poetico, come già detto). Non mancano però qui, ormai, buoni esempi di fumetti in grado di fare un quadro della Firenze di Lorenzo De Medici, di cui ha trattato, qui e in altri fumetti, l’editrice Keiner Flug.

Sui poemi cavallereschi di fine Quattrocento e soprattutto Cinquecento, invece, si trova abbastanza, già schedato e analizzato da un sito dedicato di grande rigore accademico, “Arabeschi”, di cui ho parlato – aggiungendo qualcosa, in questo articolo qui.

Classe Quarta – Dal Seicento all’Ottocento.

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Passando al Seicento, invece, è ormai per fortuna sdoganata la necessità di dare una giusta centralità alla realtà europea a scapito del Barocco italiano, a partire da Shakespeare, di cui in Italia abbiamo avuto uno degli adattamenti fumettistici più rilevanti, quello di Gianni De Luca. Ne ho trattato quiqui e qui:

A margine: di quasi tutto si può sempre trovare – e ad ottimi livelli – una parodia della Disney italiana. Cito quella, relativamente recente, sull’Amleto, ad opera di Salati che è anche tra i contributori blogghistici dello Spazio Bianco. Ma molte potrebbero essere le opere interessanti.

Accanto a Shakespeare, importante è il riferimento a Cervantes. Il riferimento principale è l’ottimo adattamento di Jacovitti (di cui avevo accennato qui in apertura del blog, senza poi scriverne: rimedierò). L’inquisitore invece, uscito per Le Storie bonelliane, descrive bene il mondo del ‘600 di Cervantes, pur non trattando l’autore in forma propria.

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Passando al Settecento, è stato adattato Goldoni, ma anche, complice il progetto ambizioso del La Rosa-verso, Parini. E, sullo scorcio del secolo, Foscolo e Leopardi.

Nell’ipotetico capitolo dedicato all’Ottocento nella nostra antologia non potremmo mancare un accenno sulla nascita del fumetto (con Max e Moritz e compagni). Su Manzoni, invece, troveremo una ricchezza fumettistica notevole, anche al di là del LaRosaVerse, che ci ha offerto una rilettura cartoonistica di autori altrimenti insperabili. Probabilmente nel caso di Manzoni ha inciso davvero la sua fortuna scolastica nel favorire questa ripresa nel fumetto: ne ho trattato più ampiamente qui.

Ma è soprattutto il discorso del gotico letterario consentitoci dal Romanticismo ad avere molti possibili spunti. Davide Barzi, uno degli sceneggiatori che più  si è dedicato, di recente, all’adattamento letterario, crea un perfetto sulfureo connubio tra Lombroso e De Amicis. (A margine, nella letteratura “per ragazzi” andrebbe approfondito anche il Pinocchio di Collodi, anche perché il suo “secondo padre”, l’illustratore cuneese Attilio Mussino, è il padre del fumetto italiano col suo BilBolBul). Del rapporto tra Pinocchio e fumetto ho scritto qui, mentre qui ho esaminato il Pinocchio di Marco Corona, uno dei punti più alti, visivamente, di tale intersezione.

Ma molto si potrebbe dire a partire da Frankenstein, con un occhio di riguardo al lavoro di Crepax sul gotico. o su Jekyll, dove è Mattotti ad offrirci una interpretazione di particolare interesse. E sicuramente un riferimento si potrebbe fare particolare si potrebbe fare a Wells e alla nascita della fantascienza moderna (nell’articolo cito una rilettura sclaviana, ma probabilmente centrale sarebbe qui – non solo per Wells – la Lega degli uomini straordinari di Alan Moore).

Classe Quinta – Il Novecento

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Data la sua importanza, Verga risulta piuttosto scoperto in quanto ad adattamenti fumettistici autorevoli: c’è solo questo recente, valido lavoro su Rosso Malpelo, e c’è qualche altro lavoro sulle novelle (di Fabia Mustica, e di cui online si trova pochissimo), ma i due romanzi risultano finora non affrontati.

Notevole è il recente lavoro di Zapico su Joyce, riferimento ormai imprescindibile anche per via delle sue liasons con Svevo (anch’egli non adattato finora). Su Pirandello vi sono alcuni adattamenti delle novelle, ma certo la sua teoria delle maschere si presta bene a riflessioni sul tema del supereroe, che emergeva nel fumetto americano proprio durante la fase tarda della sua produzione ed esistenza (vedi qui, su Lo Spazio Bianco, ad opera di Andrea Mazzotta).

Di D’Annunzio vi sono soprattutto fumetti biografici (ad esempio questo, recente), data la centralità del rapporto tra vita ed opera d’arte nel suo estetismo superomista, che porta – da un altro approccio – a una possibile riflessione sulle declinazioni del superman. Di Marinetti, similmente, vi è la vita fumettata da Pablo Eucharren.

Arrivati agli anni ’50 del secondo dopoguerra, il canone italiano risulta nel complesso ancora in costruzione – pur in presenza di alcuni punti fissi.

