Architettura e fumetto: “Mr. Bin”, un saggio sul deposito di Zio Paperone

Architettura e fumetto: “Mr. Bin”, un saggio sul deposito di Zio Paperone

Maglio Editore pubblica Mr. Bin, Architetture per il deposito di Scrooge McDuck, un saggio tra architettura e fumetto scritto da Giacomo Delbene e Mila Nikolic.

Comunicato stampa

Mr.Bin - cover - 2020-11 copia2Maglio Editore pubblica Mr. Bin, Architetture per il deposito di Scrooge McDuck, un saggio tra architettura e fumetto scritto da Giacomo Delbene e Mila Nikolic.

Dopo il primo approfondimento sulla figura di Floyd Gottfredson -“Archidisney. Architettura, città e design nell’arte di Floyd Gottfredson”, con questo volume si affronta, per la prima volta in forma sistematica ed approfondita, l’evoluzione dell’architettura dell’edificio-personaggio per eccellenza dell’universo papero, ossia il money-bin di Paperone.

La ricerca relaziona le funamboliche configurazioni del magazzino blindato con i corrispettivi reali che possano avere influenzato la fantasia degli autori, tracciandone coerenti categorie tematiche e ripercorrendo in una sorprendente cavalcata le visioni prodotte dagli artisti della famiglia Disney, dal canone americano alla prolificissima scuola Disney di casa nostra.

Per poter giungere a tale risultato, in un gioco di riferimenti incrociati che aprono a riflessioni altrimenti non sempre scontate, si è studiato non solamente il corpus barksiano, ma, anche e soprattutto, ci si è immersi in oltre 600.000 pagine di pubblicazioni italiane, analizzando una produzione che, nel corso dei decenni, ha dimostrato elementi di grande interesse alla volta di spingere oltre inaspettati orizzonti le potenzialità dell’architettura associata ad uno dei protagonisti più amati della storia del fumetto mondiale.

Il saggio è di 376 pagine, e vanta la prefazione di Alex Bertani, direttore editoriale Panini Comics, e la postfazione di Manuel Gausa, storico direttore della rivista internazionale d’architettura Quaderns d’Arquitectura i Urbanisme, con contributi di Marco Rota, Giorgio Cavazzano e Massimo De Vita.

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