BGeek 2019: grandi novità e qualche delusione

BGeek 2019: grandi novità e qualche delusione

All’ottava edizione il BGeek diventa Festival dell’immaginazione, sotto la direzione artistica di Leonardo Rizzi, e vanta ospiti di razza come Dave McKean. Ma il potenziale della fiera non è ancora espresso a pieno.

Archiviata l’ottava edizione del BGeek – Bari Geek Fest, proviamo a raccontare la due giorni di una fiera che nasce con e dimostra ancora di avere del potenziale, ma che incappa in qualche inciampo che crea non poca delusione.

Quella del 2019 è stata per il BGeek – che da quest’anno diventa Festival dell’immaginazione – un’edizione caratterizzata da due grandi novità: la nomina a direttore artistico di Leonardo Rizzi– già noto ai baresi per essere stato, negli anni Novanta, alla direzione artistica di Expocomics e curatore di mostre antologiche come “Capire il Fumetto” – e il cambio di location. Già lo scorso anno, infatti, il BGeek si era spostato dal Palaflorio (che lo aveva ospitato dal 2015 al 2017, dopo i primi passi mossi in altri luoghi del capoluogo pugliese) al Padiglione Agricoltura della Fiera del Levante. Per questa edizione l’evento è rimasto nel perimetro della Fiera ma dislocato all’interno del Nuovo Padiglione, più moderno e arioso, e con a disposizione un’area esterna amplissima che è tuttavia rimasta solo parzialmente utilizzata.

Probabilmente proprio questo trasloco ha causato alcuni malumori, intercettati durante la manifestazione, sia tra il pubblico – in parte rimasto deluso dalla ridotta offerta espositiva e di intrattenimento rispetto agli anni passati – che tra gli standisti.

I costi imposti dall’Ente Fiera per ospitare l’evento si sono ripercossi infatti – a quanto ci è stato riferito dagli espositori presenti e anche da chi ha rinunciato a partecipare – sul prezzo degli stand, aumentato notevolmente rispetto anche solo alla passata edizione. Questo è stato, immaginiamo, uno dei motivi per cui certe realtà associative ed editoriali, storiche presenze al BGeek, quest’anno hanno dato forfait.

Curiosa anche la riduzione dello spazio dedicato ai giochi da tavolo, oltre che il ridimensionamento di Puglia Bricks, l’angolo per appassionati dei mattoncini LEGO, diventato puramente espositivo quando gli anni scorsi poteva contare anche sulla vendita dei prodotti. Così come si è avvertita la mancanza di alcune associazioni locali dedicate al gioco di ruolo dal vivo, che hanno sempre offerto molto divertimento e intrattenimento di qualità per il pubblico di ogni età.

Se poi tanti editori di calibro non sembrano essere ancora interessati alla fiera pugliese, mancando dalla prima edizione, altri questa volta si sono tirati indietro, e con loro piccole etichette che probabilmente più di altre necessitano di un evento di richiamo sul territorio per ottenere maggiore visibilità e riscontro di pubblico.

Quella del BGeek è infatti una platea generalista, interessata al divertimento, all’acquisto di gadget e all’intrattenimento offerto dai board games e dal gioco di ruolo, oltre che dalla sempre grande curiosità che suscitano i cosplayer costantemente pronti a lasciarsi ammirare e fotografare, per non parlare degli immancabili youtubers. Tuttavia si tratta forse di un pubblico poco edotto a fruire del medium fumetto in senso stretto, non avvezzo a interfacciarsi con gli editori e magari scarsamente interessato agli autori di grosso calibro.

Come ironicamente eppur amaramente ha constatato Dave McKean durante il proprio panel nella mattinata del 2 giugno, «A cosa serve lavorare a migliorare la qualità del fumetto se poi ci sono i cosplayer, se poi ci si può travestire da Wookiee?».

Il BGeek ha mostrato così negli anni una tensione a diventare un evento finalizzato al puro intrattenimento e meno attento a quella fetta di pubblico comunque sempre presente in loco che preferirebbe si trattasse di una fiera “del fumetto” vera e propria.

E così se l’intera area fieristica appare come una distesa di stand adibiti alla vendita di gadget e cineserie di discutibile valore e qualità, con alcuni espositori che arrivano a disturbare con la musica proveniente dai propri impianti stereo i panel in corso nelle sale attigue, sempre meno sono i metri quadri dove è possibile acquistare fumetti e sempre meno sono gli stand degli editori, come dicevamo.

Vero è che quest’anno va registrato l’ottimo lavoro svolto da SPINE – Temporary Small Press, che ha portato con sé i volumi di Coconino Press, 001 Edizioni, BAO Publishing, Oblomov Edizioni, Canicola, GRRRzetic Editrice, Hop!, Terre di Mezzo Street Magazine e settenove; oltre a ospitare autori quali Marco Taddei e Simone Angelini, Maicol & Mirco, Holdenaccio, Edo9000e Alonso Rojas.

