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Cent ans dans les Balkans: la BD en résistance: i fumetti dell’Ex-Jugoslavia sbarcano a Bruxelles

4 Novembre 2014
Prosegue fino a metà novembre l’esposizione ospitata dal Centre Belge de la Bande Dessinée di Bruxelles e dedicata alla produzione fumettistica tra Slovenia e Repubblica di Macedonia
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A cento anni dallo scoppio della Grande Guerra, in questo 2014 numerose mostre e iniziative culturali hanno ripercorso gli avvenimenti salienti che caratterizzarono il primo conflitto mondiale. Sulla scia delle celebrazioni il Centre Belge de la Bande Dessinée ha scelto per ricordare l’anniversario un’originale esposizione: un approfondimento della cultura fumettistica dei paesi dell’Ex Jugoslavia, la cui capitale – Sarajevo – finì sotto i riflettori proprio per l’avvenimento che innescò la Prima Guerra Mondiale.

La mostra è effettivamente un’occasione unica per ripercorrere una produzione en résistence – da qui il titolo della mostra – non notissima al pubblico europeo, attraverso cui si sono rispecchiati i cambiamenti socio-politici dei territori ora compresi tra Slovenia e Repubblica di Macedonia: un’area geografica che, nonostante le differenze culturali (purtroppo emerse con violenza nella guerra civile di fine Novecento), ha avuto secondo i curatori un destino simile lungo tutto il corso del XX secolo. E grazie al percorso tracciato dall’esperto sloveno Štefan Simončič, chiamato per l’occasione dal CBBD come commissario dell’esposizione, ripercorriamo cento anni di storia di una produzione il cui rapporto con il potere sarà sempre problematico.
Un contrasto che emerge fin da uno dei primissimi autori jugoslavi, il “combattivo” sloveno Hinko Smrekar (1883-1942), sostenitore del panslavismo (il movimento che aspirava all’unione dei popoli slavi): è del 1919 la pubblicazione del suo Črnovojnik, libretto satirico contenente illustrazioni con l’uso anche di nuvolette, che fanno di quest’opera una precursora dei fumetti contemporanei. Negli anni Venti giungeranno invece in Jugoslavia artisti russi – emigrati a seguito della Rivoluzione d’Ottobre – come Sergei Mironovič Golovčenko, creatore nel 1925 della serie Max i Maksić, ispirata a Max e Moritz di Busch. In questi anni anche il fumetto italiano funge da ispirazione, grazie allo sloveno Milko Bambič che per il suo Zamorček Bu-bu-ci (1927) si rifà al Bilbolbul di Attilio Mussino.

Ma è la pubblicazione nel 1935 della serie di Alex Raymond Agente segreto X-9 ad aumentare l’interesse per il fumetto in Jugoslavia, con la fondazione tra l’altro da parte di artisti russi del “Beograjski krog” (Il circolo di Belgrado). Ironicamente sarà la fine della Seconda Guerra Mondiale e il nuovo potere socialista a diminuire questa produzione, ma l’apertura di Tito all’Occidente permetterà – soprattutto dal 1952 – un nuovo boom della Nona Arte: con il ritorno della rivista “Politikin Zabavnik” (Fumetti di Politica) di Walter Neugebauer, che aveva esordito a fine anni Trenta, o la comparsa di Zvitorepec di Miki Muster.
Nuove pubblicazioni e nuovi generi si diffondono, fino alla comparsa di una produzione underground negli anni Settanta, con la pubblicazione a Lubiana dell’album Magna Purga (1977) di Kostja Gatnik e di riviste quali “YU” (1977-1986) e “Novi Kvadrat”.
Sarà la terribile guerra civile (1991-1995) a dissolvere il “fumetto slavo”, con la maggior parte degli autori che troveranno rifugio editoriale all’estero (Francia, Italia, Stati Uniti) e una difficile sopravvivenza di un mercato interno limitato per lo più a fanzine clandestine serbe e croate. L’unica eccezione si rivela la rivista “Stripburger” (1992), “scambio internazionale” tra autori dell’ormai Ex-Jugoslavia e non. Si arriva quindi ai giorni nostri con una produzione alquanto ridotta (eccezion fatta ancora una volta per Serbia e Croazia) a causa principalmente della globalizzazione del mercato, con una però netta e positiva inversione rispetto ai decenni precedenti: un sensibile aumento di opere a firma di artiste donne.

Se il viaggio di cento anni fornito dal CBBD ha il pregio di esporre una vasta collezione di tavole originali, a corredo dei materiali si fa sentire la mancanza di un percorso che guidi maggiormente il visitatore entrando nel dettaglio delle opere esposte, rischiando di non far godere appieno delle loro innovazioni grafiche e narrative. Altro neo dell’iniziativa è il non focalizzarsi – come ammesso nella stessa introduzione – sulle opere delle fumettiste contemporanee. Un peccato per un progetto espositivo importante per far luce su una produzione che – a causa dell’appartenenza a paesi considerati “marginali” nella storia della Nona Arte – viene raramente esplorata dalla saggistica di settore. E questo nonostante il suo interessante intreccio con la storia e la politica europea dal Novecento in poi.

Cent ans dans les Balkans. La BD en résistance
Una mostra prodotta e realizzata dal Centre Belge de la Bande Dessinée. Commissario: Štefan Simončič
Centre Belge de la Bande Dessinée, Bruxelles, 3 giugno – 16 novembre 2014
Orari: martedì-domenica 10:00 – 18:00
Biglietti: intero 8 euro, ridotto 3-6 euro (ingresso per tutto il CBBD)

Maya Quaianni

Maya Quaianni

(Milano, 1984) Da sempre appassionata di fumetto e animazione, dopo aver frequentato il liceo artistico sperimentale si iscrive all’Università degli Studi di Milano dove si laurea in Scienze dei Beni Culturali – indirizzo Cinema in Storia del Cinema d’Animazione con il professor Giannalberto Bendazzi, con una tesi sulla serie animata nipponica Cowboy Bebop. Sempre alla Statale prosegue gli studi in Scienze dello Spettacolo e della Comunicazione Multimediale, laureandosi con la tesi “Studio 4°C: un caso particolare dell’animazione giapponese”. Collabora con la Fondazione Franco Fossati nella realizzazione di mostre a tema fumettistico e sull'animazione, e appena può si occupa di critica d’animazione (per esempio sul sito sushiettibili.it). Tra i suoi interessi principali vi sono le arti visive in toto e l’interazione tra differenti mezzi artistici (fumetto, cinema, teatro, animazione, illustrazione). Le sue letture fumettistiche spaziano dai manga alle graphic novel, di qualsiasi landa ed epoca, con una predilezione per le opere dotate di una forte impronta autoriale e un’attenzione particolare all’aspetto visivo.

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