Sembra quasi un caso da laboratorio questo primo numero de I Guardiani della Galassia, che contiene, oltre a quello della serie eponima, il primo episodio di Nova. Entrambi, infatti, sono centrati sulla relazione di un bambino con una figura paterna considerata difettosa: assente nel caso di Peter Quill (che diventerà Star-Lord), non all’altezza dei desideri per Sam Alexander, che sarà reclutato dal corpo dei Nova Neri. Luogo classico della letteratura per ragazzi (e vale la pena ricordare anche il cinematografico Ritorno al Futuro, esplicitamente citato da Jeph Loeb in Nova), il confronto con la figura paterna è una leva emotiva potente di cui sarà interessante seguire l’utilizzo da parte di Brian Michael Bendis (I Guardiani) e Jeph Loeb. Al momento, la frustrazione dei protagonisti si manifesta come una rabbia di cui le madri si trovano a essere catalizzatrici, in quanto uniche figure adulte con cui relazionarsi, mentre la scuola, cioè l’ambiente dei propri pari, è il luogo dove Peter e Sam lottano per non essere umiliati.
Bendis scrive in maniera precisa, attento soprattutto al ritmo e al ruolo delle scene: il risultato è un racconto senza sbavature ma piuttosto freddo, a cui non giova certo la poca espressività che Steve McNiven dà ai personaggi (con due estremi: la madre di Peter in positivo, lo Star-Lord adulto e suo padre in negativo). L’impressione è che l’autore, in questo primo capitolo, non sia riuscito ad andare oltre la pura funzionalità d’introduzione del protagonista e delle sue origini: focalizzato sull’obiettivo di comunicare il massimo d’informazioni in un unico episodio, ha tenuto in secondo piano l’efficacia narrativa e la capacità di coinvolgimento sacrificandole alla sintesi. Esemplare, in questo senso, la scena in cui Peter, a scuola, difende una compagna di colore dall’aggressione di alcuni bulli, per poi finire punito dal preside. Certo, il senso di giustizia del protagonista emerge chiaramente, ma la scena è costruita come un rituale meccanico, una situazione nota e definita in tutti i suoi dettagli. Alla fine dell’episodio, ci troviamo quindi con un prologo molto chiaro riguardo a eventi e motivazioni, ma con personaggi standardizzati, che agiscono senza coinvolgere.
Ben più felice l’equilibrio trovato dagli autori in Nova #1 (Origine: Carefree significa Spensierato) fra ironia e partecipazione, fra space opera e romanzo di formazione. La scrittura di Jeph Loeb è in sintonia virtuosa con il disegno di Ed McGuinnes, che, attraverso i volti, riesce a rendere efficacemente gli stati d’animo dei personaggi e le sottigliezze dei loro caratteri: da questa sintonia, nascono atmosfere dalle emozioni sfumate e ricche di contrasti. Le giornate dell’adolescente Sam Alexander sono impregnate di tensioni e dissonanze emotive: il desiderio di essere accettato dai compagni, di avere un padre di cui essere fiero, la volontà di difenderlo dal disprezzo altrui e la constatazione che comunque quel padre, così disarmonico rispetto a tutto ciò che gli è intorno, ai meccanismi della quotidianità, ha il dono speciale di trasmettere sogni. I racconti del padre di Sam, da parte loro, hanno un tono di epica leggera, che ha il suo senso nell’essere storie della buonanotte che contengono l’identità paterna: quindi racconti con un nucleo forte e inquietante (poiché suscitano l’interrogativo su che cosa sia accaduto a colui che fu eroe ed è ora un marginale) avvolti in un involucro confortante, perché devono guidare i figli attraverso la notte, il sonno (assicurar loro che sono al sicuro dai mostri) e aiutarli a crescere.
Abbiamo parlato di:
I Guardiani della Galassia #1
Brian Michael Bendis, Steve McNiven, Jeph Loeb, Ed McGuinnes
Traduzione di Giuseppe Guidi
Panini Comics, Settembre 2013
64 pagine, spillato, colore, 2,90 €
ISBN: 977228276500730001