Alcune settimane fa la Sergio Bonelli Editore ha prima annunciato e poi iniziato la pubblicazione di una nuova serie, Bonelli Kids, incentrata sulle versioni fanciulle dei protagonisti delle testate di via Buonarroti. Si tratta di strisce autoconclusive pubblicate al ritmo di tre a settimana sul sito e sulla pagina Facebook della Bonelli, fruibili gratuitamente. Gli autori coinvolti sono Alfredo Castelli, Tino Adamo e Sergio Masperi in qualità di sceneggiatori, Luca Bertelè ai disegni, Manuela Nerolini ai colori e Marina Sanfelice al lettering. Li abbiamo raggiunti per parlare dei retroscena della nascita delle strisce e delle scelte narrative effettuate, approfondendo il tema del fumetto dedicato a un pubblico infantile.
Come, su iniziativa di chi e per quale esigenza è nato il progetto Bonelli Kids?
L’iniziativa parte da quattro persone: gli sceneggiatori Alfredo Castelli, Tino Adamo e Sergio Masperi e il disegnatore Luca Bertelè. Ci siamo trovati spesso a riflettere separatamente l’uno dall’altro sullo scarso ricambio generazionale che ha colpito il mondo dell’editoria in generale. Il punto focale era, secondo noi, la carente offerta di fumetti per bambini, che non vengono quindi preparati a questo mezzo di comunicazione. Ognuno di noi ha elaborato alcune idee personali, e a un certo punto ci siamo resi conto che i vari progetti potevano essere unificati. Sono nati così i Bonelli Kids, una serie che ha l’intento di raggiungere il target dei lettori più piccoli. È un’impresa non facile in quanto la casa editrice non ha una tradizione in questo senso; intendiamo compierla in vari step, che partono dalla presentazione dei personaggi ai lettori abituali degli albi Bonelli. La casa editrice ci ha dato fiducia, accettando di avventurarsi in campi poco praticati o del tutto sconosciuti (il target inedito, l’umorismo, il formato a strisce, i webcomic), e l’avventura dei Bonelli Kids è cominciata.
Su quali basi avete scelto i protagonisti delle strip?
Prima o poi vi compariranno tutti gli eroi Bonelli; per ora ci siamo limitati (si fa per dire!) a undici personaggi. Se per il momento qualcuno non è stato ancora inserito nel gruppo è perché i candidati non hanno ancora offerto una prova convincente agli occhi dei severissimi selezionatori, il disegnatore/creatore Art e il suo fido cane Kirby. Scherzi a parte, in futuro la squadra dei personaggi si allargherà.
Come funziona la gestione dei ruoli all’interno del gruppo creativo? Quanto sono importanti lo scambio di vedute e le diverse esperienze professionali?
È una gestione “alla pari” con qualche specificità professionale. Alfredo ha il compito di vagliare e rivedere – oltre alle sue – le strisce scritte da Tino e Sergio; Tino e Sergio, che sono presenti a tempo pieno in redazione, mantengono i contatti interni; Luca è un esterno ma passa spesso in casa editrice, e si occupa di tutta la parte artistica.
Quanto è stato impegnativa e quanto è durata la ricerca di uno stile grafico e della resa dei personaggi?
Pochissimo. I personaggi sono nati quasi di getto e hanno subìto veramente piccole modifiche dai primi schizzi a quello che potete vedere ora: era come se Luca li avesse progettati da sempre. I suoi disegni sono piaciuti immediatamente a tutti, dagli autori, alla dirigenza, ai vari amici del mestiere a cui sono stati sottoposti.
La gestione di una striscia da pubblicare ogni due giorni richiede tempi stretti: quanto pesa questo aspetto nella creazione?
Ci siamo posti questa domanda con una certa apprensione quando abbiamo cominciato a scrivere la prima strip. A guardarla dalle sue pendici la montagna appare infatti sempre più alta di quanto sia in realtà; dopo il rodaggio iniziale, le gag hanno cominciato a nascere con una certa facilità. Prima dell’avvio della loro pubblicazione ne abbiamo archiviate una certa quantità.
