Bepi Vigna: vedi Napoli Comicon e…

Bepi Vigna: vedi Napoli Comicon e…

Al Napoli Comicon 2016 Bepi Vigna, insieme a Michele Medda e Antonio Serra, presiede l'avvio dei festeggiamenti per i venticinque anni di vita di Nathan Never.

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Bepi Vigna nasce a Baunei (Ogliastra) nel 1957. Laureato in giurisprudenza, ha esercitato per alcuni anni la professione di avvocato.
Appassionato di cinema e fumetti, nel 1982 ha fondato a Cagliari il gruppo Bande Desinée del quale facevano parte anche Antonio Serra e Michele Medda. I tre hanno iniziato a scrivere insieme sceneggiature per Sergio Bonelli Editore e, nel 1989, propongono all’editore una nuova serie: nasce 
Nathan Never, che esordisce in edicola nel giugno del 1991. Qualche anno dopo hanno dato vita anche a Legs Weaver, una serie uscita in edicola fino al novembre 2005. 
Nel 1990 con L’Unione Sarda ha pubblicato il libro Luoghi ed esseri fantastici della Sardegna, scritto a quattro mani con Giampiera Caprolu.
Nel 1993 Vigna ha fondato a Cagliari una Scuola di Fumetto, la prima in Sardegna, che opera nell’ambito del Centro Internazionale del Fumetto, da lui diretto. Oltre alle storie a fumetti ha pubblicato numerosi saggi (sui comics, sul cinema, sulle tradizioni popolari), racconti e romanzi (
L’estate dei dischi volanti, nel 1997, La pietra antica, nel 1999, Niccolai in Mondovisione, nel 2006, Si è fatto tardi, nel 2008).
Collabora con quotidiani e riviste e ha lavorato anche in televisione e in pubblicità. Nel 2006 diventa direttore della rivista Backgroiùund (Rivista sarda del fumetto e dell’illustrazione) e della rivista di cinema Teorema.
In campo cinematografico ha diretto diversi cortometraggi e documentari, alcuni premiati in vari festival. 
Nel 2013 ha scritto la sceneggiatura del Film Treulababbu in collaborazione con il regista Simone Contu.

Bepi Vigna

Partiamo dal motivo della tua presenza al Comicon quest’anno: la mostra che dà il via alle celebrazioni per i venticinque anni di Nathan Never. Ce ne parli?
Venticinque anni sono un sacco di tempo e sono orgoglioso che la nostra serie sia ancora in edicola. Credo che Nathan sia riuscito a coniugare spesso il fumetto popolare con tematiche che di solito appartengono al fumetto cosiddetto “d’autore” e abbia influenzato il fumetto popolare degli ultimi decenni.
Abbiano proposto una strettissima continuity, come forse non si era mai visto nel fumetto italiano e rileggendo le storie uscite in questo quarto di secolo, scopriamo che riflettono molto i tempi che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. Sono convinto anche che il nostro personaggio abbia ancora molto da esprimere, che abbia ancora una grande potenzialità.

Visto il tema di questo Napoli Comicon, che opinione hai della sempre crescente ibridazione del fumetto con altre forme di espressione artistica e comunicativa (cinema, TV, letteratura, teatro…)?
Il fumetto è un medium ibrido, che, forse proprio per questo, riesce benissimo a coniugarsi con altre forme espressive. Essendo un linguaggio complesso, meglio di altri può riuscire a raccontare la complessità della realtà.
Il futuro della comunicazione è nella contaminazione dei linguaggi e in questo senso il fumetto è avvantaggiato, perché nasce già come prodotto multimediale, accorda in un unico codice la letteratura, il disegno, la poesia, la pittura, la grafica. Come il cinema usa il montaggio, la regia e le inquadrature, può essere fruito sia sulla carta sia sul web, sullo schermo di una tv, di un computer, di un tablet.
Il fumetto si presta a ogni tipo di evoluzione: nella sua storia si è proposto come paginone illustrato, come daily-strip, come tavola domenicale; ma è diventato anche comic book, giornale, rivista, graphic novel, graphic-journalism, motion-comics e oggi appare il prodotto più congeniale alla nuova editoria digitale e al format dei blog. In fondo un’evoluzione del fumetto è rappresentata anche dal cinema d’animazione e dallo story-board.
Benché l’editoria sia in crisi, mai come in questo momento storico il linguaggio del fumetto si sta rivelando efficace e vincente, influenzando fortemente cinema, letteratura, televisione, pubblicità, didattica.

Vedi Napoli e poi…?
Lavoro a tanti progetti, serie, graphic novel, film, romanzi. Con Roberto De Angelis, terminata la miniserie di Nathan che esce questa primavera, ho iniziato a realizzare – sempre per la Sergio Bonelli – una miniserie molto particolare, che mette insieme diversi generi (horror, fantascienza, avventura). Dovrebbe intitolarsi Morbus, o almeno questo è il titolo di lavorazione. Per ora Roberto ha disegnato il primo episodio e siamo molto soddisfatti di come è venuto.
Siamo molto soddisfatti anche della miniserie, una sorta di “origini di Nathan Never”, dal tono molto più duro rispetto alla serie regolare. Ci saranno delle rivelazioni abbastanza sconvolgenti, in pratica tutto quello che si è sempre saputo di Nathan Never viene messo in discussione.
Con un giovane disegnatore, Marco Tanca, ho appena ultimato una graphic novel tratta da una mia commedia scritta per il teatro, intitolata Gli amici di Freddy. La sceneggiatura del fumetto è stata adattata anche per un film live action, che ha avuto qualche problema di carattere produttivo, ma che dovrebbe uscire, prima o poi.
Vorrei fare una serie dedicata al giovane Aristotele Skotos, raccontare come nasce un “cattivo”; un eroe negativo permette di fare dei discorsi interessanti, di esplorare territori che di solito il fumetto popolare trascura. Ho scritto i soggetti dei primi episodi, vediamo che accadrà.
Mi piace lavorare con i disegnatori che sono anche dei cari amici. C’è anche un progetto con Otto Gabos, che sta prendendo forma e altri che coinvolgono Romeo Toffanetti e Andrea Serio (con cui anni fa ho fatto Nausicaa l’altra Odissea, un lavoro di cui sono abbastanza orgoglioso).
Sono sempre molto coinvolto dal Festival internazionale che organizzo annualmente in Sardegna col Centro Internazionale del Fumetto: è dedicato al fumetto nel Mediterraneo, con un occhio di riguardo soprattutto alla sponda del Nord Africa e del Medio Oriente. A maggio sarò in Marocco, ospite del Festival International de la Bande Dessinée de Tétouan, con cui facciamo un gemellaggio.
Insomma… tanta roba in cantiere.

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