Per ricordare il regista Ruggero Deodato, scomparso oggi all’età di 83 anni, vi riproponiamo la recensione del seguito a fumetti del suo film più famoso.
Il contenuto di Cannibal Holocaust 2 è il trattamento, cioè la “prima stesura” della sceneggiatura di un film, del seguito della celebre e discussa pellicola Cannibal Holocaust diretta da Ruggero Deodato – regista discusso e idolatrato al contempo – illustrato da Miguel Ángel Martín, grande fumettista spagnolo caustico e senza mezze misure.
L’agile ed elegante volumetto pubblicato da NPE presenta un singolare connubio: infatti Deodato e Martín sono i due autori di cinema e fumetti più censurati della storia.
Non si tratta però di un fumetto ma di un libro illustrato. Non è nemmeno una semplice curiosità o trovata pubblicitaria, come potrebbe forse apparire: prendiamo due autori che scandalizzano e mettiamoli insieme. No. L’opera voluta dallo stesso Nicola Pesce ha ben altro significato. È un gesto preciso contro la censura verso forme d’arte che tendono a rappresentare con la violenza proprio il contrario di essa e cercano di far capire perché sia sbagliata.
L’antefatto è la censura di cui dicevamo: Cannibal Holocaust destò subito alla sua uscita (1980) reazioni virulente, e venne ritirato, subendo un lunga trafila giudiziaria prima di poter essere proiettato senza tagli, comunque vietato ai minorenni in Italia. Nel mondo furono 50 i paesi a censurare, con vari tagli e riduzioni, la pellicola.
Dal canto suo, Martín vide invece nel 1995, sempre in Italia, la sua opera Psycopathia Sexualis prima denunciata, poi sequestrata e infine prosciolta dalle accuse di violenza, istigazione al suicidio, alla pedofilia e all’omicidio. Si può dire che in entrambe le occasioni la censura abbia giocato a favore delle opere, contribuendo alla loro popolarità invece di bloccarne la diffusione.
Precisando e premettendo che, piaccia o meno, Cannibal Holocaust è sopratutto un antesignano del mockumentary e non è ascrivibile semplicemente al genere horror, pur contenendo immagini molto crude non adatte a tutti, tentiamo di spiegare il valore di questo coraggioso recupero. Oltre all’ovvio interesse storico e filologico di scoprire cosa avrebbe raccontato un film che non vedrà mai quasi certamente la luce, colpisce la straordinaria efficacia delle illustrazioni di Martín. Pur mantenendo la sua cifra stilistica inconfondibile, l’approccio è lievemente più realistico, risultando in un’icastica rappresentazione delle pagine scritte che prendono vita e potrebbero essere tranquillamente “frame” del film mai realizzato.
L’entusiasmo (a cui fa cenno lo stesso editore nell’introduzione) con il quale l’autore spagnolo ha aderito alla proposta emerge potente dalla forza delle sue immagini, che ci scagliano addosso tutto l’orrore che può scatenare la follia pura. Perché alla fine il male raffigurato non è il frutto di chissà quale diabolico piano o il “danno collaterale” di sordidi scopi, ma dello squallido piacere fine a sé stesso di disporre della vita altrui senza remore o limitazioni.
Ma ciò che più conta è che la rappresentazione stessa dell’orrore non è di per sé orrore ma può esserne possente denuncia e ferma opposizione, contro cui la censura poco può fare (per modo di dire) se non bloccare temporaneamente la distribuzione di un’opera per poi dover riconoscere la capacità di veicolare forti messaggi anche con immagini indubbiamente sconvolgenti.
Insomma, l’arte non può essere sottomessa per poter svolgere un ruolo nella cultura e nello sviluppo sociale, che può essere formativo, di arricchimento spirituale o di semplice appagamento estetico, ma che non può esistere senza libertà d’espressione.
Abbiamo parlato di:
Cannibal Holocaust 2
Miguel Ángel Martín, Ruggero Deodato
NPE, 2018
112 pagine, cartonato, colori – 19,90 €
ISBN: 9788894818628