Presto torneremo a casa: un nuovo fumetto per parlare di Shoah ai bambini

Presto torneremo a casa: un nuovo fumetto per parlare di Shoah ai bambini

Presto torneremo a casa di Jessica Bab Bonde e Peter Bergting è il fumetto proposto da Einaudi Ragazzi per il Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime della Shoah.

L’opera, adatta ai bambini dai 9 anni, è composta da sei brevi storie ed è arricchita, nelle pagine finali, da una un breve riassunto schematico di ciò che è accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale e da un glossario che aiuterà i giovani lettori a districarsi tra termini e personaggi storici che probabilmente non hanno ancora incontrato nel loro percorso di studi.

Il libro è ispirato a Survivors of the Holocaust di Kath Shackleton, Zane Whittingham e Ryan Jones, pubblicato da Franklin Watts. Molte informazioni raccontate in Presto torneremo a casa provengono, inoltre, dal forum svedese Forum för levande historia (Forum di storia viva) e dal Comitato svedese contro l’antisemitismo.

Le sei storie raccontante sono quelle di Tobias, che a sei anni rimase nascosto per cinquanta giorni in una soffitta per sfuggire ai nazisti; di Livia, che per il suo compleanno ricevette una bicicletta rossa e poco dopo, quando venne stabilito che gli ebrei non potevano possedere mezzi di trasporto, fu costretta a consegnarla alle autorità; di Selma, che assieme alla sorella fu la sola a sopravvivere alla Shoah; di Susanna, che quando fu liberata dal campo di Bergen-Belsen era così debole che dovette essere trasportata in braccio fuori dalla baracca, e, che, con le ultime forze riusciva a malapena a tenere stretta una busta contenente gli occhiali e il diario che erano appartenuti a suo padre prima che morisse; di Emerich, che quando la Seconda guerra mondiale finì e venne portato in ospedale aveva 21 anni, era alto 175 centimetri e pesava 34 chili; e infine di Elisabeth, arrivata sola in Svezia, che al sanatorio incontrò altri ragazzi ebrei che come lei erano sopravvissuti e insieme formarono una piccola famiglia.

Tobias, Livia, Selma, Susanna, Emerich ed Elisabeth erano bambini o adolescenti durante la Shoah e gli autori sono riusciti a raccontare in questo prezioso fumetto le loro terribili esperienze in età infantile, soffermandosi su ciò che successe a loro e alle loro famiglie e alle tremende sensazioni da loro provate.

Tuttavia, oltre alla testimonianza di storie di fame, scuole interrotte, famiglie divise e sogni infranti, il fumetto narra anche dell’accoglienza dopo la guerra (tutti i protagonisti dei racconti hanno trovato, infatti, accoglienza in Svezia), e di come si può continuare a vivere, nonostante tutto.

Nella contemporaneità, questo tipo di pubblicazioni è sempre più necessario – per raccontare gli orrori della Shoah a chi non ha vissuto certe esperienze o a chi le reputa ormai appartenenti a una Storia molto lontana – affinché si possa continuare a tramandare la Storia ai bambini del presente e del futuro, tenendola viva e pulsante nella loro coscienza.