Ora sì…. per forza…. qua insieme, qua insieme…. Adesso Enrico IV è per sempre!
(Enrico IV – Luigi Pirandello – terzo atto – Epilogo)
Il concetto di maschera fu largamente esplorato da Luigi Pirandello.
Nell’Enrico IV ad esempio, il premio Nobel siciliano racconta di un uomo che si finge folle per potersi sentire libero di fare e dire quello che vuole fino al punto in cui, dopo un atto di violenza, comprende che la sua maschera è diventata la sua condanna a vita.
Quando le maschere vengono associate ai fumetti prima che al cinema è impossibile prescindere dalla mitologia supereroistica e dal rapporto degli eroi con i loro alter ego. Se la distanza tra Peter Parker e Spider-man è colmata dallo spessore del suo costume, in Batman resta forte il dubbio che la maschera sia Bruce Wayne. Sul tema è noto anche il punto di vista di Quentin Tarantino, fissato nel monologo finale del secondo capitolo di Kill Bill, in cui si dimostra che la maschera di Superman è chiaramente Clark Kent: Superman si alza la mattina ed è Superman, non il timido cronista del Daily Planet.
La maschera che svela è il tema di partenza scelto da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro per realizzare Carnivalia – La Notte della Maschera di Fuoco. I due registi di Mine sono partiti da un presupposto semplice per scrivere un fumetto dai toni young a cui i disegni di Bruno Frenda e i colori di Francesca Cittarelli hanno dato forma: date a un uomo una maschera e vi mostrerà il suo vero volto.
Dopo il prison drama Quarantine Prophets e Carisma, il volume definito dallo stesso Guaglione un X-File dell’anima, Carnivalia è il terzo atto di un progetto creativo, una triade, che ha proposto temi e grammatiche narrative che rendono indipendenti i tre libri che la compongono, in attesa del quarto che sarà di raccordo.
Va detto però che, mentre i volumi libri che lo hanno preceduto avevano le caratteristiche del primo atto, del numero uno di due serie distinte, Carnivalia ha una struttura compiuta che, fedele al pubblico a cui è diretta, permette un’empatia verso i protagonisti senza lasciare trame aperte.
Così come per i volumi precedenti, anche in Carnivalia è evidente la passione per il medium e il rispetto verso gli strumenti che gli danno forma. Nonostante il cambio di contesto narrativo si riconosce l’identità narrativa di Fabio Guaglione, un talento che si manifesta nella consueta attenzione nel delineare i personaggi e nella cura dei dialoghi, che possono essere letti a voce alta senza apparire involuti.
Va detto che, scelto il tema e il riferimento narrativo, il rischio era di cadere in una trappola ipercitazionista che riportasse al fumetto firmato per Dark Horse da Doug Mahnke e John Arcudi e di conseguenza al film The Mask. Il rimando, soprattutto alle suggestioni del fumetto, è evidente ma allo stesso tempo viene elaborato e capovolto. La maschera di Carnivalia non nasconde, non trasforma, ma rivela.
La coerenza narrativa con il genere scelto è confermata anche dal tipo di tratto e colori impostati da Frenda e Cittarelli. Nelle oltre 140 tavole dominano un tratto pulito e colori che delineano in modo netto tanto gli ambienti quanto i momenti emotivi del racconto. La suggestione e il ritmo sono dettati dalla palette, mentre i testi si occupano dei dettagli.
La predominanza dei colori primari e il cambio repentino di tonalità conferiscono pathos ai diversi atti messi in scena. Il colore, utilizzando una metafora cinematografica cara ai due registi, è il tema musicale, un tema non invasivo ma capace di creare regolarmente l’atmosfera adeguata alla situazione, sia quando si tratta di momenti leggeri sia quando invece si passa all’azione In apertura, il colore intenso suona come i tamburi tribali che introducono la maschera e il suo potere, intensità che si attenua quando il racconto si mette al servizio delle dinamiche adolescenziali. Alla variazione del colore corrisponde anche una diversa partitura delle tavole, lineare o esplosiva a seconda del tono richiesto. La gabbia, per restare nella metafora musicale, è lo spartito del racconto: regolare quando la recitazione pretende il suo spazio, irregolare e infine assente quando invece occorre correre assieme ai protagonisti.
L’attenzione alla recitazione è invece confermata da come, approfittando della foliazione, viene preso tutto lo spazio necessario per poter sviluppare le personalità dei protagonisti. Nel momento in cui reazioni e interazioni sono credibili, diventa naturale per il lettore accettare anche quello che viene liberato dal potere della maschera. Gli alter ego svelati amplificano le criticità generazionali ma non solo. La maschera è il detonatore che porta tutti gli elementi in scena, dai ragazzi ai destini lavorativi di una città vittima di speculazione, a trovare una collocazione. Così come non sorprende che il timido diventi una sorta di uomo d’acciaio, gli avversari che gli eroi del racconto devono affrontare, fedeli alla metafora del prepotente sfruttatore dei più deboli, si rivelano vampiri, zombie e licantropi. L’attenzione per le premesse consente anche di giocare quando le tensioni deflagrano. Interessante il modo in cui si gioca con Bobby, il padrone del locale ritrovo dei ragazzi, che si trasforma in drag queen, una figura capace di alleggerire senza banalizzare anche le sequenze più drammatiche con un tocco di estro.
Il risultato è una lettura godibile e fedele al tema che gli autori si sono imposti di esplorare.
Leggerezza e azione sono strumenti che spingono a riflettere sul rapporto tra significante e significato e a vedere la maschera come una forma di difesa fondamentale alla sopravvivenza, basti pensare alla mimesi del regno animale, ma è anche un’occasione per liberarsi da un ruolo imposto (lo studente bullizzato, il figlio del pirata, la ragazza con la sindrome della crocerossina) per trovare quello più adatto alla propria indole, per crescere insomma.
Carnivalia è dichiaratamente leggero ma decisamente centrato e ben diretto a un pubblico di adolescenti, adulti di domani che, mentre sognano di essere super, si preparano a indossare la propria maschera come i bambini smarriti di Peter Pan, che invece di smettere di volare imparano a indossare il costume giusto per poterlo fare sempre.
Alla fine del terzo atto, e al culmine del racconto di un universo (o universo multidimensionale) costruito da Fabio Guaglione, se da un lato si è avuta la possibilità di leggere tre episodi capaci di stare in piedi ciascuno a modo suo è impossibile non restare curiosi di leggere e conoscere il modo in cui questi tre elementi troveranno nel quarto un denominatore comune, una storia che sappia mettere assieme il tono claustrofobico di Quarantine Prophets, le angosce sospese tra scetticismo e misticismo di Carisma con il racconto fresco, guascone e pirandelliano di Carnivalia. Questo volume racconta anche di come Guaglione sia ormai disinvolto nel ruolo di sceneggiatore tanto quanto lo sia dietro alla macchina da presa.
Abbiamo parlato di:
Carnivalia – La Notte della Maschera di Fuoco
Fabio Guaglione, Fabio Resinaro, Bruno Frenda
Panini Comics, 2022
144 pagine, cartonato, colori – 19,00 €
ISBN: 9788828713739
Da regista ad autore di fumetti: esplorando il Guaglione-verse