Bombe a mano su Milano

Bombe a mano su Milano

Roberto Recchioni presenta Milano Criminale

BOMBE A MANO SU MILANODiego Cajelli è mio amico.
Da molto anni ormai.
Diego Cajelli è anche pericoloso.
Sia sotto il profilo psicologico, sia sotto quello prettamente fisico.
Marco Guerrieri è anche lui mio amico.
Marco Guerrieri è anche un disegnatore che lavora per me e che ho scelto personalmente.
Marco Guerrieri non è pericoloso come Diego… ma non per questo significa che sia da prendere sotto gamba nel momento in cui impugna una pistola e me la punta alla fronte.
Questi, in poche righe, sono i motivi per cui, anche se Milano Criminale fosse l’ultimo rigurgito di un cloaca fumettistica, io non ne parlerei male.
L’amiciza e la voglia di mantenersi psicologicamente e fisicamente integri, valgono bene l’onestà intellettuale di un articolo.
Ma oggi sono fortunato, perché Milano Criminale non è per nulla l’ultimo rigurcito di una cloaca fumettistica.
Milano Criminale è un bel fumetto.
Milano Criminale è un bel fumetto, figlio di un altro bel fumetto che Diego diede alle stampe qualche anno fa (quando eravamo giovani e stupidi… non come adesso che non siamo più giovani ma rimaniamo ugualmente stupidi).
Sia chiaro, un fumetto poliziottesco all’italiana, ambientato in una Milano che sembra uscita da un libro di Scerbanenco e con personaggi a mezza via tra James Elroy e Umberto Lenzi, partirebbe comunque avvantaggiato con uno come me.Ma quando a scriverlo c’é un autore con il pallino per le documentazioni, con un talento innato per i dialoghi e con il rigore di un samurai per le meccaniche narrative… allora è tutto più facile.
Anzi… non solo è facile: è piacevole.
Diego e Marco conoscono bene la materia che stanno trattando e la amano con lo stomaco e il cervello. Non si lasciano andare in sofisticati e sterili giochetti di rimandi e rivistazioni culturali, non osservano il genere dei polizieschi all’italiana con il fare di novelli etomologi… No, il loro gioco è a carte a scoperte: dal dentro le meccaniche e i luoghi comuni del genere verso l’esterno, verso il pubblico.Mai il conrario.
È principalmente per questo che Milano Criminale mi piace e tante piccole operazioni pseudointelletuali, no.
Perché rappresenta cosa dovrebbe essere il genere quando c’é gente brava a scriverlo e a disegnarlo.
Perché è un segnale che l’alternativa al fumetto seriale di stato non sia soltanto quella del fumetto alternativo per forza.
In poche parole: Milano Criminale è un buon fumetto.
Ce ne dovrebbero essere di più.

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