Buffy: il reboot passa prima per i fumetti

Buffy: il reboot passa prima per i fumetti

"Buffy", popolare serie TV degli anni ’90 creata da Joss Whedon, trova nuova vita in una serie americana a fumetti che ne rinarra le origini.

1992: esce nei cinema americani Buffy the vampire slayer (Buffy l’ammazzavampiri in Italia), film scritto da Joss Whedon per la regia di Fran Rubel Kuzui su una liceale americana che scopre di essere prescelta come cacciatrice di vampiri. La pellicola è un pesante insuccesso commerciale.

Buffy_01997: Whedon non si arrende e, continuando a credere nella bontà della sua idea, riesce a riproporla sotto forma di serie televisiva in una sorta di soft-reboot del film in cui rimangono fermi titolo e presupposti di base ma cambiano gli attori e diversi dettagli narrativi.
Questa volta lo sceneggiatore fa centro e il prodotto – che vede tra i protagonisti Sarah Michelle Gellar, Nicholas Brendon, Alyson Hannigan e Anthony Head – incontra il favore del pubblico e diventa uno dei cult televisivi degli anni Novanta e dell’inizio del nuovo millennio, arrivando a ben sette stagioni e annoverando anche uno spin-off incentrato sul personaggio di Angel.

2007: l’universo narrativo di Buffy – il cosiddetto Buffyverse – non trova fine con la conclusione del telefilm. Joss Whedon prosegue infatti la storia attraverso il varo di alcune serie a fumetti pubblicate da Dark Horse Comics (in Italia Edizioni BD), scritte da lui o da altri autori sotto la sua supervisione, che costituiscono a tutti gli effetti le successive stagioni del progetto in diretta continuità e coerenza con quanto raccontato sul piccolo schermo.

2018: viene annunciato che è in cantiere un reboot della serie TV di cui a tutt’oggi si sa ben poco, e contestualmente a questo annuncio esce tra giugno e settembre una miniserie in quattro albi che rappresenta la dodicesima e ultima stagione di Buffy the vampire slayer così come l’abbiamo vista finora.
Parallelamente al rilancio del prodotto televisivo, infatti, anche la versione a fumetti della cacciatrice di vampiri si prepara a subire un azzeramento di continuity, passando da Dark Horse a BOOM! Studios a gennaio 2019, portata in Italia da SaldaPress.

Perpetrare il mito

Buffy_coverCome si può dedurre dalla timeline appena esposta, Buffy è una fenice che risorge continuamente dalle sue ceneri. Whedon, da autore addentro al mondo dell’intrattenimento seriale a tutto tondo – è sceneggiatore per televisione, cinema e fumetti, oltre che regista – sa bene come una storia possa potenzialmente non conoscere mai una vera e propria fine, a dispetto di flop o di archi narrativi completati.
Se il protagonista e il cast che gli ruota attorno sono sufficientemente forti e iconici possono superare la prova del tempo e conoscere diverse incarnazioni, in grado di continuare a interessare i fan della prima ora e di raggiungere un nuovo bacino di potenziali appassionati con un prodotto al passo con i tempi.

In un periodo di sfruttamento selvaggio di svariate proprietà intellettuali risalenti a due o tre decenni addietro, ripescate e aggiornate a vario titolo, era solo questione di tempo prima che lo stesso processo capitasse anche a Buffy l’ammazzavampiri.
Non sorprende nemmeno che, per l’occasione, trovi una sua conclusione la florida narrativa a fumetti coltivata nel corso di un decennio abbondante e continuativa della serie TV originaria, per non creare confusione e divergenze rispetto al prodotto principale che sarà rappresentato dal reboot televisivo, né che questo capolinea coincida con un nuovo #1. Sorprendono parzialmente però le modalità con cui l’operazione è stata gestita dal team creativo.