Poco è presente del Neorealismo storico, centrale nel programma secondo-novecentesco: la categoria neorealistica però potrebbe offrire paralleli con altre esperienze fumettistiche e letterarie (vedi ad esempio qui). Ben poco però è finora stato adattato a fumetto di Pavese, Fenoglio, Vittorini e soci. Di Elio Vittorini, ovviamente, va affrontato il rapporto con i fumetti sul Politecnico, nel 1945-47.

Andrebbe sicuramente recuperato nel canone letterario, in un neorealismo di destra, un autore come Guareschi, di cui Davide Barzi va operando un monumentale adattamento con una nutrita squadra di autori (ne ho scritto quisul primo pezzo del blog, e varie volte su Lo Spazio Bianco). Un recupero per l’oggettiva importanza di Guareschi, ma che sarebbe meritoria anche per il ruolo svolto da Guareschi come scrittore, cartoonist e fumettista (con un’opera semisconosciuta come il Dottor Mabuse che meriterebbe recuperare).

In modo simmetrico, ma ormai in gran parte riconosciuto, è da approfondire Pasolini, che con Guareschi ebbe anche un “match pugilistico” filmico: per il valore intrinseco, ma anche per le interessanti riflessioni sui nuovi media nei suoi “scritti corsari” (anche di questo, ci sarà da scrivere). Ne ha scritto Fumettologica qui, con una breve sintesi. Il lavoro di Toffolo su Pasolini, del 2002, è seminale della recente riscoperta del romanzo e della letteratura da parte del fumetto, anche in Italia.

Anche di De Filippo è presente, come per Guareschi, un lavoro di recupero filologico a fumetti notevole, di cui ho accennato qui e in altri pezzi su Lo Spazio Bianco.

Brecht, oltre alla sua importanza autonoma, è invece rilevante per la sua connessione col teatro milanese di Strehler, che sempre Barzi ricostruisce bene qui.

Altro recupero nel canone di un autore fondamentale e ingiustamente accantonato (viene molto utilizzato nella scuola media e nel biennio, parlando del fantastico) è Dino Buzzati, che ha ovviamente anch’egli il merito di un approccio al fumetto con il suo Poema di stampo orfico.

Pienamente integrato ormai nel canone è invece Italo Calvino, che parimenti ha numerose liasons col fumetto, pur non essendone mai stato un autore. Di questo rapporto ho parlato in varie misure in molti scritti sullo Spazio Bianco e sul blog. Vedi qui, ad esempio, e qui per un parallelo con Asterios Polyp, la grande opera, a mio avviso, degli anni 2000.

Altri articoli ancora su questa intersezione sono questi (e c’è anche un recente omaggio in un Color Fest di Dylan Dog).

https://www.lospaziobianco.it/intervista-a-roger-olmos/

https://www.lospaziobianco.it/calvino-castello-vignette-incrociate/

Calvino insomma è ben rappresentato nel fumetto.

Allo stesso modo, è in via di ricezione nel canone un autore del calibro di Umberto Eco, che nuovamente è legato a filo doppio anche allo sdoganamento del medium fumettistico (e di cui non ho ancora avuto modo di scrivere su questo blog). Un ruolo analogo ebbe, come critico, Gillo Dorfles, di cui ho scritto.

Come ho già avuto modo di scrivere, invece, nel Novecento più recente, tra gli scrittori-fumettisti, dopo Guareschi e Buzzati, meriterebbe un posto nel canone letterario anche un autore come Tiziano Sclavi. Ne ho scritto varie volte, anche sul mio blog personale “Barberist”, e in particolare qui.

Similmente, anche il principale autore francese del nostro periodo, Daniel Pennac, ha una intensa attività di scambio tra letteratura e fumetto: in questa chiave, un recupero del Novecento estero più recente (importante in sé) sarebbe interessante anche nella chiave del nostro percorso integrato tra letteratura e fumetto:

https://www.lospaziobianco.it/pennac-cestac-romanzo-esemplare/

https://www.lospaziobianco.it/comeunromanzo/principio-della-ragione/

Questo, in sintesi e con molte omissioni, il quadro che è emerso da questi due anni di ricerche (e già dalla sintesi qui sopra emergono vasti spazi ancora aperti da indagare, che cercherò di colmare nei prossimi anni). Chiudo con due riferimenti trasversali, metaletterari, che hanno costituito due delle riflessioni più brillanti sul concetto stesso di canone letterario, e che potrebbero costituire una degna chiusa anche di questa nostra immaginaria storia della letteratura con robuste schede a fumetti. Da un lato, la decostruzione di Sikoryak; più cerebrale, dall’altro, quella divertita e dissacrante, ma non banale, di Deadpool.

