Batgirl #12 – Un nuovo modo di fare i supereroi

Batgirl #12 – Un nuovo modo di fare i supereroi

Il trio Fletcher/Stewart/Tarr prende in mano la testata di Batgirl e apre nuove strade al linguaggio del fumetto supereroistico.

Come si fa un reboot senza fare un reboot?

A questa domanda rispondono Brenden Fletcher, Cameron Stewart e Babs Tarr con la loro Batgirl di Burnside.
Ereditata la testata dall’apprezzata, da fan e critica, Gail Simone, il trio di autori decide di non proseguire per la strada tracciata dall’autrice dell’Oregon e optano per uno stravolgimento totale del personaggio e del contesto in cui si muove.

Primo Capitolo: Moving

Batgirl coverLa nostra eroina si sposta nel quartiere più cool di tutta Gotham, Burnside, che è la versione Gothamita di Brooklyn – il ponte mostrato più volte è praticamente identico a quello del popolare distretto amministrativo della Grande Mela – per andare a frequentare il Burnside College e a vivere con la sua nuova coinquilina Frankye. In poche pagine, e con un unico escamotage, gli autori azzerano il precedente status quo, distruggendo la vecchia attrezzatura (costume compreso), reintegrando Black Canary (Dinah Lance) nel cast dei comprimari e risolvendo così anche una sottotrama rimasta aperta dalla precedente gestione.
Oltre a Frankye e a Dinah, vengono introdotti altri nuovi personaggi come Jeremy, Nadimah e suo fratello Qadir destinato a diventare l’equivalente del Q bondiano per Batgirl.

Secondo Capitolo: Welcome to the light side

Il trio di autori però non si limita a cambiare la location geografica delle avventure di Batgirl ma dà anche una forte sterzata sul piano della narrazione e del linguaggio rispetto alla precedente incarnazione. Batgirl diventa un personaggio più solare, ringiovanisce sia graficamente, grazie alla convincente interpretazione cartoon di Babs Tarr, che nelle tematiche affrontate: i social network, la vita del college, i party e gli appuntamenti. Il tutto raccontato con un ritmo sostenuto e un tono sempre leggero. Anche i villain sono creati ad hoc per questa nuova vita: il cyber-ricattatore Riot Black, le gemelle otaku Yuki e Yuri Katsura e molti altri.

Batgirl 2

Terzo Capitolo: For Young Readers

Quanto scritto sopra potrebbe però far pensare a un fumetto superficiale e anche un po’ banalotto, costruito tentativo di riavvicinare il pubblico giovane al fumetto supereroico. Niente di più lontano dalla verità. È vero che Batgirl usa un linguaggio attuale che punta innescare il processo di identificazione accorciando la distanza con il lettore, ma nessun passaggio risulta artificioso o pretestuoso. A questo proposito, è interessante notare come gli autori descrivano le difficoltà di Barbara a integrarsi con i coetanei, assimilando la lezione dello Spider-Man di Stan Lee e riportandola ad un contesto contemporaneo, laddove autori meno dotati si sarebbero limitati costruire un personaggio stereotipato dotandolo di un vocabolario “fico”.

Batgirl 4

Quarto Capitolo: Shake it up

Una volta preparati tutti gli ingredienti, Stewart e Fletcher mescolano tutto per bene e tirano fuori un ciclo di storie brillanti, ben calibrate e piene di trovate visive interessanti, come ad esempio la rappresentazione della memoria fotografica di Barbara Gordon, che ricorda alcune soluzioni viste anche nella serie TV Sherlock

Batgirl 1

Durante questo primo arco narrativo, Batgirl viene costretta più volte a confrontarsi con sé stessa. La prima, confrontandosi con un impostore in cerca di fama, offrendo anche una riflessione (sempre molto leggera) sull’ossessione da celebrità che sembra essere sempre più diffusa. A margine, segnaliamo una polemica scatenata da alcuni siti USA (Autostraddle in testa) sulla rappresentazione stereotipata del criminale drag queen. La seconda, quando il concetto stesso di vigilantismo viene messo in discussione dal boyfriend-poliziotto Liam che maldigerisce l’azione di Batgirl a Gotham. Infine, allo svelarsi del villain principale di questo arco narrativo, quando Barbara è costretta a combattere letteralmente contro sé stessa.

Questo primo volume ridefinisce la Batgirl degli anni ‘10 e si inserisce in quella ristrettissima cerchia di fumetti mainstream che offrono un nuovo modo di pensare e realizzare il fumetto supereroistico, inserendo canoni estetici che fino ad oggi erano limitati al fumetto indipendente USA. Sicuramente un volume interessante per più di un tipo di appassionato.

Abbiamo parlato di:
Batman Universe #37 – Batgirl #12
Cameron Stewart, Brenden Fletcher, Babs Tarr
Traduzione: Matteo Mezzanotte
RW-Lion, Gennaio 2016
132 pagine, spillato, colore – € 11,95
ISBN: 9788869714023

2 Commenti

1 Commento

  1. Simone Perini

    3 Marzo 2016 a 17:47

    Si potevano fare le stesse cose con Steph Brown (come avevano fatto prima dei New52) invece che ringiovanire a raglio un personaggio e correre dietro a mode del momento con taglio giovane e simpatico. Certi trucchi faccio fatica a digerirli. Un personaggio nasce per avere un suo sviluppo. Portarlo indietro e cambiarlo (in contemporanea) per fare cassa di solito si dimostra sempre un’operazione commerciale narrativamente povera e di breve durata. Vedremo. Per me, Barbara è altro.

    • Andrea Gagliardi

      3 Marzo 2016 a 19:17

      La prima domanda che mi sorge spontanea è: “l’hai letto?” perché così, a naso, mi sembrerebbe di no in quanto “operazione commerciale narrativamente povera” a mio parere non calza.
      Ma consideriamo il fatto che tu l’abbia letto.
      “Far fare le stesse cose a Steph Brown” o avrebbe reso un fumetto migliore? A quanto dici sembrerebbe di no per cui la soluzione da te offerta non mi pare la migliore.
      Ammettiamo comunque che avessero fatto così.
      Steph Brown come Batgirl? Attualmente Batgirl vende tra le 25 e le 30mila copie, la run della Simone era ben sotto. Togliere Barbara dalla testata era un bel rischio e la Batgirl pre new52 non è andata esattamente bene commercialmente parlando. E questi i fumetti li devono vendere.
      Steph Brown in una testata chiamata Spoiler? Davvero? Sento già le risate e le pernacchie provenire dagli uffici della Marvel.
      Quindi sì è una trovata commerciale, scritta bene e disegnata bene. Per fare i fumetti servono i soldi.
      Volendo rimanere sul lato creativo comunque. Stewart e Fletcher potrebbero dirti l’esatto contrario: questa Batgirl è la più simile a quella pre-crisis tra tutte quelle viste negli ultimi 30 anni. Questa è quella più vicina al concept originale. Questa è la vera Batgirl.
      Io, da parte mia, posso dirti che sono favorevole ai cambiamenti. Sempre. Se sono brutti o non mi piacciono non leggo e recupero le storie vecchie. Amen. Fare sempre le stesse storie per lo “zoccolo duro” porta alla morte creativa ed editoriale.
      Peace and Love :)

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