La scuola è un inferno

Buffy_1SaldaPress pubblica il primo volume della nuova serie a fumetti di Buffy, contenente i numeri originali 1-4 e un’encomiabile appendice che raccoglie tutte le copertine americane, comprese le numerose variant prodotte.
Jordie Bellaire, nota soprattutto in quanto colorista emergente di vari progetti come alcuni archi narrativi del Batman di Tom King, di Visione dello stesso autore e di Injection di Warren Ellis ma già sceneggiatrice per Redlands, si occupa di scrivere questo restart sotto la supervisione diretta di Whedon e imposta fin da subito il mood del progetto, che si può sintetizzare con una semplice formula: stessi personaggi del telefilm + ambientazione contemporanea + what if su alcuni snodi narrativi e caratteriali.

I protagonisti che agiscono sono infatti gli stessi ben noti a tutti gli appassionati e mantengono anche i tratti somatici degli attori che li hanno interpretati vent’anni fa, ma la storia è ambientata nel 2019. Buffy Summers è una ragazza appena trasferita al liceo di Sunnydale e fa amicizia con i due coetanei Xander e Willow, che scoprono presto la sua identità di cacciatrice di vampiri allenata da un Osservatore, Rupert Giles, che come copertura ricopre la mansione di bibliotecario della scuola.
Le differenze sono nei dettagli: come succede in alcune terre parallele nelle storie di supereroi, ci sono personaggi che hanno un comportamento opposto a quello conosciuto e un ruolo diverso, e altri che vengono introdotti nella storia molto precocemente rispetto a quanto accaduto in origine.
Senza scendere nei dettagli, si tratta di licenze non solo ammissibili ma probabilmente necessarie per non operare una riscrittura pedissequa di quanto accaduto nella prima stagione del serial. In quest’ottica rientrano anche degli interventi sul carattere di Xander e Willow, il primo mostrato come un ragazzo piuttosto complessato e angosciato che nasconde le sue insicurezze in pubblico e la seconda che appare molto più sicura di sé rispetto a quanto accadeva nel prodotto originale, specialmente agli inizi. In entrambi i casi non si tratta di un vero e proprio ribaltamento della caratterizzazione, perché vengono semplicemente amplificati aspetti già presenti in nuce in queste due figure: piuttosto sono interventi evidentemente volti a renderli più “attuali”. Il fatto che Willow non si vergogni della propria omosessualità, abbia una ragazza e sia dotata di un carattere deciso rispecchia molto i nostri tempi e ciò cala il prodotto nella contemporaneità ancora più della presenza di smartphone, social network e chat di gruppo, che per ora restano sullo sfondo senza andare a impattare particolarmente sugli sviluppi narrativi. Che poi è anche il modo migliore per non sembrare forzatamente “sul pezzo”.

 

Buffy_5Quanto detto attiene ai (pur inevitabili) confronti con la materia originale, da cui allo stato attuale questa reinvenzione del mito ne esce, se non con le ossa rotte, perlomeno indietro di diverse distanze rispetto ai primi episodi del Buffy televisivo. Riprendere i personaggi storici mettendoli in un contesto simile-ma-non-uguale, presentandoli con determinate differenze e sparigliando sostanzialmente le carte in tavola è un’operazione che riesce a metà, almeno in questo caso: meglio sarebbe stato, sotto questo aspetto, riproporre il concept con nuovi personaggi, che magari si sarebbero trovati a vivere dinamiche e situazioni già viste, con variazioni sul tema ma senza scomodare volti noti che vengono sostanzialmente “stressati” nelle loro caratteristiche. Strada che pare debba seguire il reboot televisivo, del resto.

Ma anche valutando questo primo volume in maniera indipendente, salta agli occhi un ritmo narrativo inspiegabilmente veloce: laddove ci si aspetterebbe una decompressione in cui il lettore venga introdotto gradualmente al mistero attorno a Buffy, attraverso la indagini curiose di Willow e Xander, si viene invece scagliati troppo repentinamente all’interno della mitologia-base della serie, e chi ne viene a conoscenza accetta in maniera abbastanza immediata le stranezze sovrannaturali che contraddistinguono la protagonista.
Gli elementi narrativi vengono presentati ex abrupto con pochissima costruzione del pathos, il che smorza molto il fascino del racconto, così che ne risenta anche l’impostazione del setting e del gruppo di personaggi.

