Fumetti e scienza come binomio perfetto: intervista a Claudia Flandoli
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Fumetti e scienza come binomio perfetto: intervista a Claudia Flandoli

copertinaSulle tracce del Dna è un graphic novel per ragazzi (pubblicato da Editoriale scienza) dove scienza e fumetti si incontrano e dove la penna ironica di Claudia Flandoli racconta la genetica con brio e competenza. Il fumetto narra di Ambra e Blu, due gemelle curiose e un po’ impertinenti, che partono per un rocambolesco viaggio alla ricerca del misterioso Dna insieme a Pio, un saggio pulcino che riesce a rispondere a tutte le loro curiosità. Diventati microscopici, i tre protagonisti esploreranno una cellula popolata da repressori intrattabili, ribosomi alle prime armi, proteine tuttofare e tante altre molecole e strutture cellulari, che hanno un ruolo chiave nei processi alla base della genetica. Il lettore partirà in questo avventuroso viaggio e scoprirà com’è fatta una cellula e cosa sono i cromosomi, a cosa servono le proteine e che cos’è il fenotipo, chi era Mendel e come avviene la trasmissione dei caratteri ereditari.

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Abbiamo incontrato l’autrice Claudia Flandoli e le abbiamo fatto qualche domanda sulla sua opera e, più in generale, sulla commistione tra fumetti e scienza.

1) Gentile Claudia, grazie per aver accettato questa intervista. Per cominciare parlaci un po’ del tuo background: dove sei cresciuta e quali sono stati gli studi e le esperienze che ti hanno portato alla tua attuale professione?

Ciao Chiara, grazie a te per l’intervista! Io vengo da Pisa: ho iniziato lì i miei studi universitari, laureandomi in Biologia, e poi ho cambiato totalmente rotta: sono stata prima a Milano per studiare illustrazione e infine a Urbino per laurearmi in Progettazione Grafica per l’Editoria. Durante tutto questo tempo – con lunghe pause durante i periodi di esami – ho scritto fumetti online (erano strisce umoristiche sulla mia vita) e ne ho letti/studiati tanti per conto mio.

 

2) Ti occupi principalmente di fumetti e illustrazioni a carattere scientifico. Com’è nata questa tua particolare inclinazione professionale?

I miei studi sembrano tasselli un po’ sparsi di una enorme freccia che indica il punto dove sono adesso. Non è il prodotto di un astutissimo piano strategico: come spesso succede nella vita le cose ti succedono intorno, e ti rivolgi a quelle che ti interessano di più.

 

3) Sulle tracce del DNA (pubblicato da Editoriale Scienza) è il primo libro che hai realizzato in solitaria, come unica autrice. Divulgare la scienza attraverso i fumetti è un binomio efficace per avvicinare i più giovani a temi come la genetica: come ti è venuta questa idea?

Un aspetto che ho sempre amato della biologia cellulare è la possibilità di sognarla a occhi aperti. L’ho fatto mentre studiavo per visualizzare meglio quello che stavo imparando, e ora l’ho trasposto su carta. Penso che mostrare le cose di cui parli crei connessione con il lettore in maniera spontanea: aggiunge narrazione e coinvolgimento, e aiuta a superare i concetti più difficili.

 

4) Quali ispirazioni hai avuto per realizzare l’interessante espediente letterario che porta i tre protagonisti del fumetto (Ambra, Blu e Pio) a diventare microscopici per esplorare cellule, ribosomi e proteine?

La genetica è una scienza che lavora a varie scale: quella delle molecole, quella della cellula, quella dell’intera persona. Mentre mettevo in ordine gli argomenti che avrei voluto raccontare, ho pensato che il livello più piccolo era quello che più aveva bisogno di supporto visivo, perché mentre tutti possiamo immaginarci il fenotipo delle persone (cioè le caratteristiche fisiche, come il colore degli occhi), è più difficile immaginare una “proteina” o il “DNA” se non se ne è mai sentito parlare. E allora era lì che i protagonisti dovevano essere, a farci vedere con i loro occhi le cose che venivano raccontate.

