Nel pieno standard dei trade paperback di produzione RW-Lion, Batman ’66 Green Hornet è una miniserie con un cast e creativi all-star. Il risultato è una di quelle bizzarrie tipiche del mercato del comic americano.
O meglio, che ha a che fare contemporaneamente con più bizzarrie del suddetto mercato.
Batman ’66 Green Hornet è una miniserie di 6 numeri che vede incontrarsi tra loro due serie appartenenti a due universi fumettistici separati: DC Comics da un lato, IDW Pubblishing dall’altro. A loro volta questi due serial sono trasposizioni da un altro medium: Batman ’66 infatti non è il cupo uomo pipistrello a cui siamo ormai abituati dall’era post Miller, bensì lo scanzonato e un po’ ridicolo Batman della serie tv anni ’60, quello dei BAM, BIFF a tutto schermo. Green Hornet è il protagonista di un serial radiofonico che nel 1966 diventa una serie tv che vede Bruce Lee come co-protagonista.
Gli scrittori della miniserie sono il misconosciuto (almeno per noi) Ralph German e il ben più famoso Kevin Smith, regista di film come Clerks e In Cerca di Amy e, purtroppo non troppo spesso, sceneggiatore di comic che ci ha regalato due grandiosi rilanci: è stato lui infatti a restituire lustro al personaggio di Green Arrow nel 2000 ed è stato l’apripista del rilancio di Daredevil con la linea Marvel Knights.
Smith ha dei trascorsi con entrambi i personaggi. Per Batman ha scritto due ottime miniserie collegate tra loro, Cacophony e Spirale Crescente, orfane di una terza parte promessa da anni, mentre per Green Hornet Smith avrebbe dovuto realizzare un film. Il regista dichiarò di non averne il coraggio, così il progetto passo nelle mani del francese Michael Gondry, che ha realizzato forse il suo film meno ispirato.
La IDW convinse il regista a far tradurre il suo progetto in una miniserie a fumetti, dandoci così la possibilità di assaporare quello che sarebbe stato probabilmente un ottimo film (e una intrigante versione femminile di Kato). Il suo coinvolgimento ne risulta quasi obbligato, anche se il risultato non valorizza le caratteristiche peculiari dello stile di Smith. Difficile riconoscerlo quando il suo caustico umorismo, i suoi dialoghi fulminanti e i guizzi che caratterizzano le sue trame si trovano pesantemente inquadrati nella necessità di restituire lo stile narrativo retrò.
A coadiuvare Smith in questo progetto, le matite di Ty Templeton, disegnatore poliedrico che ha spesso legato il suo nome a trasposizioni in fumetti di personaggi tv, il più famoso dei quali è proprio Batman, nella sua incarnazione animata degli anni ’90, in coppia con Jon Bogdanove.
Il risultato è un disegno classico e pulito che asseconda il richiamo amarcord dell’operazione. I volti degli attori (fatta esclusione di Bruce Lee) sono il più possibile somiglianti, anche quelli di figure che appaiono appena in comparsate, come Alfred, Gordon o il tenente O’Hara, e il disegnatore gioca anche cercando di restituire alcuni piccoli vezzi della serie: Cesar Romero, l’attore che interpretava il Joker, non volle assolutamente tagliare gli amati baffi per il suo ruolo, così che questi sono ben visibili sotto il suo cerone bianco. Cosa che accade anche nel fumetto (e nelle cover).
A complemento una serie di splendide cover dipinte di Alex Ross, perfette più che mai per questi personaggi, e una variant di quel visionario pop di Michael Allred. Purtroppo solo di questa e della prima di quelle realizzate da Ross potrete godere appieno in questa edizione: le restanti cover sono sì presenti nel volume, ma purtroppo ridotte per stare in due su di una pagina, decisione editoriale estremamente penalizzante.
Il risultato finale è un’operazione nostalgia praticamente perfetta, forse troppo. È un tuffo a piedi pari esattamente dentro il serial, del quale sembra di ritrovarsi per le mani il recupero di un episodio inedito su carta, senza nessuna forma di originalità o di un secondo livello di lettura.
Non è semplicemente l’atmosfera, ma tutto, storia, dialoghi, riferimenti è costruito ad arte per restituirci una “storia mai narrata di Batman e Green Hornet”, mantenendo anche il medesimo spessore. L’effetto di mimesi è talmente riuscito che, proprio come le serie che racconta, risulta piuttosto anacronistico.
Se l’effetto vintage e quello nostalgia non vi toccano perché non avete goduto queste due serie quando avevate l’età giusta (non troppo distanti dagli otto anni insomma) probabilmente poserete il volume con un grosso punto interrogativo sulla faccia. Se tra i vostri ultimi acquisti c’è il cofanetto di DVD o Blueray in edizione speciale della serie televisiva di Batman degli anni 60, potreste considerare questo volume come un disco bonus con cui arricchire il vostro tuffo nel passato.
In entrambi i casi, Batman ’66 Green Hornet comunque finisce per essere una di quelle operazioni che deve aver entusiasmato sia i suoi autori che i suoi lettori più per l’idea in sè, la ricerca di quell’amarcord, di quel tuffo nel sense of wonder vissuto a 8 anni, che per il risultato finale. Fatto con mestiere, si diceva, ma un’operazione che resta un poco fine a se stessa.
Abbiamo parlato di:
Batman 66 Green Hornet
Kevin Smith, Ralph German, Ty Templeton
Traduzione di Novella Locritani
RW – Lion , 2015
128 pagine, brossurato, colori – 12,95€
ISBN: 9788868737672