Archivio Zero: Tiziano Sclavi prima di Dylan Dog

Archivio Zero: Tiziano Sclavi prima di Dylan Dog

Archivio Zero, una delle prime serie di Sclavi, pubblicata ad episodi sulle pagine del Corriere dei Ragazzi negli anni '70, con i disegni di Paolo Morisi.

Archivio ZeroTiziano Sclavi è conosciuto ai più per la creazione di Dylan Dog, ma annovera tra le sue opere di scrittore anche romanzi e diversi altri fumetti. Grazie all’operato di Kappa Edizioni il lettore di oggi ha modo di scoprire in un’unica raccolta Archivio Zero, una delle prime serie di Sclavi, pubblicata ad episodi sulle pagine del Corriere dei Ragazzi negli anni ’70.

Le tematiche della miniserie non anticipano affatto l’horror di Dylan Dog, ma si inseriscono piuttosto in un filone molto più vicino alle soggetti avventurosi e agli enigmi storici alla Martin Mystere.

I tre protagonisti, dopo essere stati rapiti, si ritrovano costretti da un misterioso uomo incappucciato a viaggiare nel tempo e nello spazio alla ricerca dei frammenti del “disco iperboreo”. Questo manufatto, una volta ricomposto, dovrebbe svelare i segreti e misteri della Terra e della sua storia. Sebastian Atzeca, Benjamin Ditco e Rosebud Serse, ignari delle reali intenzioni del losco figuro che li guida, dovranno così, di volta in volta, scontrarsi con personaggi storici e mitologici. Infatti, in ogni episodio vengono catapultati in epoche diverse e in vicende dove mitologia e storia reale si fondono. Atlantide, l’arca di Noé, gli Dei greci ed Ulisse, per citarne solo alcuni, vengono usati da Sclavi; miti che lo scrittore interpreta cercando di giustificarli e inserirli all’interno della storia dell’umanità.
Queste interpretazioni sono spesso affascinanti, salvo poi mancare di chiarezza nel finale della serie, perdendo coerenza con un’idea di base che sembrava reggere gran parte della trama. Tutti gli enigmi storici vengono ricondotti alla figura del controverso popolo degli atlantidei, di cui tuttora alcuni sostengono l’esistenza in epoche remote documentate solo da miti e non da reali tracce storiche. Questa chiave di lettura che sta alla base del plot di Archivio Zero risulta presto evidente al lettore, ma è lo svolgimento dei singoli episodi a mancare di chiarezza. Forse a causa delle poche pagine a disposizione (ricordiamoci che l’opera appariva su rivista), certe vicende si esauriscono troppo velocemente. Lo stesso problema si presenta col finale dell’intero volume, dove svoltare l’ultima pagina lascia il lettore perplesso per la mancanza di risoluzione. Difficile dire se si tratti di un finale incompleto o se l’autore fosse solo intenzionato a lasciare spazio all’interpretazione del lettore.

La presenza di numerose citazioni colte impreziosisce l’opera e ben giustifica le fantasiose ipotesi avanzate nel corso della serie. Così come i testi anche il linguaggio grafico è ricercato e si adatta bene alle ambientazioni storiche e mitologiche; le realistiche anatomie di Morisi meritano una menzione speciale, soprattutto per episodio che vede protagonisti i miti greci. Il suo realismo è comunque influenzato dal pop italiano di Magnus ma soprattutto dallo stile americano anni ’50 degli artisti EC Comics Wally Wood o Al Feldstein con i loro primi piani dagli sguardi intensi . Lo stile EC è un chiaro riferimento anche per le tematiche e il modo in cui vengono affrontate, cioé in maniera documentata e dall’evidente taglio letterario come avviene in Weird Science Tales.

Nel complesso, Anno Zero risulta una lettura molto interessante per il lettore di serie popolari come Dylan Dog o Martin Mystere, ma anche per chi preferisce il fumetto d’autore. Un’opera da non prendere comunque troppo sul serio per il rischio che le aspettative date da una trama ambiziosa vengano malamente tradite da un finale improvviso ed affrettato.

Riferimenti:
Il sito di Kappa Edizioni: www.kappaedizioni.it

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