Bricòla 2019: intervista a Lorenzo Palloni

Bricòla 2019: intervista a Lorenzo Palloni

A Bricòla 2019 abbiamo intervistato Lorenzo Palloni, presente al banchetto del collettivo Mammaiuto, che ci ha parlato di alcune sue opere recenti.

Lorenzo Palloni, aretino classe 1987, si diploma alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze nel 2009. Ha pubblicato illustrazioni, pin-up e racconti in prosa; ha vinto premi come sceneggiatore e autore unico; è stato inserito in due annual internazionali Youngblood e ha collaborato al progetto RAR – Risate AntiRazziste promosso dall’Unione Europea. È uno dei fondatori dell’Associazione Culturale Mammaiuto, autore unico delle serie Mooned ed Esatto. Per il mercato francese ha scritto The Corner per i disegni di Andrea Settimo, uscito in Italia per Rizzoli Lizard con il quale ha vinto nel 2016 il Premio Boscarato come miglior sceneggiatore italiano, L’île (Editions Sarbacane, 2016) e La Louve (Editions Sarbacane, 2017). Nel 2018 ha pubblicato presso Shockdom il fumetto Instantly Elsewhere, realizzato a quattro mani con Martoz.
Da un paio di anni Lorenzo Palloni vive e lavora a La Spezia, dove ha partecipato alla fondazione dello Studio Traccia insieme ai colleghi Mammaiuto.

Abbiamo incontrato Lorenzo sabato 30 marzo a Bricòla 2019, il festival del fumetto autoprodotto che si svolge ogni anno all’interno del WOW Spazio Fumetto di Milano.

Ciao Lorenzo, e grazie per la tua disponibilità.
Nella tua opera Tempo da lupi il comun denominatore sono gli affetti familiari: che tipo di spunti narrativi può dare quel tipo di rapporto umano?
Dipende dal tipo di famiglia che hai vissuto: io ho avuto entrambe le tipologie, una parte familiare assolutamente positiva e una parta familiare assolutamente negativa.
Ho potuto quindi avere sott’occhio un bilancio tra l’avere un rapporto sensato e uno meno con la sfera dei legami di sangue, e questo mi ha permesso di distorcere narrativamente questo tipo di dinamica in sintonia con il genere che mi interessava raccontare, cioè il noir. Sotto questo aspetto, poi, vivere in un paese come l’Italia in cui i delitti a sfondo familiare sono tra i principali nelle statistiche nazionali, specie in confronto con quelli di altri Paesi, aiuta l’immaginazione.
Anche la cronaca quotidiana offre quindi molti spunti, oltre alla propria storia personale.

SaldaPress sta per pubblicare La lupa, versione a colori di Esatto: qual è la storia dietro a questo fumetto, sia a livello di narrazione che di passaggi editoriali?
Narrativamente è la storia di Ginger, una donna di mezza età con marito e figli, che come lavoro recupera crediti. Fondamentalmente è una criminale che di notte picchia le persone nei vicoli per ottenere i soldi di cui sono debitori.
Il libro è strutturato a storie brevi, ognuna delle quali è un caso di mancato pagamento che la protagonista deve recuperare, e contemporaneamente c’è una trama orizzontale che prosegue per tutto il volume: in questo caso si tratta di una vicenda interiore, dato che Ginger si domanda se deve continuare o no a fare questo lavoro e se il suo mestiere la identifica in qualche modo come essere umano.
Editorialmente siamo partiti stampandone 200 copie con Mammaiuto, come fatto anche per tutti i libri editi precedentemente dall’associazione, che in tre mesi sono andate esaurite e con diverse persone che continuavano a chiedercelo. Era piaciuto molto, insomma.
Non sapevamo se ripubblicarlo ancora come Mammaiuto o coinvolgere altri soggetti, come Shockdom, ma contemporaneamente la casa editrice francese per cui lavoro maggiormente, Èditions Sarbacane, era interessata a pubblicarne un’edizione Oltralpe; abbiamo allora realizzato una versione per loro a colori, perché in Francia il bianco e nero non funziona commercialmente.
Ci siamo quindi trovati con una bella edizione a colori del fumetto, che conteneva anche degli extra abbondanti rispetto alla versione originaria, e ho provato a proporla a SaldaPress: si tratta di un fumetto dal mood molto americano, secondo me, sia come segno che come concetto, un po’ alla Breaking Bad sotto certi aspetti, e quindi si prestava bene al catalogo SaldaPress. Ho anche realizzato una copertina “tamarra” proprio per rendere ancora più chiare le atmosfere.
Sono soddisfatto del risultato finale, è un bel volume di 200 pagine cartonato molto bello da vedere: la casa editrice apporta ai suoi prodotti una cura editoriale impressionante.

Cosa ha rappresentato e ancora rappresenta per te Mammaiuto?
Mammaiuto è la base, per me.
Su Mammaiuto ho praticamente impostato la mia vita. Io vivevo ad Arezzo e mi sono trasferito a La Spezia apposta per aprire lo studio con Alessio Ravazzani e Samuel Daveti e quindi su questo progetto ho scommesso parte della mia vita.
Inoltre è un po’ un luogo di ritorno, quello per cui tengo le storie che considero migliori, che magari non sono editorialmente appetibili ma che so che sono per loro.
Contemporaneamente è anche una famiglia: siamo dieci persone che si conoscono benissimo e abbiamo lo stesso concetto “affettivo” e di storytelling, siamo davvero come fratelli e sorelle.
Mammaiuto in pratica è un obiettivo di vita, una struttura che ti sostiene sempre e un rifugio sicuro quando ti guardi intorno e vedi un mondo editoriale non del tutto soddisfacente.

Ringraziamo Lorenzo per il tempo dedicatoci.

Intervista realizzata dal vivo a Bricòla 2019

Le foto a corredo dell’intervista sono di Amedeo Scalese.

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