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    Capitan Harlock – Intervista con Pepe Valencia (Baraboom! Studios)

    Vi presentiamo in esclusiva una intervista con Pepe Valencia dei Baraboom! Studios, società che ha lavorato alla previsualizzazione del film in CGI e 3D Capitan Harlock, da qualche settimana nelle sale italane.

    Vi presentiamo in esclusiva una intervista con Pepe Valencia dei Baraboom! Studios, società che ha lavorato alla previsualizzazione del film in CGI e 3D Capitan Harlock, da qualche settimana nelle sale italane.

    Come siete stati contattati per questo progetto, e quando avete iniziato a lavorare su Capitan Harlock?
    Il produttore della Marza Animation Planet, Paul Wang, mi ha contattato. Abbiamo lavorato insieme agli Imagi Animation Studios per Astro Boy, per il quale io ero direttore della fotografia. Paul mi ha chiesto di collaborare a Capitan Harlock in qualità di Consulente Tecnico e Creativo, il mio compito consisteva nell’aggiungere uno stile cinematografico al film e nel contribuire a creare una procedura per il team della scenografia digitale (layout team) e un suo metodo di lavoro. Ho iniziato a Marzo del 2012 e per un anno ho collaborato con gli artisti dei fondali, il loro supervisore Kise e il Supervisore agli Effetti Visivi Kengo. Ci incontravamo due o tre volte a settimana attraverso cineSync e io gli davo le indicazioni da seguire.

    La tecnica della previsualizzazione è molto importante per una pellicola, perchè “disegna” il film ancora prima che sia realizzato. Quanto è centrale questa tecnica in un film come Capitan Harlock, realizzato interamente con l’ausilio della CGI e del 3D?
    La previsualizzazione è nei fatti un processo, una tecnica estremamente importante nelle produzioni odierne, fa risparmiare tonnellate di tempo e denaro alla produzione e soprattutto conferisce flessibilità al processo creativo. La previsualizzazione è stata molto usata nell’analisi dello spazio dove si sarebbero catturati i movimenti (mocap) di tutte le sequenze. Era importante sapere le limitazioni dello spazio dove si sarebbero in seguito catturati i movimenti. Oltre a questo, ci occupavamo delle previsualizzazioni di alcune scene che avevano bisogno di particolare attenzione poi seguivano la solita procedura quando si lavora con la scenografia digitale, prima il layout grezzo e poi quello finale.

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    Come si è sviluppata la collaborazione con la Toei Animation? Quali sono state le direttive che avete ricevuto?Avete collaborato direttamente con il regista Sinji Aramaki?
    All’inizio della produzione ho parlato con il regista Sinji Aramaki e con il Produttore Esecutivo della Toei per stabilire le linee artistiche e i parametri entro cui il film sarebbe stato sviluppato sul piano dei movimenti di macchina, della cinematica. Uno dei miei dubbi principali era di portare l’anime/manga nel film, in altre parole come tradurre lo stile grafico dell’anime/manga in un ambiente più cinematografico, più adatto ad un film. Amo i fumetti e i manga, la libertà negli angoli della camera, nelle lenti, nella struttura e nella composizione c’è qualcosa di unico in quello stile. Dall’incontro con la produzione emerse chiaramente l’intento di fondere i due mondi, l’anime/manga con lo stile d’azione di Hollywood. Abbiamo parlato di alcune fonti di ispirazione, di stili e gusti cinematografici, la direzione che avremmo preso era perfettamente chiara.

    Quante persone hanno lavorato alla previsualizzazione? Ci potete spiegare il vostro lavoro nel dettaglio e quali tecnologie principali utilizzate?
    Ho collaborato con un gruppo di 8 artisti dei fondali, 13 manovali, il supervisore alle scenografie digitali Kise e il Supervisore agli Effetti Visivi Kengo. Abbiamo lavorato con Maya e abbiamo fatto particolare attenzione alla camera a mano. È stato fondamentale lo strumento camera rig multi-use, così grazie a Tomokazu abbiamo creato un sofisticato dispositivo, che ci dava infinite possibilità. Abbiamo organizzato un menù per il pacco lenti. Abbiamo creato un dolly ecc. ecc. Come per il metodo di lavoro, siamo partiti principalmente dai bozzetti, poi abbiamo aggiunto il movimento alle cineprese, lavoravamo con il sequencer per avere un senso del timing tra le riprese. Era un metodo veramente chiaro.

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    Quale è stata la scena preferita e la più complicata alla quale avete lavorato in questo film?
    La mia scena favorita che è anche quella più complicata è una scena d’azione dove le navi spaziali stanno caricando l’Arcadia di Capitan Harlock. È la mia preferita perché è stato veramente divertente creare quella scena d’azione, con un ritmo così veloce e tutti gli ingredienti di una buona scena d’azione. Complessa perché bisognava tenere conto della scala di grandezza tra l’Arcadia e il resto delle navi, era una situazione veramente difficile che abbiamo risolto con pazienza.

    Quali sono i vostri prossimi progetti?
    Stiamo lavorando a un paio di progetti con la NDA, ma non posso rivelarvi i nomi. All’orizzonte ci sono un paio di film per Hollywood, entrambi d’azione, nei quali la previsualizzazione può dare un aiuto sostanzioso alla produzione. Sfortunatamente non posso rivelare nessun dettaglio, sapete com’è Hollywood, ma potete sempre dare uno sguardo al nostro sito per tenervi aggiornati su ciò che stiamo facendo. www.baraboomstudios.com.

    Intervista rilasciata via mail a gennaio 2014
    Traduzione di Riccardo Melito
    English version here

     

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