Le dinamiche relazionali tra i giovani sono invece raccontate piuttosto bene e i lettori adolescenti possono ritrovarcisi, anche se per ora lo spazio per rappresentare i momenti quotidiani tra scuola e tempo libero sono stati pochi. L’umorismo sottile e intelligente tipico della serie TV si ritrova in parte nei dialoghi scritti dalla Bellaire, che dimostra di guardare alla lezione di Whedon pur non arrivando allo stesso livello di raffinatezza.

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I disegni di Dan Mora sono l’ideale per la dimensione fresca che si vuole dare al comic book: morbidi, dinamici, fluidi e vagamente riconducibili a certa animazione televisiva degli ultimi anni, trasmettono immediatamente quell’aria scanzonata che si respira anche nei testi. Mentre la Buffy “classica” aveva un’impronta gotica – anche figlia dei suoi tempi – la nuova incarnazione ha un approccio meno cupo alla materia sovrannaturale, anche se non per questo esente da momenti più intimistici, come evidente nel quarto episodio in cui seguiamo i patimenti di Xander fino al sorprendente colpo di scena con cui si chiude il volume.

Mora, noto per aver illustrato Klaus di Grant Morrison e Once & Future di Kieron Gillen, è un artista da tempo in forza ai BOOM! Studios e anche per questo incarna la linea estetica che caratterizza buona parte della produzione di questa casa editrice: arriva ai ragazzi con un tratto immediato ma non privo di dettagli e con una regia delle tavole efficace nel suo ritmo. I continui stacchi di camera, l’organizzazione delle vignette sulla pagina, l’impostazione di determinati riquadri all’interno di una quadrupla e il gusto delle splash-page che riescono spesso a dare risalto all’elemento centrale della scena, sono tutte strategie che danno brio alla lettura, di concerto con i colori accesi e basici di Raùl Angulo che assecondano del resto l’andamento fin troppo vorticoso della sceneggiatura e che sfruttano una suggestiva palette monocromatica solo in alcune scene oniriche.

Buffy_9Infine, per quanto riguarda i personaggi, la mimesi con Gellar, Brendon, Hannigan, Head e gli altri è riuscita, in alcuni casi più che in altri (molto buoni Giles, Willow e il vampiro Spike, meno efficace Xander risultando troppo anonimo), ma il vero valore aggiunto nel lavoro del disegnatore è quello sull’abbigliamento del terzetto protagonista: i vestiti indossati sono attuali e credibili, un’attenzione alla realtà degli adolescenti di oggi scontata ma gestita con la giusta cura e un mixaggio credibile di mode vecchie e nuove effettivamente osservabile nella quotidianità dei giovani.

Le prime battute del rilancio fumettistico di Buffy l’ammazzavampiri non convincono quindi appieno, con una conduzione generale troppo frettolosa e raffazzonata che non possiede i giusti tempi per introdurre questo universo narrativo che bene o male riparte da zero e con rapporti interpersonali che per quanto credibili risultano un po’ piatti nella loro rappresentazione, con pochi guizzi.

La scrittura briosa dei dialoghi e la forza – pregressa – dei personaggi pone per ora il progetto sopra la sufficienza, ma è probabilmente sulla lunga distanza che si gioca l’identità che potrà acquisire, sopravvivendo soprattutto alla pesante ombra della Buffy originale.

Qui potete leggere una ricca anteprima del volume.

Abbiamo parlato di:
Buffy l’ammazzavampiri vol. 1 – La scuola è un inferno
Joss Whedon, Jordie Bellaire, Dan Mora, Raùl Angulo
Traduzione di Stefano Formiconi
SaldaPress, 2020
128 pagine, cartonato, colori – 19,90 €
ISBN: 9788869197338

 

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