L’estate è un periodo di sonno per l’intrattenimento. Non ci sono grosse novità e vengono proposte per lo più repliche, sia alla televisione che al cinema. L’editoria a fumetti allo stesso modo non riserva di solito grosse novità: in Italia si aspetta le fiere autunnali per gli annunci, e pure negli Stati Uniti le novità editoriali spesso arrivano in autunno o nel periodo natalizio. A volte sono i lettori stessi a farsi le “repliche”, recuperando, grazie al tempo libero, la lettura di albi arretrati.
La grande industria del divertimento pero’ non dorme, non si rilassa ed anzi si prepara a nuovi “assalti” al pubblico, sempre più forti e mirati.
é il capitalismo dell’entertainment a fare notizia in questi giorni, con una mossa miliardaria che ha agitato gli appassionati (e non solo), rimbalzando in fretta tra notiziari e internet.
31 agosto 2009, la Walt Disney Company acquista Marvel. Forse una frase che fino a pochi anni fa avrebbe avuto poco senso, che avrebbe quasi fatto sorridere. Sì, perché a differenza di quello che crede la gran parte del pubblico italiano, i fumetti non sono mai interessati molto alla Disney e non sono mai stati una voce di guadagno per le casse del gigante californiano. I cartoon, il cinema ed infine il merchandising: questi sono i veri affari di cui si occupano, perché è con questi prodotti che si muovono le grandi cifre.
Il cinema appunto, nell’ultimo decennio, è stato il mezzo per far arrivare sulla bocca e agli occhi di tutti personaggi ed eroi che da tempo erano ormai relegati alle scarse tirature dell’editoria a fumetti statunitense. Dispiace infatti ammetterlo, ma i fumetti vendono molto poco, pochissimo negli Stati Uniti; i fumetti di supereroi negli ultimi anni sono stati messi in crisi, editorialmente dalla continua crescita del mercato dei manga e delle graphic novel, e in senso più ampio dal continuo espandersi dell’intrattenimento elettronico (grossa minaccia per l’editoria di tutto il mondo, perfino in un paese di grandi lettori come il Giappone dove fino a pochi anni fa i manga non dovevano preoccuparsi di dividere i loro spazi di mercato con l’intrattenimento tecnologico).
Film divertenti, tutto sommato ben riusciti e di appeal per tutta la famiglia come Spider-Man o I Fantastici 4, sono stati un toccasana per il mondo dei supereroi, più di ogni saga o miniserie rivoluzionaria o presunta tale.
Ecco la differenza con alcuni anni fa, quando immaginare questa acquisizione sarebbe suonato strano: oggi i fumetti sopravvivono anche grazie al cinema e ricambiano il favore ad una industria hollywoodiana in crisi di idee (i migliori spunti ormai sembrano arrivare solo dall’ambiente delle serie televisive). In definitiva é proprio dal mondo dei comics che provengono le storie per i più grandi blockbuster cinematografici degli ultimi anni. Deve essere proprio per questo che Disney oggi mette le mani sulla Marvel, e Marvel non può che trovare giovamento dall’acquisizione.
Disney acquista un prodotto, non delle storie, mentre la “casa delle idee” trova spazi nuovi, nuovi canali distributivi, non tanto per i fumetti, quanto più per i loro derivati: gadget, videogiochi, cartoni animati (basti pensare, non solo al cinema, ma anche ai canali televisivi di proprietà della Disney).
Tutto questo cosa comporta per gli appassionati del fumetto?
I responsabili Disney si sono già preoccupati di assicurare che lasceranno gli uomini della Marvel liberi di fare il proprio lavoro, quindi probabilmente questa grossa acquisizione non porterà cambiamenti sostanziali nella produzione dei fumetti di Spider-Man e colleghi in costume. I lettori probabilmente non potranno che giovare dalla nuova sicurezza economica e promozionale raggiunta dalla Marvel, ma non posso far a meno di diffidare ricordando quando alcuni anni fa Disney con Buena Vista acquisì i diritti di distribuzione delle opere del maestro del cinema di animazione giapponese Hayao Miyazaki: l’iniziale fiducia per la possibilità di un’ampia diffusione dei suoi film nei nostri cinema lasciò presto il posto al rammarico per una gestione mirata unicamente ad offuscare le opere del maestro perché presto diventate minacciose per i film animati statunitensi.
