Ambientata nella Roma del 2072, l’avventura scritta e disegnata da Corrado Mastantuono per il terzo speciale annuale della collana Bonelli Le Storie – Klon – appartiene a quel ramo della fantascienza che immagina il futuro della Terra in chiave distopica.
Fanta-thriller
Rocco Basile è un tecnico di sistemi di sicurezza all’avanguardia, uno dei migliori nel suo campo. Durante un lavoro di manutenzione presso il Ministero della Sanità si trova ad assistere alla strage perpetrata da un commando armato, che uccide il ministro Kepler sotto i suoi occhi.
Basile riesce a fuggire, ma il giorno dopo scopre sgomento che Kepler è ancora vivo e che pare non essere accaduto nulla.
Si è forse trattato di un’allucinazione dovuta alla sua difficile condizione psicologica? L’incontro con Corinne Bisso, una ragazza misteriosa e pericolosa, sembra fornire una prima risposta.
Con queste premesse prende il via la trama imbastita da Mastantuono, che evidenzia subito quali sono le atmosfere a cui si vuole rifare: fantascienza distopica e thriller di stampo politico.
L’aderenza a tali generi narrativi è così riuscita da trasformarsi però a un certo punto in un boomerang.
Se da un lato gli estimatori di questo tipo di letteratura possono trovare elementi e situazioni in linea con le proprie aspettative, il risvolto della medaglia è che la storia rischia veramente poco in termini di costruzione dell’intrigo.
Formalmente il fumettista dimostra di aver assimilato molto bene la lezione di autori come Philip K. Dick e Ursula K. Le Guin, ma contenutisticamente Klon sorprende meno di quello che potrebbe e vorrebbe.
La storia è scritta molto bene, con un certo ritmo narrativo e tutti gli elementi al posto giusto: ne consegue un racconto molto solido, che fila diretto e sicuro per tutto il suo sviluppo e che gode di una sceneggiatura pulita. Ma dal punto di vista degli eventi raccontati il lettore avvezzo a certe soluzioni probabilmente intuisce fin troppo di quanto deve accadere, anche per via di alcuni ribaltamenti narrativi abbastanza prevedibili.
Il pregio principale di Klon si rintraccia allora nel suo protagonista: Rocco Basile è una figura che Mastantuono descrive in modo accurato e affascinante. Del suo passato sappiamo poco, perché l’autore sceglie intelligentemente di darcene solo alcuni cenni parziali, sufficienti a intuire la natura degli eventi mostrati ma senza approfondire.
Ma quelle schegge di passato bastano a spiegare il carattere chiuso e schivo del personaggio, che si delinea fin dalle prime pagine attraverso i lunghi monologhi presenti nelle numerose didascalie. Pensieri che possono apparire a volte verbosi o manieristici, ma che delineano invece in modo convincente una mentalità provata dagli eventi e dalle turbe psichiche che la affollano.
Ne risulta un personaggio tridimensionale, un anti-eroe molto umano e davvero riuscito.
Altro punto a favore dell’albo è l’ambientazione: forse l’autore avrebbe potuto mostrare maggiormente l’aspetto di questa Roma del futuro, ma quello che si vede basta comunque a rendere l’idea di un 2072 non molto diverso dal presente, con una presenza più ingombrante e “senziente” delle macchine che aiutano l’uomo e con l’avanzamento della ricerca nei diversi campi della conoscenza.
L’autore completo
Corrado Mastantuono scrive, disegna e colora Klon tutto da solo, e il controllo di ogni passaggio dimostra la grande attenzione del fumettista verso questa storia.
Per quanto riguarda le tavole, l’autore sceglie una scansione delle vignette molto regolare, che permette quello svolgimento chiaro e sistematico che si rilevava più sopra. La regia risulta così molto asciutta ed essenziale, in grado di non annoiare mai nemmeno nelle scene in cui il protagonista è da solo immerso nei suoi pensieri, grazie a intelligenti cambi di inquadratura che mostrano una varietà di sfondi.
Gran parte dei comprimari vengono raffigurati con lo stile preciso e dettagliato a cui l’autore ci ha abituato nella sua produzione Bonelli e in generale nel suo disegno di stampo realistico; fa eccezione Rocco.
Il protagonista si presenta infatti con fattezze più spigolose, soprattutto nel viso, che rispecchiano anche graficamente il suo carattere introverso e chiuso. I capelli dritti in alto, le guance segnate da occhiaie e da zigomi molto evidenti sono tutti dettagli che concorrono ad un aspetto piuttosto aspro.
L’abbigliamento molto casual e l’iconico impermeabile completano la figura di un personaggio in grado di incidere fin dal primo colpo d’occhio.
Unica deroga vera e propria al tratto realistico è la scena che si dipana nelle pagine 69-70, dove lo stile di Mastantuono si avvicina maggiormente a quello umoristico, che lo rende immediatamente riconoscibile nelle sue opere Disney: questa “deviazione” è giustificata dal fatto che quanto accade in quelle vignette è un parto mentale di un Rocco alticcio, e l’autore usa sapientemente il cambio di registro grafico per differenziare reale da immaginario.
Per quanto riguarda il colore, Mastantuono fa un lavoro tecnicamente molto buono, riuscendo a dosare tonalità più calde per i luoghi chiusi e claustrofobici e toni di ciano e verdino per gli esterni, che volutamente non risultano quasi mai luminosi.
L’aggiunta del colore non è strettamente necessaria alla riuscita della storia, che avrebbe funzionato allo stesso modo anche nel classico bianco e nero: rimane però un pregevole valore aggiunto che regala spettacolarità ad alcune scene.
Abbiamo parlato di:
Le Storie Speciale #3 – Klon
Corrado Mastantuono
Sergio Bonelli Editore, luglio 2016
128 pagine, brossurato, colori – 6,00 €
ISSN: 9 772284 465004 60003