D’altra parte, una periodicità così fitta permette reattività in base alle risposte dei lettori: è un aspetto del quale terrete di conto?
Come ogni strip che abbiamo letto – e ne abbiamo lette tante – anche la nostra si evolverà naturalmente: se i personaggi hanno una vera personalità e sono ben costruiti, a un certo punto prendono vita e cominciano a “scriversi da soli”.
La promozione della serie ha scelto di puntare non direttamente ai lettori designati delle strisce, ma ai lettori bonelliani “forti” e presumibilmente genitori. Perché questa scelta?
Dobbiamo procede a step. Questi lettori dovrebbero costituire un importante ponte con le generazioni più giovani (i figli, i nipoti) e fare loro conoscere i personaggi. Dopo un periodo di rodaggio, i Kids dovrebbero cominciare a muoversi da soli: le loro caratteristiche non impongono infatti di conoscere gli originali (ma consentono ai Bonelliani DOC una doppia lettura auspicabilmente piacevole).
I bambini di oggi spesso trovano da soli ciò che li interessa, specie con You Tube: perché non una campagna mirata in tal senso? E perché attraverso un sito web come quello Bonelli – zeppo di informazioni che al target delle strisce non interessano – o Facebook – sul quale il lettore sotto i 13 anni non può essere registrato?
La campagna su You Tube è iniziata con lo spot firmato da Alex Dante; per ora è prematuro parlare di (costosi) cartoons realizzati appositamente.
In quanto alla scelta del sito Bonelli (che, tra parentesi, offre una garanzia di qualità e di contenuti), da qualche parte dovevamo pure partire, e questa ci è parsa la più logica e immediata. Al sito generalista si è subito affiancata la pagina di Facebook. È vero che i bambini non possono registrarsi, ma la pagina è aperta a tutti; in ogni caso è auspicabile (come per YouTube) che i genitori siano al loro fianco quando armeggiano con il computer. Come padri di bambini piccoli, Luca, Sergio e Tino lo fanno costantemente.
Nella pagina dedicata ai Kids si trovano già contenuti interattivi mirati al target-bambini: piccoli giochi digitali divertenti e facili da eseguire, a cui seguiranno tra breve giochi da scaricare, stampare e montare con l’aiuto dei genitori. Stiamo praticando questa strada confortati dai riscontri quotidiani di lettori che sono lieti di avvicinare i propri figli sia al fumetto che al gioco. Vero è che per il momento il nostro sito internet è prevalentemente divulgativo, ma chissà che in futuro, nella pagina dedicata ai Kids, non vi si possano inserire contenuti interattivi, ad esempio piccoli giochi digitali, come avviene sulle pagine internet dei siti come Nickelodeon o Cartoon Network dedicati ai più piccini.
Bonelli Kids segna un passo importante per la casa editrice: è il primo webcomics SBE e, sancisce – almeno così sembra – la prima “rinuncia” all’edicola in tutta la produzione bonelliana. È stata una scelta combattuta e come è maturata?
Non si tratta di una rinuncia all’edicola, quanto semmai di un tentativo di lancio diverso da quelli abituali: i tempi sono cambiati, ed è indispensabile sperimentare (o, se preferite, “procedere per tentativi”). Se le cose funzioneranno nel modo in cui speriamo, ci sarà una versione cartacea non esclusivamente a strisce; esistono già alcuni progetti di cui è prematuro parlare anche per scaramanzia. Ma, al solito, dobbiamo procedere step by step.
Una parte del popolo social vi ha attaccato ferocemente ancora prima di conoscere le vere caratteristiche del progetto. A che cosa pensate sia dovuta questa esagerata prevenzione verso i Bonelli Kids?
