Quando la divulgazione incontra l'illustrazione: La cacciatrice di fossili - Mary Anning si racconta

Quando la divulgazione incontra l’illustrazione: La cacciatrice di fossili – Mary Anning si racconta

“Donne nella scienza” è un progetto di Editoriale Scienza nato nel 2003 e pensato per essere interamente declinato al femminile, in quanto ciascun volume è frutto dell’estro di scrittrici e illustratrici italiane. La straordinaria vita di ciascuna scienziata è narrata in prima persona, mettendone in risalto non solo il percorso professionale, ma anche la vita privata: carriera e traguardi, dubbi, difficoltà e scelte, ma anche amicizie, famiglia, passioni, con l’intento di creare autobiografie a tutto tondo e coinvolgenti. Le storie di questa collana sono quelle di donne tenaci, impegnate professionalmente e socialmente, e trasmettono ai lettori un esempio da poter seguire e in cui immedesimarsi. Tra le scienziate a cui la collana ha dato voce ci sono Marie Curie, Margherita Hack, Eva Mameli Calvino, Mary Leakey, Ada Byron, Dian Fossey e Temple Grandin. Nel 2018 “Donne nella scienza” ha vinto il Premio Andersen come “Miglior collana di divulgazione”.

L’ultima opera pubblicata in “Donne nella scienza” è dedicata a Mary Anning, si intitola La cacciatrice di fossili ed è firmata da Annalisa Strada. Mary Anning è stata universalmente riconosciuta come la prima paleontologa, ovvero la studiosa che ha portato alla luce i primi scheletri di animali preistorici contribuendo così allo sviluppo di una scienza nascente in quegli anni chiamata, appunto, paleontologia. Il volume ripercorre la vita della scienziata fin dai suoi primi anni di vita: una ragazzina curiosa e ostinata che, nonostante le ristrettezze economiche e un ambiente conservatore e maschilista, è riuscita a portare a termine un’impresa scientifica straordinaria.

Annalisa Strada inizia a narrare la vicenda in un tempo e in un luogo preciso: nel 1811 nel Dorset in Inghilterra, dove il padre di Mary Anning – falegname di Lyme Regis, un paesino arroccato tra le scogliere e il mare – arrotonda le scarse entrate cercando fossili sulle spiagge locali per venderli ai turisti. È un lavoro molto duro, che si svolge al freddo – la stagione migliore per queste ricerche è infatti l’inverno, dopo che le bufere hanno scatenato le onde contro le pareti rocciose, creando profonde fenditure e causando crolli e frane – e con il poco tempo che concedono le maree. È un lavoro che richiede grandissima attenzione e precisione, sia per individuare i fossili che per ripulirli e ricomporli.

Mary accompagna il padre fin dalla più tenera età e si appassiona ben presto a queste ricerche diventando sempre più abile: i suoi occhi individuano nella roccia ciò che altri cercatori non vedono, le sue mani sanno svelare con facilità forme di antichi esseri viventi, la sua testa si riempie di mille domande sulle misteriose creature che porta alla luce e il suo spiccato intuito sa trovare le risposte. A soli dodici anni e da autodidatta, riesce così in un’impresa eccezionale: portare alla luce il primo fossile di un esemplare di ittiosauro, un animale vissuto milioni di anni prima, a partire dai frammenti che scova nella roccia.

A ventiquattro anni fa la seconda grande scoperta, individuando il primo scheletro di plesiosauro e, qualche anno più tardi, quello di uno pterodattilo. I suoi rinvenimenti suscitano scalpore e interesse negli ambienti accademici, richiamando l’attenzione di eminenti studiosi che si recano a Lyme Regis per incontrarla e discutere delle sue scoperte. Di umili origini, con un’istruzione limitata, ma grazie alla sua grande intelligenza e tenacia, Mary Anning è riuscita a farsi conoscere nel mondo erudito della scienza non solo per la maestria nel ricostruire gli scheletri di animali estinti, ma anche per la capacità di descrivere e disegnare con grande precisione i reperti ritrovati. Il suo lavoro contribuì ai fondamentali cambiamenti del pensiero scientifico riguardo alla storia della terra avvenuti all’inizio del diciannovesimo secolo.

In quattordici capitoli (più un approfondimento riguardante la geologia e la paleontologia) il Premio Andersen Annalisa Strada è riuscita a tratteggiare con maestria la meravigliosa figura di Mary Anning restituendone un ritratto fedele, che prende vita nelle delicate illustrazioni della bravissima Daniela Tieni: le tavole dell’illustratrice sembrano affiorare dalla roccia, proprio come gli scheletri degli animali ritrovati da questa grande scienziata. Sono sempre molto rari i libri di divulgazione che curano in modo così attento anche la parte illustrativa: La cacciatrice di fossili si potrebbe quasi definire un “romanzo illustrato di divulgazione”.