Batman e la Funesta Sorte che colpì Gotham

Batman e la Funesta Sorte che colpì Gotham

Batman_ la funesta sorte che colpì GhotamPanini ripropone in un volume unico The Doom that came to Gotham, miniserie Elseworld (etichetta sotto cui si collocano le storie fuori continuity di DC Comics) uscita nel 2000 e co-firmata da Mike Mignola, tornato a lavorare sul Cavaliere Oscuro undici anni dopo il celebre one-shot Gotham by Gaslight (1989) che diede vita a questa collana di speciali.

Il creatore di Hellboy ha ideato insieme allo sceneggiatore Richard Pace una storia pervasa da atmosfere gotiche e mistery-noir che illustrano una Gotham del 1928 sotto le cui fondamenta attende di essere liberata un’antica entità sovrannaturale. Fin dalle sue prime pagine La Funesta Sorte che Colpì Gotham si presenta come un dramma sulfureo e dal tono greve e ineluttabile. Molteplici contaminazioni e riferimenti letterari (ad esempio, i celebri racconti Le Montagne della Follia e La sorte che colpì Sarnath di H. P. Lovecraft) rimandano apertamente alla mitologia sovrannaturale dello scrittore di Providence, tra mutazioni, conoscenze proibite ed entità ancestrali. Si tratta di concetti che Mignola conosce bene e che usa per orientare la trama verso una direzione narrativa da weird mistery, ovvero un amalgama di elementi fantasy, body-horror e pulp.

Un’altra componente importante della narrazione è la sua struttura corale, composta da diversi personaggi che rendono la storia sfaccettata, ma anche a rischio di risultare eccessivamente frammentata quando si avventura nell’analisi del passato di ognuno di loro per costruire una rete di segreti tesi a svelare il mistero della trama.

È interessante, da quest’ultimo punto di vista, il modo con cui gli autori fanno interagire tra loro i numerosi characters legati a Batman (da Ra’s e Talia al Ghul a Harvey Dent, da Killer Croc a Poison Ivy, dal Pinguino a Mister Freeze) e come essi vengono trascesi in chiave lovecraftiana, uniti l’uno all’altro – protagonista compreso – da un destino oscuro collegato alle origini della città di Gotham. Per quanto riguarda la caratterizzazione, questo Bruce Wayne è un Batman in divenire, un cavaliere oscuro meno infallibile rispetto a quello che conosciamo, ma comunque caratterizzato da incrollabili volontà e coraggio: la sua evoluzione rappresenta il focus della storia, attraverso il duplice tema della predestinazione e dell’eredità oscura rappresentata dagli errori dei genitori che porta il personaggio su un sentiero narrativo dai contorni di un dramma shakespeariano, ma anche di un’ascesa dello spirito e della carne.

La funesta sorte che colpì Gotham-immagine

Il disegnatore Troy Nixey ha uno stile che ben si adatta alle atmosfere gotico-arcane della sceneggiatura, con uno storytellling interessante, non eccessivamente dinamico e con una buona regia nelle inquadrature e montaggio delle scene. I punti deboli del suo lavoro sono la caratterizzazione dei personaggi umani, disegnati in maniera generica e anche mono espressiva, a differenza invece delle creature sovrannaturali, delle scenografie e degli ambienti anni ’30 realizzate con molta cura e ispirazione, in grado di dare vita a tavole molto dettagliate e vivide.
La colorazione di Dave Stewart completa l’opera con delle soluzioni cromatiche non banali che, per intensità e contrasto, suggellano ogni tavola con un’atmosfera densa e opprimente.

Pur mancando dell’effetto sorprendente riscontrato in Gotham by Gaslight, La funesta sorte che colpì Gotham si conferma un fumetto insolito per contesto, caratterizzazione e sviluppo dei personaggi, ritagliandosi uno spazio di tutto rispetto nella lunga vita editoriale di Batman.

Abbiamo parlato di:
Batman: La funesta sorte che colpì Gotham
Mike Mignola, Richard Pace, Troy Nixey, Dave Stewart
Traduzione di Francesca D’Annibale
Panini Comics, 2022
160 pagine, cartonato, colori – 23.00 €
ISBN: 9788828739289

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