A dire il vero, ci aspettavamo peggio, visto che – è triste dirlo – spesso i social si scatenano in feroci critiche preventive prima ancora di conoscere un prodotto. In tempi molto recenti, quando in casa editrice non avevamo neppure i primi dati parziali delle vendite delle Nuove Avventure a Colori di Martin Mystère, un sito ha affermato che l’iniziativa era andata malissimo e non avrebbe avuto seguito.
Sull’argomento ci sarebbe da riflettere a lungo e non è questa l’occasione; va detto, però, gli attacchi “feroci” sono stati pochissimi e provengono sempre dalle stesse fonti, specializzate tra l’altro nell’aggredire con veemenza degna di miglior causa qualsiasi elemento di novità proposto dalla Bonelli, salvo poi lamentarsi per il suo immobilismo. Con una certa soddisfazione possiamo affermare che, dopo qualche attacco iniziale, la situazione è divenuta decisamente positiva, e questo ci dà l’occasione di ringraziare, oltre a Lo Spazio Bianco, i molti che hanno apprezzato l’iniziativa.
Una domanda per Alfredo Castelli: Bonelli Kids rappresenta il tuo ritorno “ufficiale” a un formato e a un pubblico che ha caratterizzato i tuoi esordi: ti è mancato in questi anni?
Effettivamente nei tardi anni ’60 ho scritto parecchie storie dedicate al pubblico infantile, da Piccola Eva (e Pedrito el Drito) per Il Monello a storie per Cucciolo e Tiramolla, a molto materiale tra cui primeggia (si fa per dire) L’Omino Bufo per il Corriere dei Ragazzi. Poi questo tipo di storie è scomparso da Michelino alle testate Alpe e Bianconi, e ora è rimasto solo Topolino, che costituisce un mondo a parte. Sì, un po’ mi è mancato, soprattutto perché, come già detto, quelle testate costituivano un momento preparatorio per la lettura di fumetti più adulti (meccanismo che non avviene per i manga, i cui lettori non passano d’ufficio al fumetto occidentale: quando abbandonano, abbandonano e basta).
Come hai approcciato questa nuova/vecchia sfida?
Con la curiosità di vedere come andranno le cose. Una volta – fino a una quindicina di anni fa – era possibile prevedere “a istinto” (in realtà con ragionamenti spesso inconsci basati sull’osservazione del mercato e l’esperienza) cosa poteva avere i numeri per funzionare. Ora, con il mutamento radicale del mondo mediatico, questo è impossibile; occorre tentare nuove strade cercando di limitare a priori i danni se le cose non andranno come si spera.
Una domanda per Luca Bertelè: Bonelli Kids rappresenta il tuo primo incarico in SBE come disegnatore. Con il tuo stile hai variato dal fumetto realistico a quello per bambini, dalla fantascienza al noir. Come sei arrivato alla sintesi e allo stile dei personaggi della striscia?
Purtroppo in Italia c’è poco mercato per lo stile cartoon, e ho dovuto adattarmi ad altri stili, anche se ho sempre tenuto a questa formula grafica, che utilizzo sin dai miei primissimi lavori.
Finalmente è arrivata l’occasione per utilizzare lo ”stile cartoon” anche qui da noi; ho cercato di non farmi troppo influenzare dai disegnatori che amo, pur tenendoli d’occhio insieme alle serie animate in onda in questo periodo, con una particolare attenzione a quelle di Cartoon Network.
La cosa divertente è che mi ero presentato da Alfredo con delle prove di Martin Mystère realistiche, e gli erano anche piaciute. Poi gli è caduto l’occhio sulla seconda parte del mio book dove avevo tavole in stile cartoon, tra cui anche un Martin Mystère. E da lì è iniziato tutto…
Con questo abbiamo concluso.
Ringraziamo e vi invitiamo a seguire on-line le strisce dei Bonelli Kids sul sito sergiobonellieditore.it e sulla pagina dedicata Facebook.
Ringraziamo gli autori per la disponibilità.
Intervista realizzata via mail nel mese di marzo 2017.