 

5) Nel fumetto hai inserito, alla fine di ogni capitolo, delle pagine che approfondiscono nozioni e punti chiave dei vari argomenti. Come mai questa scelta?

Mentre scrivevo la storia volevo evitare di usare parole troppo difficili, come deossiribonucleotide. Avrebbe ammazzato il ritmo del fumetto, e appesantito inutilmente la narrazione. Però volevo (volevamo, io e l’editor che mi ha seguita) che i ragazzi potessero poi avere dei riferimenti nel caso volessero approfondire per conto loro, e così abbiamo deciso di mettere questo genere di informazioni a fine capitolo. Non solo: facendo un po’ un riassunto dei concetti chiave di cui si è parlato nel capitolo volevamo dare ordine alle nozioni e approfondirle con esempi tratti dalla storia della genetica.

 

6) Credi sia importante aiutare i ragazzi ad avvicinarsi al mondo scientifico? Nella tua esperienza, come è possibile riuscire a farli interessare alla scienza in modo originale e spiritoso?

L’esperienza che posso dare è quella di me bambina: a 5 anni dicevo a tutti che da grande volevo fare la naturalista – un termine che per me significava l’entomologa, ma non mi era chiarissimo. Il motivo di questa mia passione stava proprio nei libri che mi trovavo per casa, nei loro disegni e nelle cose che mi spiegavano. Penso che sia bello dare dei trampolini di lancio ai ragazzi, far intravedere loro quanto può essere interessante una certa disciplina. Poi il resto lo metteranno loro.

 

7) Parliamo ora dei tuoi gusti in fatto di fumetti. Che cosa ti piace leggere? Quali sono i tuoi autori, fumettisti o illustratori preferiti?

Ah, una domanda difficilissima! Mi piacciono molte cose, molto diverse: leggo strisce di fumetti umoristici (Beaton, Watterson, Deco, Gauld, Ziche), storie brevi in serie, di quelle con tanti autori (Giant Days, Adventure Time), e graphic novel (Bagieu, Boulet, Gipi, Pedrosa, Fior, Stevenson, Roca, Dzierżawska).

 

8) Come giudichi la situazione del fumetto in Italia? Quali sono le differenze più rilevanti rispetto al mondo anglosassone?

Se da una parte vedo che sempre più case editrici si stanno fornendo di titoli a fumetti (nel bene e nel male) – e quelle che producono solo fumetti ne fanno di meravigliosi – ancora un po’ mi dispiace che i reparti “fumetti” delle librerie siano fatti un po’ alla rinfusa, come se i fumetti fossero un unico genere narrativo, e non a loro volta suddivisibili in fumetti di narrativa / biografie / storici / ecc. Ma secondo me pian piano ci arriveremo! Non conosco per niente la situazione anglosassone: purtroppo nel fumetto sono rimasta totalmente italiana, mentre qui mi dedico principalmente alle illustrazioni.

 

9) Come passi il tuo tempo libero? Quali sono le tue passioni?

Il mio hobby da sempre è il cucito: di vestiti, di oggetti, di nuvolini. Mi rilassa e al contempo mi fa ragionare a progetti in tre dimensioni. Se è una bella giornata mi metto un audiolibro nelle orecchie e vado a fare camminate lungo fiume: vivo in un posto in cui i raggi di sole non vanno sprecati! Amo molto il teatro, da sola o in compagnia. E infine, ovviamente, leggo, soprattutto fumetti.

 

10) Per concludere diamo uno sguardo al futuro. Quali nuovi progetti hai in cantiere?

Di fumetti posso svelare ancora poco, ma diciamo che il prossimo progetto parlerà di matematica. Di illustrazione continuo a collaborare con scienziati e ricercatori qui a Cambridge: questo mese sto lavorando molto con chimica-fisica, il prossimo chissà!

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Abbiamo parlato di:

Sulle tracce del Dna di Claudia Flandoli

Età: da 11 anni – Pagine: 192 – Formato cm: 17 × 23

Data pubblicazione: febbraio 2020

ISBN: 9788893930055 – Prezzo: 16,90 €

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