Blake e Mortimer di Jacobs e il senso del fumetto per ragazzi

Blake e Mortimer di Jacobs e il senso del fumetto per ragazzi

Nel 1962 la Francia censurò "La trappola diabolica", settima avventura di Blake e Mortimer: decisione che dice qualcosa sull'idea di fumetto del tempo.

Come scritto nel precedente articolo, Le avventure di Blake e Mortimer di Edgar Jacobs hanno attraversato 25 anni con una sostanziale continuità (se non uniformità) di approccio a temi e composizione. Per questo, sono anche un’interessante sonda delle relazioni fra fumetto, lettori e società/cultura. In questo articolo vediamo un caso significativo di questa relazione e che cosa ci rivela su quel rapporto e sul fumetto in particolare.

Blake e Mortimer contro Charles de Gaulle?

Nel 1960 Jacobs serializza su Tintin la sesta avventura di Blake e Mortimer: La trappola diabolica, omaggio a La macchina del tempo di George Wells (da notare che nello stesso anno esce il celebre adattamento cinematografico di George Pal – in italiano titolato L’uomo che visse nel futuro).
La storia narra le peregrinazioni del professor Mortimer, che, prigioniero di una macchina del tempo (“cronoscafo”), rimbalza dall’età dei dinosauri al medioevo, fino a un lontano futuro (LI secolo) all’indomani di una guerra nucleare che ha devastato la Terra.

L’avventura riscuote il successo che ci si attende e probabilmente deve qualcosa anche a quello del film britannico. Seguendo il processo editoriale standard, nel 1962 l’avventura esce in volume e qui accade un imprevisto: la commissione francese di sorveglianza e controllo delle pubblicazioni destinate a l’infanzia e all’adolescenza nega l’autorizzazione alla distribuzione del volume in Francia.
Laddove, merita sottolineare, non solo la pubblicazione in rivista non aveva sollevato questione alcuna, ma, nello stesso 1962, ne viene prodotto un adattamento radiofonico.

La lettera che informa l’editore della censura a La trappola diabolica.

Due gli elementi generalmente riconosciuti alla base di questa decisione.
Il primo: la forte tensione che domina la lotta guidata da Mortimer nel futuro, che culmina nello scontro contro “la Cosa”, sorta di blob inarrestabile e arma finale dei dittatori del futuro.
Il secondo: la visione che La trappola diabolica propone degli effetti di un conflitto nucleare.

La sensibilità della Commissione al tema nascerebbe dal fatto che proprio in quegli anni la Francia stava costituendo la Force de Frappe, l’arsenale nucleare nazionale. Nell’ambito dell’iniziativa, la Francia aveva fatto esplodere la sua prima bomba atomica nel 1960, nel 1964 sarebbe stata la volta della prima bomba all’idrogeno e nel 1966 la nazione transalpina sarebbe infine uscita dalla NATO.
Un lungo processo accompagnato da accesi dibattiti su identità nazionale, visione del futuro, etica e ruolo della società civile.

La censura della Commissione avrebbe quindi inteso appoggiare la politica di riarmo limitando la circolazione di un’opera che di fatto associava i concetti di “arsenale nucleare” a quello di “distruzione totale”. Il tutto nell’ambito della salvaguardia dell’adolescenza da idee non conformi alla politica governativa corrente.

Una crisi di crescita?

Questa censura è interessante perché sottende una precisa visione del fumetto.
La decisione della Commissione chiarisce bene, infatti, non solo i limiti di espressione riservati al fumetto, ma anche l’idea che il fumetto giudicato sia diretto a un pubblico di adolescenti.

In questa prospettiva, si fa carico all’opera di Jacobs di un ruolo e di un potere pedagogico da cui derivano grandi responsabilità. Poiché Le avventure di Blake e Mortimer partecipano alla formazione morale e culturale dei suoi lettori, i loro stimoli devono essere allineati alle direttive culturali dominanti.
Questa argomentazione della Commissione francese è in sintonia con il sentire che negli USA aveva portato pochi anni prima alla istituzione del Comics Code e nel Regno Unito a un forse ancora più attento controllo sulla produzione fumettistica tramite il Children and Young Persons (Harmful Publications Act). Abbiamo quindi una precisa fotografia della relazione fumetto-cultura dominante-lettori: il fumetto è un prodotto per bambini e ragazzi e quindi ha specifiche responsabilità pedagogiche.

La trappola diabolica: il blob/arma finale che avanza diffondendo il terrore.

Questo significa (nel 1962) che il fumetto deve concorrere a rafforzare i valori dominanti e non metterli in crisi proponendo temi o trattamenti particolari. La trappola diabolica, in modo probabilmente inconsapevole, è andata a verificare i limiti di espressione offerti da un tale ruolo, che contempla intrattenimento e conformismo, ma non la critica. Forzando leggermente, potremmo dire che La trappola diabolica segnala una sorta di saturazione: Jacobs ha di fatto esaurito lo spazio narrativo che quella concezione del fumetto (per ragazzi) mette a disposizione. Siamo cioè in presenza di una crisi di crescita: per evolversi, il fumetto per ragazzi (perdonatemi la sineddoche) deve riuscire a rimuovere qualcuno dei vincoli che ne definiscono il terreno.

Questo risulta tanto più evidente allorché si consideri che quella che si manifesta è una vera e propria reazione a una serie e una tipologia di racconti presenti da tempo sul mercato. Se per il genere horror, soprattutto nei mercati USA e britannico, è un tentativo esplicito di frenarne il successo montante, nel caso de Le avventure di Blake e Mortimer la censura appare decisamente come un segnale evidente di una deriva ossessiva della volontà di controllo e di come la “tutela dei giovani” si mescoli pericolosamente alla tutela sub specie ideologiae. Il fatto che l’adattamento radiofonico non abbia incontrato problema alcuno dimostra inoltre la percezione particolare del fumetto come canale specifico e di penetrante efficacia verso il mondo dei ragazzi

LA trappola diabolica: la metro di Parigi distrutta dal conflitto nucleare.

Da notare, prima di chiudere l’argomento, che all’inizio degli anni 1960 questa crisi investe tutto ciò che riguarda l’adolescenza e che evolverà nella nascita di una vera e propria nuova classe anagrafica, sociale e culturale. Questa classe/generazione rispecchierà nuove modalità di transizione fra infanzia e “mondo adulto” e risponde al fatto che l’accelerazione delle trasformazioni di quest ultimo richiede maggiore fluidità e capacità di critica dell’esistente (concedetemi simili grossolanità).

Questo fenomeno si manifesta anche con il sorgere di nuove modalità di espressione, che hanno circolazione e offrono una nuova identità. A questo riguardo, piace pensare che mentre la commissione francese censurava La trappola diabolica, alla radio passasse Love me do dei Beatles, annunciando un nuovo mondo e una nuova generazione.
La censura e la crisi del fumetto da essa segnalata ebbe anche impatti profondi sul lavoro di Jacobs.
Ne parleremo nel prossimo articolo.

2 Commenti

1 Commento

  1. Fra X

    16 Dicembre 2017 a 18:09

    Peccato! Quando l’ ho letto ci sono rimasto. Soprattutto per il fatto che puntate era stato tranquillamente pubblicato. Mah! Che sorte per un capolavoro simile!

    • Simone Rastelli

      17 Dicembre 2017 a 22:35

      Sì, vicenda grottesca. Poi il tempo ha fatto giustizia, ma resta un bell’esempio del collegamento fra stupidità e censura.

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