Baronciani tra le ragazze dello studio di Munari

Baronciani tra le ragazze dello studio di Munari

Una storia intima, un profondo omaggio all’opera di Bruno Munari e un fumetto che va oltre la tavola disegnata attraverso la cartotecnica.

Bao Pubblishing ripropone in una nuova edizione il volume Le Ragazze dello studio Munari di Alessandro Baronciani, precedentemente edito nel 2010 da Black Velvet edizioni.
Questa nuova edizione, oltre a rendere nuovamente disponibile un volume ormai di difficile reperibilità, ripropone caratteristiche peculiari di questa particolare graphic novel, ovvero la presenza di diversi elementi di cartotecnica come forature, fogli lucidi e altro, oltre ad un nuovo intervento dell’autore stesso, che per l’occasione ha ridisegnato molte tavole.

Sono proprio gli elementi di cartotecnica la cosa che colpisce al momento di sfogliare il libro, fin dalle primissime pagine. Le prime tavole infatti sono realizzate su di una serie di fogli in carta lucida, con impresse le didascalie e le silhouette di alcuni alberi, il profilo del protagonista e qualche elemento urbano. C’è un certo effetto di profondità, ma soprattutto la sovrapposizione dei fogli, che hanno una trasparenza opaca, rende il titolo del prologo che li anticipa, “Milano nella nebbia”, qualcosa di tangibile, quasi fisico, e un inedito modo di entrare nel racconto. Un senso di ovattato e rarefazione tipico della nebbia ci prepara in qualche modo ad uno dei sapori di questa particolare graphic novel.

Nello svolgersi delle tavole altri elementi di cartotecnica fanno capolino, come ad esempio alcune tavole colorate (in un fumetto prevalentemente in bianco e nero), un elemento tattile (una pecora il cui corpo vellutato è possibile carezzare), oblò che si aprono sulla tavola successiva, schemi in trasparenza che si sovrappongono a disegni, bigliettini piegati. Una serie di elementi che fin da subito si dimostrano come parti intreganti della narrazione fumettistica e non semplici innesti estetici o naif.
Il ruolo di questi artifici infatti si dimostra immediatamente duplice: da un lato diventano necessari per ampliare l’esposizione, dall’altro sono la prova tangibile dell’influsso di Bruno Munari sull’autore e sul racconto stesso.

Le ragazze dello studio Munari è il racconto intimo, narrato in prima persona, del confronto tra il protagonista, Fabio, collezionista di libri usati, libraio e grande appassionato di Bruno Munari, e il suo rapporto con le donne. Un rapporto che affronta attraverso una serie di riflessioni, ma soprattutto di digressioni, che ruotano intorno alla sua relazione con tre donne che hanno fatto parte della sua vita. La sua incapacità di rimanere a lungo in una relazione, la sua disillusione e i sentimenti contrastanti che derivano dal suo atteggiamento appaiono come le azioni di qualcuno che tenta di sfuggire alla paura dell’innamoramento e alle sofferenze che questo comporta, cercando la fuga nella quantità delle relazioni.

Fabio si confronta con grandi opere del cinema, dell’arte e della letteratura. I rimandi, le citazioni e i riferimenti propri del protagonista, che è anche narratore, diventano quindi elementi fondamentali del racconto stesso, quando ad esempio trasmettere e mettere su carta l’idea dell’uso del colore di Michelangelo Antonioni nel film Deserto Rosso, significa anche raccontare un modo di essere e di sentire del personaggio e del suo racconto. O ancora quando la visita alla Pinacoteca di Brera permette di ricreare lo schema analitico delle opere pittoriche, studiato da Bruno Munari, applicato a “Lo sposalizio della vergine” di Raffaello.

Questo è quello che succede con i diversi elementi di cartotecnica utilizzati da Baronciani: le varie parti che compongono il libro diventano fondamentali nel costruire il senso di racconto e riflessioni. È quello che succede anche con l’uso e la composizione delle tavole, caratterizzate da poche, pochissime vignette e una scelta di inquadrature che prediligono una grande vicinanza ai personaggi: piani medi, primi piani, dettagli e particolari rappresentano oltre il 90% delle vignette, amplificando ancora un certo senso di intimità della graphic novel.

Lo stesso succede con gli elementi che richiamano Bruno Munari, in maniera ancora più macroscopica. L’influsso di Munari è un fantasma che aleggia su tutto il volume, non soltanto in alcune scelte tecniche ed estetiche. La filosofia di Munari è parte integrante del modo di essere del protagonista. Ne è allo stesso tempo ispirazione e mentore in differita, così che l’eredità, le idee sull’arte, l’approccio e persino gli schemi dell’artista diventano lo strumento che Fabio decide di utilizzare per interfacciarsi al mondo, soprattutto quello femminile. Ed ecco ancora che questi elementi si ripercuotono sul volume non solo nei testi e nella narrazione, ma anche nella grafica e nella fisicità stessa del volume, mantenendo un equilibrio ben dosato e coerente che non crea un distacco o un separazione tra lettura e riflessione.

Il libro diventa anche una sorta di riflesso dell’autore stesso, non tanto in termini autobiografici, o almeno non nella loro implicazione canonica. Baronciani si è occupato nella sua vita di “immagini” in modo variegato e trasversale, ha realizzato infatti storie illustrate (anche per bambini), copertine di dischi, creazione di campagne pubblicitarie e ha diretto spot pubblicitari. Esperienze che hanno riverbero nel volume.

È un lettura che diventa una sorta esperienza sensoriale quasi completa, che non rimane penalizzata dalla mancata conoscenza diretta dei riferimenti e delle sue citazioni, il cui ruolo all’interno del libro è sempre contestualizzato.
Questo non significa che la lettura non invogli però ad approfondire, sia le opere di cui parla, sia, soprattutto, la figura di Bruno Munari, la cui fascinazione non può che colpire il lettore.

Fotografo, scultore, architetto, pensatore, l’arte di Bruno Munari non è facilmente catalogabile e la sua è un figura in continuo movimento, richiamata anche dalla modalità narrativa costruita sulla digressione, sul fuoritema. Impossibile, alla fine della lettura, non trovarsi con la voglia di conoscere le opere e la vita di questo eclettico artista.
O di riscoprirle se già noto.

Le ragazze dello studio Munari è un volume a fumetti inusuale che esplora le potenzialità del racconto grafico ben oltre il segno e la tavola, ricco di spunti e che riesce ad avere riverberi che vanno oltre la lettura e il racconto stesso, in cui tutti i livelli di narrazione che lo compongono, dal disegno al testo, dalla carta alla forma e natura stessa delle pagine, diventano strumenti esplorati ed utilizzati, in coerenza e in senso: nessuno dei singoli elementi ne esce come semplice corredo o come pura scelta estetica, ma come componente imprescindibile di un unicum.

Abbiamo parlato di:
Le ragazze nello studio di Munari
Alessandro Baronciani
Bao Pubblishing, 2017
256 pagine, brossurato, bianco e nero e colori – 21,00€
ISBN: 9788865439210

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