Maneggiando un amuleto Maya l’indolente messicano Cico – momentaneamente separato da Zagor, che solitamente assiste nelle sue avventure – viene catapultato nel passato fino all’Antica Grecia, dove incontra Socrate.
Con l’idea del viaggio nel tempo attraverso varie epoche alla base di questa miniserie – ideata e realizzata, prima volta in SBE, nel giro di soli 6 mesi – Tito Faraci sfrutta sia il carattere del protagonista che fatti e personaggi storici: i punti di forza del fumetto sono infatti la figura di Socrate, su cui si ironizza brillantemente con il tormentone del “so di non sapere”, quella di sua moglie Santippe e l’umorismo verbale, che Faraci ha dimostrato più volte – specialmente in Disney – di saper padroneggiare: lo sceneggiatore sembra aver ritrovato, tra Cico a spasso nel tempo e Ridi Paperoga, quella vena comica su cui spingeva efficacemente già vent’anni fa.
Mai dire Maya è una storia semplice e leggera, nel senso migliore del termine, che intrattiene e in un paio di punti diverte molto, il tutto abbellito dai disegni di Walter Venturi: con tavole caratterizzata dalla griglia classica, l’artista riempie le vignette di dettagli dell’epoca in modo coerente, dalle ambientazioni agli abiti, e offre anche alcune quadruple di grande effetto. La colorazione non spicca particolarmente, senza effetti particolari, e si limita ad accompagnare il disegno senza guizzi.
Apprezzabili la postfazione di Faraci e l’idea della tavola finale con un artista-ospite, in questo caso Sio, anche se le tre strisce pubblicate non rappresentano certo il meglio delle sue capacità comiche, con un risultato sottotono.
Abbiamo parlato di:
Cico a spasso nel tempo #1 – Mai dire Maya
Tito Faraci, Walter Venturi, Mad Cow
Sergio Bonelli Editore, 1 giugno 2017
66 pagine, brossurato, colori – 3,50 €
ISSN: 977223901100370004