Benvenuti al Ray Bradbury Show

Benvenuti al Ray Bradbury Show

NPE pubblica in Italia “Shadow Show” un’antologia a fumetti che rende omaggio allo scrittore Ray Bradbury, con racconti a firma di autori del calibro di Neil Gaiman ed Eddie Campbell ispirati alla poetica dell’autore di “Farehneit 451” e “Cronache Marziane”.

A quasi sei anni dalla scomparsa di Ray Bradbury, avvenuta nel 2012, NPE pubblica nel nostro Paese Shadow Show, un volume antologico a fumetti ideato e curato da Sam Weller e Mort Castle, nel quale ben ventisei autori – tra scrittori, sceneggiatori e disegnatori – rendono omaggio allo scrittore statunitense che insieme a Isaac Asimov e Philip K. Dick può essere considerato uno dei più grandi maestri della fantascienza, di cui fu un visionario innovatore.

L’arte di Bradbury ha avuto molte trasposizioni nei vari media: cinema (l’imprescindibile Fahreneit 451 di Truffaut), televisione (la storica serie tratta da L’uomo illustrato) e fumetto (esiste una serie Ray Bradbury’s Comics, pubblicata in USA dalla piccola Topps Comics), con risultati variegati, ma in questa occasione i curatori hanno evitato la strada della trasposizione per un percorso più impegnativo ma certo più intrigante: proporre a un gruppo di autori di ispirarsi alla poetica bradburiana del fantastico e del weird/insolito per dare vita a una raccolta di brevi storie a fumetti con contenuti originali e inediti ma chiaramente legati all’immaginario creato dallo scrittore nelle sue pagine.

L’antologia ospita otto storie brevi, aperte da un’introduzione “postuma”firmata da Ray Bradbury e scritta nello stile leggero e pieno di sense of wonder che lo contraddistingueva, intervallate da una serie di illustrazioni di Shane Pierce che fungono anche da “copertine” dei singoli racconti. A questo si aggiunge un lirico racconto fantascientifico di Harlan Hellison – amico fraterno di Bradbury –accompagnato da una altrettanto interessante nota dell’autore.

Le varie storie toccano i temi classici della produzione di Bradbury, dai viaggi spaziali ai robot, da vampiri ai dinosauri. Tutti gli autori coinvolti riescono nel compito di restituire nella loro opera l’anima più profonda della poetica dello scrittore: la capacità nei suoi racconti e nei suoi libri di andare aldilà di qualsiasi divisione di genere, di ricercare lo strano, il fantastico, l’inquietante nella semplicità del quotidiano vivere ordinario.

Ad aprire la raccolta è La riva del lago Champlain, storia scritta da Joe Hill e adattata dal suo sodale Jason Ciaramella, per i disegni di Charles Paul Wilson III. Il figlio di Stephen King imbastisce una storia ambientata nell’estate della provincia americana sulle rive di un lago al confine con il Canada, dove dei bambini trovano la carcassa di un dinosauro. La narrazione, in forma di ricordo di una dei protagonisti, scorre lieve supportata da disegni dal tratto morbido e rassicurante e dalla colorazione lieve e acquerellata, fino all’epilogo non inaspettato ma comunque tragico.

L’uomo che dimenticò Ray Bradbury

L’uomo che dimenticò Ray Bradbury di Neil Gaiman e Mort Castle con i disegni di Maria Frolich è tra i racconti più riusciti del volume. Gaiman, amico di Bradbury, scrive una storia sulla memoria, il monologo di un personaggio che sta progressivamente perdendo i propri ricordi, compreso il nome del suo scrittore preferito. La sceneggiatura, non facile da illustrare, viene risolta dalla disegnatrice utilizzando una griglia variabile nelle varie pagine, alternando composizioni di piccole vignette a quadri più grandi e giocando efficacemente tra primi piani del protagonista, rappresentazioni dei suoi ricordi e dissolvenze degli stessi, mantenendo sempre un funzionale segno di chiara ispirazione realistica.

In A ritroso a Siviglia è Eddie Campbell a illustrare lo scritto di Audrey Niffenegger, un diario nel quale l’autrice riflette sulla genitorialità e sul ruolo di figli e genitori riallacciandosi al racconto di Bradbury Il parco giochi. Il finale è spiazzante, toccante e pauroso al contempo. L’efficacia e la riuscita della storia ricadono purtroppo esclusivamente sulle didascalie della Niffenegger, poiché Campbell si limita veramente al minimo sindacale con poche illustrazioni, ampio uso di foto ritoccate e un segno estremamente veloce e sintetico nel quale si riconosce lo stile dell’autore ma che dà l’impressione di un lavoro svolto più per rispettare accordi presi che per vera passione.

Immortale! Di Sam Weller e Mark Sexton è la storia che più coglie lo spirito letterario di Bradbury, oltre a essere quella che omaggia più da vicino la sua persona. Un giornalista/scrittore riesce a organizzare un’intervista con il suo mito – Bradbury stesso – ma, in quella che è una esperienza indimenticabile, c’è qualcosa che non quadra, un piccolo particolare fuori posto, un elemento di disturbo che potrebbe stravolgere l’intero concetto di realtà. Sexton usa un tratto pulito e realistico per illustrare la storia, piena di personaggi famosi realmente esistiti.

È ancora Sam Weller, stavolta insieme allo scrittore Dave Eggers a realizzare Chi bussa?, disegnata da Matthew Dow Smith. Racconto thriller tutto basato sull’accrescimento costante della tensione e lo scioglimento in solo sei pagine, a omaggiare la capacità di Bradbury di condensare in racconti brevissimi narrazioni ricche di spunti e vicende.

Immortale!

Terra (negozio di souvenir) è un ironico racconto di Charles Yu e Mort Castle, illustrato con tratto cartoonesco da Christine Larsen, una piccola storia di fantascienza che gioca sull’idea di consumismo e di turismo mordi e fuggi in un futuro dove il nostro pianeta se la passa molto peggio di oggi.

Mort Castle scrive anche Altenmoor, dove i cani ballano, disegnato da S. L. Gallant, altro struggente racconto sulla famiglia e la vecchiaia, sul rapporto tra anziani nonni pieni di fantasia e giovani nipoti.

Chiude il volume Intuizione di Alice Hoffman, Sam Weller e Mort Castle, storia adolescenziale mistery illustrata con tratto pulito e realistico da Chris Evenhuis. È forse questo il fumetto più debole dell’intera raccolta, quanto meno da un punto di vista narrativo, che prova a restituire gli ambienti e le sensazioni adolescenziali di un’estate nella provincia statunitense, riuscendoci però in modo forse troppo superficiale ed efficace, rispetto per esempio alla prima storia di Joe Hill.

Il rischio delle antologie a fumetti è sempre quello di risultare poco coese, tanto da un punto di vista di contenuti quanto da quello grafico. La trasversalità di genere che era un tratto caratteristico della cifra narrativa di Ray Bradbury, gioca tuttavia a favore di Shadow Show, diventando il file rouge che legga le otto storie e il racconto in prosa di Hellison. Più ondivaga e meno compatta risulta invece la risultante grafica del volume, sebbene i disegni rimangano sempre di qualità medio alta.

Un libro certo consigliato per chi è appassionato di Ray Bradbury, ma che può essere apprezzato anche da chi non ha mai letto niente dell’autore e che da questi racconti potrebbe essere stimolato a scoprirne l’opera.

Abbiamo parlato di:
Shadow Show
AA. VV.
Nicola Pesce Editore, 2018
128 pagine, cartonato con sovracoperta, colore – 19,90 €
ISBN: 9788894818130

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