Nomi di qualità che si aggiungono a quelli presenti allo stand BGeek tra cui su tutti spicca quello di Dave McKean, autore della locandina 2019 e a cui è stata anche dedicata la mostra “Oltre il portale dell’immaginazione”, visitabile al Museo Civico di Bari fino al 30 giugno. Insieme a lui era possibile incontrare Tuono Pettinato (presente in fiera anche con la sua “Mostricina”), Alessio Fortunato, Sebastiano Vilella, Igort, Barbara Baldi, Fabiana Fiengo, Arianna Rea, Carmine di Giandomenico, Onofrio Catacchio, Francesco Artibani, Alessandro Bilotta, per citarne solo alcuni. Ospite dell’Area Japan, inoltre, Junichi Hayama, direttore delle animazioni della seconda serie di Ken il Guerrieroe character design de Le bizzarre avventure di Jojo: Stardast Crusaders.

Un parco autori di calibro, indubbiamente, ma forse destinato a una nicchia di pubblico piuttosto ristretta che ci sentiamo di suggerire andrebbe implementato con nomi più popolari e mainstream, che attirino sì un pubblico di appassionati della Nona Arte, ma con aspettative e gusti più commerciali.

Impossibile non notare la mancanza di una self-area che desse la possibilità agli autori indipendenti di mostrare il proprio lavoro e il proprio talento al pubblico, oltre che l’assenza di incontri con gli editor per un portfolio review che consentisse agli autori ancora in crescita di interfacciarsi a fumettisti e illustratori affermati.

Da addetti ai lavori non possiamo che continuare a segnalare un altro grosso deficit del BGeek: l’assenza di una sala stampa che consenta ai non pochi giornalisti presenti di svolgere comodamente il proprio lavoro senza dover cercare inutilmente un luogo adatto all’utilizzo del laptop, magari occupando dei posti all’interno delle già piccole sale conferenze, anche durante gli incontri in programma.

Quanto a questi ultimi, il livello di alcuni talk è stato davvero altissimo. Naturalmente non hanno deluso le aspettative gli incontri con McKean come quelli con Baldi, Catacchio, Igort e Vilella, e poi quelli sempre con Baldi affiancata da Fabiana Fiengo e Arianna Rea, per citarne solo tre.

Interessantissimi i panel sulla serialità curati dalla ricercatrice Carlotta Susca e dal giornalista Michele Casella, oltre al bellissimo esordio di Francesca Romana Recchia Luciani, filosofa e docente dell’Università degli Studi di Bari al suo primo contatto con il mondo geek, ma che si è dimostrata perfettamente a proprio agio nel suo ruolo di moderatrice di alcuni incontri, oltre a ostentare una perfetta padronanza della materia.

Tuttavia, se escludiamo questi incontri sul tema della serialità, a tutti gli altri panel come più in generale alla manifestazione è sembrato mancare un tema che facesse da filo conduttore. Probabilmente dare un’identità precisa e forte a ogni edizione gioverebbe alla fiera in termini qualitativi e di interesse da parte del pubblico.

Un punto a proprio favore il BGeek lo ha segnato quest’anno con l’allestimento di una serie di “mostre off”. Oltre alla già citata monografica di McKean al Museo Civico, arricchita da un incontro con lo stesso autore svoltosi il 31 maggio, fino al 13 giugno saranno visitabili presso SPINE “L’anello di congiunzione tra la vita e la morte” di Maicol & Mirco, “Neromantique” di Alessio Fortunato, “Misteri e visioni”di Sebastiano Vilella e una selezione di tavole tratte da Due attesedi Maurizio Lacavalla.

All’interno dell’area fieristica – e purtroppo in un settore decentrato rispetto all’intero perimetro – le davvero notevoli mostre di Onofrio Catacchio con “Piccolo palcoscenico”, Werther Dell’Edera con “Il Corvo: Memento Mori”, la talentuosissima Arianna Rea con “Ladies & Monsters” e la già citata “Mostricina” di Tuono Pettinato.

Le mostre off non sono state la sola novità di questo BGeek 2019. Da segnalare anche una serie di incontri di “countdown” moderati Michele Casella e tenutisi al Cineporto di Bari che hanno visto protagonisti, tra gli altri, Tony Grisoni e Asif Kapadia, incentrati sui temi della crossmedialità e sul linguaggio cinematografico.

Si può quindi vedere che il BGeek è sicuramente una fiera in crescita, alla quale lavorano persone capaci di ottime intuizioni, ma che non è ancora riuscita a compiere un autentico salto di qualità che le consenta – come merita e come merita la Puglia – di diventare una grossa manifestazione che possa affiancarsi nel Sud Italia a blasonate realtà quali il Napoli Comicon e l’ormai lanciatissimo Etna Comics, capaci di richiamare autori ed editori da tutto il territorio nazionale.

Le novità di quest’anno sono state interessanti, ma il sentore generale è quello di una sorta di regresso della qualità generale offerta, a fronte di costi (per espositori e pubblico) in aumento. Bisognerebbe dunque individuare le cause di questo trend negativo e porvi rimedio. Ci sono dodici mesi di tempo per farlo e ottime forze in campo.

Le foto contenute in questo articolo sono di Armando Velluso e pubblicate sulla pagina Facebook del BGeek.

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