Padovaland: la periferia crudele di Miguel Vila

Padovaland: la periferia crudele di Miguel Vila

Miguel Vila fa il suo esordio con Canicola raccontando la provincia padovana, fatta di amicizie, crudeltà e segreti.

BenvenutiPadovaland_CopertinaNella zona industriale della periferia padovana si trova il parco acquatico di Padovaland. In mezzo a capannoni, ipermercati, fabbriche e centri commerciali, un’oasi di scivoli di plastica e piscine. Proprio da questo nome e da questo accostamento urbanistico-architettonico prende spunto Miguel Vila: l’autore padovano classe 1993, al suo esordio con Canicola, racconta la storia corale di una comitiva di ventenni che vivono nella città veneta. Dal punto di vista della storia, quindi, Vila si inserisce in quel ricco filone di nuovi fumettisti italiani che vuole raccontare il proprio ambiente, la propria quotidianità divisa tra lavoro e inseguimento della laurea, tra feste e sbronze, tra pettegolezzi e amori fugaci.
Di per sé il tema potrebbe apparire inflazionato e quindi poco interessante, facendo pensare all’ennesimo racconto di millenials e generazione Z della periferia italiana. Invece, la scelta di un cast corale e l’attenzione a tanti piccoli dettagli inseriti nella storia, ma restando marginali, danno a quest’opera non il sapore di un amaro romanzo generazionale, piuttosto quello di una serie di istantanee (o meglio, un susseguirsi di scatti da Instagram) da scorrere in maniera un po’ annoiata, sentendo un incombente destino di immobilità, notando in ognuna un particolare fuori posto, qualcosa di sottilmente sgradevole.

Ogni personaggio della storia prende parte a questo lento spettacolo di marionette che sentono i fili stringersi attorno ai propri arti: Irene è presa in giro per il suo aspetto da perfide colleghe, insegue l’approvazione in un uomo più grande di lei e cerca la sua amica Giulia a fasi alterne; Giulia mira a laurearsi, ma è sperduta e remissiva in ogni aspetto della sua vita; Catia è intrappolata in un corpo sensuale, sinonimo per tutti di facilità di costumi; Fabio pensa di essere sempre il più brillante, ma è alla continua ricerca di amore e approvazione, ritrovandosi spesso alticcio e sgradevole; Nick fa la parte del macho ma finge di essere chi non è; Andrea infine è un ragazzo schivo e represso, schiacciato dalla sua ragazza Chiara. Nel corso della storia ognuno di loro vede una parabola che sembrerebbe preannunciare un cambiamento, ma che invece si tramuta in una risoluzione circolare che porta la vicenda a ripartire dal suo inizio, un eterno ciclo della provincia vista come prigione fatta di piccole perfidie e rivalse.

BenvenutiPadovaland_40I personaggi sono definiti non solo attraverso atteggiamenti e gesti, ma anche e soprattutto i loro corpi, ognuno diverso dall’altro, grasso o magro che sia, creato con puntiglio e attenzione dalla matita scultorea di Vila, che guarda tanto a Paolo Bacilieri nel tratto particolareggiato quanto a Daniel Clowes per l’intensità e l’esasperazione delle espressioni, con sorrisi che allargano i volti in maniera a volte quasi inumana e lacrime che solcano le guance come aratri.
Interessante parte di questa narrazione e immancabile per questa generazione è l’interazione attraverso i social, che non è l’elemento centrale della storia, ma è sicuramente onnipresente,  cadenzando i rapporti tra i personaggi, filtrando e infiltrando ogni aspetto della loro vita: sui social si vivono amori e desideri impossibili (quello di Fabio per Catia), ci si distrae, annacquando l’esperienza di vita reale (come fa Daan, il ragazzo olandese ospite di Fabio), o si danno consigli attraverso note vocali infinite su WhatsApp. Anche i social diventano così strumenti asfittici, non di vera connessione ma elementi che perpetrano la noia di gesti che lasciano immobili, che non spezzano veramente il ciclo.

Accanto a questi elementi, vera protagonista del racconto è Padova e soprattutto la sua periferia industriale, quella su cui Giulia sofferma l’occhio per il proprio progetto di laurea: anche in questo caso ritorna la fotografia, quella che cattura architetture e paesaggi urbani della città veneta, unica e al tempo stesso simile a tante altre del nostro paese, qui raccontata con un’attenzione assoluta a geometrie e prospettive (che ancora una volta richiamano lavori di Bacilieri come Fun, More Fun e Tramezzino). Miguel Vila si sbizzarrisce nell’usare vignette di varie forme e dimensioni, alternando visioni dall’alto a primi piani sul volto di una delle ragazze, passando per serbatoio di stoccaggio dell’acqua a case coloniche e ville Palladiane in rovina. Una visione che richiama sia le periferie inquietantemente silenziose e sospese di Nick Drnaso che le miniature architettoniche e i paesaggi dei suburbs statunitensi di Chris Ware: tutto questo viene preso da Vila e rielaborato con un gusto personale e una consapevolezza degna di nota per un autore così giovane.

Padovaland offre una visione artistica e personale di una periferia profondamente padovana e veneta, ma al tempo stesso tanto comune in tutta Italia e restituisce uno spaccato autentico e non idealizzato di una generazione multiforme, forse bloccata ma alla ricerca, a proprio modo, di approvazione e amore. E con Miguel Vila questa generazione ha trovato una voce importante, che con questo brillante esordio si pone di diritto nel radar di autori da tenere d’occhio per il futuro.

Abbiamo parlato di:
Padovaland
Miguel Vila
Canicola, novembre 2020
160 pagine, brossurato, colore – 18,00 €
ISBN: 9788899524463

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