Ogni volta che leggo e penso a Warren Ellis e leggo il suo curriculum, due concetti mi balenano nella mente: quello di produttività e quello di duttilità narrativa. Insomma, stiamo parlando di uno dei più grandi scrittori di fumetti del pianeta, capace di saltare da Planetary a FreakAngels da Thor a Batman, da Transmetropolitan a Injection. Opere che sembrano così diverse tra loro, ma che mantengono sempre un filo conduttore comune, o meglio un intreccio di fili che distinguno Ellis da ogni altro sceneggiatore di fumetti: sono tutte storie cariche di ironia caustica, di violenza a volte estrema, di amore per la fantascienza e di personaggi creati e approfonditi con poche, semplici pennellate, senza fronzoli eppure completamente e profondamente umani.
E non importa se si stiano leggendo capolavori (sì, questo è il termine giusto) come Transmetropolitan o Planetary, o se ci si trovi davanti a produzioni in un certo senso minori, meno pubblicizzate o a volte semplicemente un po’ meno riuscite. Anche quando non al meglio della sua forma, diciamo al 70%, Ellis riesce sempre a dare qualcosa di interessante al lettore e risultare più interessante del 70% degli scrittori che lo circondano.
Questo discorso è calzante per Cemetery Beach, miniserie in sette capitoli pubblicata per Image Comics e adesso portata in Italia da Saldapress. Un’opera minore della produzione di Ellis, lo possiamo dire fin da subito, ma che fa divertire dalla prima all’ultima pagina. Le premesse sono semplici: l’agente speciale inglese Michael Blackburn viene mandato dalla terra su un mondo lontano per indagare l’esistenza di una colonia stabilita lì agli inizi del ‘900. Purtroppo, lo spaccone viene catturato dal regime totalitario istituito sul pianeta, mettendo in moto una serie di eventi distruttivi che coinvolgeranno anche la dissidente Grace Moody. In una corsa forsennata per raggiungere la nave di teletrasporto con cui è arrivato, i due si scontrano con l’esercito del Presidente Barrow in una spirale di violenza e devastazione, mentre i loro veri caratteri e le loro vere intenzioni iniziano ad emergere.
Parlavamo di divertimento, e questo è il primo elemento da mettere in risalto: Cemetery Beach è prima di tutto un fumetto d’azione fantascientifico, in cui Ellis dà libero sfogo alla sua fantasia, facendo affrontare ai suoi personaggi orrori tecnologi, esplosioni, assurdi ibridi steampunk, in un omaggio continuo a film post-apocalittici che trovano in Mad Max la loro più alta espressione. Ellis imposta un ritmo elevato e poi lascia il racconto dell’azione in mano a Jason Howard, che non lo delude realizzando scene dall’impostazione esemplare sin dalla prima vignetta, quello dello scontro tra Blackburn e il suo carceriere. Lo stile di Howard è ruvido, a tratti sgraziato, sporco ed esagerato, per questo totalmente in sintonia con le ambientazioni della storia. Il disegnatore si esalta soprattutto quando l’inquadratura si allarga e mostra paesaggi urbani decadenti in mezzo ai quali si accendono i fuochi delle esplosioni e degli scontri: esemplificativi sono le scene di inseguimento di pagina 21-22, o quella di pagina 57-61, o ancora di pagina 134-137. In generale, la costruzione della tavola di Howard è in continuo movimento, così come i corpi all’interno delle vignette, perennemente protese in avanti, in caduta, mai statiche.
Le inquadrature a loro volta cambiano repentinamente punto di vista e focalizzazione: una fiera del dinamismo più puro, che Ellis lascia sbizzarrire con molte scene senza dialoghi, affidate alle matite e ai colori di Howard, con esplosioni di arancione e rosso che squarciano i toni notturni e i colori plumbei del pianeta.
Accanto a questo, Ellis non dimentica di concentrarsi sui pochi protagonisti della vicenda, che seppur non brillando come personaggi indimenticabili riescono ad uscire dallo stereotipo tipico del genere. Blackburn è uno spaccone, spesso usato da Ellis come bocca satirica per commentare il nostro mondo, a tratti più assurdo del pianeta alieno, ma è anche un uomo che ha perso tutto, alla ricerca di una morte spettacolare. Moody è invece una macchina da guerra in lotta contro il sistema, non la tipica damigella in pericolo ma forse una tipica donna forte indurita dalla vita eppure ancora capace di una sensibilità inaspettata. A questo si aggiunge il presidente Barrow, un uomo dalle fattezze di un colosso con il carattere irascibile e crudele di un ragazzino viziato, aggrappato al suo potere e ai suoi privilegi. Anche in questo caso Howard fa un buon lavoro nel definire visivamente i tre personaggi, portando all’estremo le loro caratteristiche (i capelli di Moody, la stazza del presidente, la mascella “da supereroe” poco super di Blackburn); il disegnatore è inoltre bravo a rappresentare le loro espressioni, sottolineando i momenti più concitati ma anche quelli più riflessivi con la mimica facciale dei protagonisti.
Preso nel suo complesso, Cemetery Beach è un fumetto che può apparire (e in fondo lo è) piuttostso lineare, con una storia e dei personaggi ben scritti, sebbene non memorabili. Eppure, nonostante il carattere dell’opera, traspare tutto il divertimento e la sintonia dei due autori che creano un fumetto di piacevole intrattenimento: la che conferma che, dopo tanti anni e tante opere, Warren Ellis si sa ancora divertire e soprattutto, sa far divertire come pazzi.
Abbiamo parlato di:
Cemetery Beach
Warren Ellis, Jason Howard
Traduzione di Andrea Toscani
Saldapress, settembre 2019
160 pagine, cartonato, colore – 19,90 €
ISBN: 9788869196065