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    Avengers: Infinity War – Intervista a Framestore VFX

    Vi portiamo dietro le quinte del film Marvel campione di incassi con una intervista a Framestore, società che ne ha realizzato gli effetti speciali.

    Vi presentiamo in esclusiva una intervista al VFX Supervisor Patric Roos di Framestore, società che ha lavorato agli effetti speciali di Avengers: Infinity War. Framestore ha lavorato in passato su film quali Avengers: Age of UltronPaddington, Everest,Kingsman: The Golden Circle e Thor: Ragnarok.

    Come siete stati coinvolti in Avengers: Infinity War e per quanto tempo avete lavorato al film?
    Ho lavorato in passato su film Marvel ben prima di Infinity War e ne sono un grande fan. Ho cominciato a lavorare al progetto Marvel nel maggio del 2016. Framestore, invece, si è occupata della realizzazione dei personaggi che componevano l’Ordine Nero, ossia gli scagnozzi di Thanos nel film, oltre che alla creazione delle nuove armature di Iron Man e Spider-Man. È stato un processo molto creativo, abbiano cominciato con sculture e plastici per poi passare alle vignette in movimento, in modo da trovare e applicare stili e caratteristiche diversi.

    Quali sono state le sequenze principali a cui avete lavorato?
    Abbiamo lavorato sul primo atto: dal momento in cui Banner finisce dentro il Santuario di Doctor Strange a New York sino al momento in cui Iron Man e Spider-Man si nascondono nella Q-Ship.

    Uno dei vostri lavori nella pellicola è stato quello di creare i personaggi del Black Order, gli accoliti di Thanos. Potete parlarci nel dettaglio del vostro lavoro? È stato difficile realizzare personaggi “virtuali” che agissero con altri in carne e ossa?
    È stato un processo interessante per noi e, devo essere sincero, penso sia stato un successo. Basandoci sulle sculture e le illustrazioni del team Marvel Visdev, siamo passati in fretta agli studi di movimento per valutare le proporzioni e i design tenendo sempre bene a mente gli atteggiamenti tipici dei personaggi. Abbiamo realizzato queste piccole sequenze d’azione dal nulla illustrate su una lavagna e trasformate poi in animazioni da mostrare alla Marvel. È diventata così una piattaforma con cui migliorare i tratti e le necessità specifiche dei personaggi. Alla fine abbiamo continuato a lavorare sui Cacciatori di Ossidiana ed Ebony Maw, mentre altri hanno lavorato sullo sviluppo di diversi personaggi in base alle loro sequenze.

    Nel film avete lavorato al nuovo costume di Spider-Man. Alcuni anni fa, l’arrampicamuri ha usato un costume simile a quello del film, vi siete basati sui comics per realizzarlo? Potete parlarcene nel dettaglio?
    Il suo nuovo costume si distacca un bel po’ da quello visto nei suoi precedenti film: è fatto di singoli nanobot che si muovono attorno al suo corpo per formare il costume. L’apparizione stessa del costume che si verifica tutta attorno al corpo del personaggio doveva sembrare organica e meccanica, con tanto di nuove armi al seguito. Il team degli effetti speciali ha lavorato su diversi strati di simulazione e su diverse componenti per assicurarsi che il costume sembrasse una seconda pelle.

    Quante persone di Framestore hanno lavorato alla pellicola? E quali sono state le tecnologie principali che avete usato per questo film?
    160 artisti hanno lavorato sul film collaborando con Framestore. Il tipo di tecnologia utilizzata è Maya, Arnold, Houdini, Nuke e il nostro software personale che abbiamo realizzato noi stessi in azienda.

    Quali sono state le indicazioni principali, se ci sono state, che avete ricevuto dai registi e dai Marvel Studios?
    Lavoriamo fianco a fianco costantemente con la Marvel e Dan Deleeuw, il responsabile Marvel per gli effetti speciali.

    Quali sono state le sfide e le difficoltà maggiori nel lavorare a questo film?
    Ci è stata l’idea opportunità di dare vita a delle pose molto dinamiche per Spider-Man. La nostra intenzione era in parte di utilizzare i fumetti originali come base e poi utilizzare l’animazione per portarli a un livello superiore. Tuttavia, per quanto entusiasta fosse il team animazione, dovevamo tenere a mente che il personaggio ha comunque delle limitazioni umane. Esagerare con le pose avrebbe non solo causato delle problematiche di modello e tecniche, ma avrebbe fatto sembrare il personaggio troppo fatto al computer.
    La maggior parte del team ha utilizzato proprie referenze e i propri disegni per lavorare sull’animazione di Spider-Man. Abbiamo anche studiato molto Tom Holland e cercato di integrare il suo stile unico di movimento. Tutte queste analisi hanno portato al personaggio che abbiamo visto nel film.

    Quali sono attualmente i vostri prossimi progetti?
    Framestore ha lavorato su Deadpool 2, Mowgli, Christopher Robin, Mary Poppins Returns e Animali Fantastici 2.

    Traduzione a cura di Elisabetta Gatti

    Intervista realizzata via mail a maggio 2018 

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