E in attesa che qualche editore scolastico coraggioso tenti la strada di una storia letteraria per le superiori con (anche) un dossier sul fumetto, direi che per quest’anno è tutto. Torneremo a una riflessione di sintesi, probabilmente, in occasione di un successivo anniversario del blog. Per intanto, per fortuna, un mare di adattamenti a fumetto ci attende.

6 thoughts on “Escursioni a fumetti nel canone letterario.

  1. Complimenti, un lavoro immagino enorme e a dir poco interessantissimo.
    Da appassionato di fumetto e fuori da qualsiasi dinamica educativa, non riesco a trovarmi completamente d’accordo con questo tipo di approccio. Capisco benissimo le esigenze e le limitazioni che hai esposto già nelle prime pagine del tuo articolo ma riesco a convincermi del tutto che questa, anche se intrapresa, possa essere la trada giusta verso una riconosciuta dignita del medium fumetto.
    L’adattamento letterario rischia di far passare il fumetto come facilitazione, un bignami disegnato, un sorta di scorciatoia la quale rischierebbe di far perdere di vista, sia il valore dell’originale sia della controparte fumettistica. La mia paura è insomma quella del, nuovamente, mancato riconoscimento del linguaggio in quanto tale e autonomo. Questa mia visione è figlia probabilmente delle mie personali esperienze scolastiche; gli adattamenti filmici a cui ci obbligavano professori e maestre non mi hanno mai trasmesso ne la passione per il grande schermo ne sono stati mai in grado di farmi capire l’opera originale meglio.
    Probabilmente la strada intermedia più interessante da percorrere sarebbe quella segnata da autori più contemporanei e penso, come hai già segnalato, a Buzzati, Guareschi, Pennac i quali mostrano, nell’utilizzo dei due lingiaggi, la soddisfazione di esigenze espressive diverse non del tutto sovrapponibili.
    Chiaramente saremmo di nuovo costretti ad una visione temporale limitata al solo novecento, ma dobbiamo anche ammettere che il fumetto è tipica espressione del novecento e forse come tale andrebbe affrontato.
    Mi sono permesso di aprimere queste mie perplessità mosso dall’enorme stima che nutro nei tuoi confronti e nel lavoro che stai svolgendo qui e sul tuo blog e perchè, in fondo, qui ho sempre ritrovato un approccio molto familiare a questo mondo.

  2. Grazie intanto per il ricco commento, praticamente un “guest post” sull’argomento!
    Sì, naturalmente i tuoi dubbi sono legittimi, e infatti io stesso riconosco che in parte è un “escamotage”.

    Lo spazio ideale per parlare di fumetto in collegamento alla letteratura è a mio avviso il biennio delle superiori, dove si affrontano, in modo propedeutico, i generi letterari: il fantastico in prima (fantasy, fantascienza, horror…) e il realismo in seconda (romanzo storico, sociale, psicologico…); nelle medie, solitamente, si sviluppa in educazione artistica. Il mio “espediente”, diciamo, sarebbe un’ipotesi per continare a farlo anche in connessione al triennio delle superiori.

    Non è detto che debba essere l’unico modo: e di certo, giunti al Novecento, in quinta, si potrebbe parlare di fumetto in modo autonomo, come accenno (con magari le connessioni al canone che ho evidenziato, o altre). Nel corso degli anni precedenti sarebbe interessante magari esaminare la famosa “arte sequenziale” che ha preceduto il fumetto moderno.

    Tuttavia la riflessione sull’adattamento la ritengo importante, purché ovviamente non ricada nel “didascalismo” ma come occasione di riflettere su cosa cambia tra – idealmente – romanzo, fumetto, film. Forse il modo per evitare il didascalismo è considerare opere che non sono adattamenti “lineari”, ma – come alcune che ho proposto – riprendano un tema rileggendolo in modo significativo.

    Insomma, in ogni caso grazie di nuovo per l’occasione di aggiungere qualche postilla al ragionamento 🙂

  3. Mi sono fatto un pò prendere la mano dalla scrittura, ma l’ho fatto con il solito piacere di scrivere in questo “luogo”.
    Credo tu abbiamo proprio ragione quando affermi la necessità di non cadere nel didascalismo, è esattamente il punto del mio ragionamento.
    Seguirò molto volentieri gli sviluppi di questo tuo progetto, sicuramente ambizioso ma di cui il fumetto credo abbia bisogno.

  4. Grazie ancora per il contributo e per gli eventuali interventi futuri!
    L’approfondimento sul rapporto tra scrittori del Novecento e fumetto è un tema su cui intendo ritornare.

  5. Buongiorno, sono la bibliotecaria di una scuola media superiore di Treviso, sono interessata ad avere il vostro catalogo completo da passare agli insegnanti per ordinare dei fumetti su autori studiati al 5 anno e su fatti storici. Garzie Giulia

  6. Gentile Giulia, si tratta semplicemente di un articolo “di sintesi” che fa il punto su vari argomenti da me trattati sul rapporto tra letteratura e fumetto in questo blog. Non c’è purtroppo un catalogo di riferimento. Buona serata!

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