In questo caso gli intenti forse sono diversi; alla Disney mancano da anni le idee, mentre probabilmente alla casa delle idee mancavano i soldi che solo nuovi canali distributivi potenti e fitti possono dare, un favore reciproco quindi.
Mentre Disney si avvicina al mondo dei fumetti, intanto il mondo dei fumetti si riavvicina a Disney. Un altra importante novità degli ultimi mesi, che rischia pero’ di venire offuscata da questi ultimi sviluppi che forse hanno più a che fare con l’economia e la finanza che con i comics, riguarda proprio il futuro su carta di Topolino, Paperino e compari.
é risaputo che questi personaggi tanto diffusi nelle nostre edicole, in forma cartacea abbiano pochissimo seguito negli Stati Uniti. La gestione della pubblicazione delle loro storie in patria è sempre stata affidata a licenziatari e non curata da Disney in prima persona; alla fine del 2008, dopo quasi dieci anni di gestione, l’editore Gemstone ha cessato la pubblicazione dei titoli Disney a causa dei seri problemi economici che lo avevano messo in crisi. Il lavoro dell’editore si era distinto per la qualità, ma non aveva brillato per capacità di raggiungere un ampio pubblico, proponendo infatti pubblicazioni per collezionisti più che per giovanissimi: un po’ una contraddizione per il modo di intendere il mercato che ha la Disney.
Dopo alcuni mesi di assenza degli albetti di Uncle Scrooge o Mickey Mouse dagli scaffali delle librerie americane, a fine giugno è stato reso ufficiale l’accordo per la concessione delle licenze a Boom Studios, già impegnato nella pubblicazione delle storie a fumetti dei personaggi della casa di animazione Pixar, con i quali sta ottenendo ottimi risultati di vendite.
La gestione del Boom Studios si preannuncia rivoluzionaria e porterà un formato nuovo, più americano e popolare di quello Gemstone (che era simile al formato italiano) e molte storie recenti di produzione italiana.
Mentre i giornali riempiono i loro titoli con gli zeri delle cifre miliardarie della recente acquisizione effettuata dalla Disney, forse gli appassionati di fumetto sono in realtà più interessati al futuro dei loro eroi, siano eroi in costume che animali antropomorfi, e non a quanti soldi essi fanno guadagnare. Per questo, notizie come la ricomparsa dei fumetti Disney sugli stand americani (con sempre più storie italiane) è in realtà una novità che merita risalto.
Se si lasciano da parte le congetture ed il gossip, bisognerà ammettere che brutte notizie in realtà non ce ne sono. C’é da augurarsi che gli sviluppi di questa acquisizione portino solo ad un rinnovato e maggiore interesse negli eroi dei fumetti e non le già vociferate censure o soppressioni di titoli o personaggi. Con una buona di dose di scetticismo e diffidenza nei confronti di certe logiche di mercato, sarebbe forse l’ora di riconoscere che, laddove l’intrattenimento è massificato, stereotipato e vincolato da un minor numero di grandi canali e corporazioni, il valore artistico delle opere rischia di cadere in secondo piano.
Per le immagini, Peter Bagge
Riferimenti:
Marvel, il sito: marvel.com/
Walt Disney Company, il sito: www.disney.com/
Commento di Marco Lupoi, direttore Panini Comics: marcolupoi.nova100.ilsole24ore.com
Commento di Luca Boschi, autore e critico fumettistico: ucaboschi.nova100.ilsole24ore.com
Una raccolta di commenti da Comicus, a cura di Marco Rizzo: www.comicus.it
Riflessioni sui possibili sviluppi cinematografici (e non) dell’operazione: www.badtaste.it