Anteprima: Kraken di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari

Anteprima: Kraken di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari

Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari realizzano un’opera disincantata e dalle tinte scure, in cui la solitudine si fa via via imperante, corrodendo l’animo umano.

Appunti di uno sceneggiatore: Emiliano Pagani su Kraken

di Emiliano Pagani

Kraken è un fumetto di 98 pagine realizzato da me e da Bruno Cannucciari che uscirà a Lucca 2017 per Tunué. Ed è un fumetto (o un volume, o un libro, o un graphic novel, o in qualsiasi modo vi piaccia chiamarlo per darvi un tono) al quale tengo particolarmente.
Potrei dire che ci tengo perché è la prima volta che scrivo una storia “seria”, ma non sarebbe vero. Innanzitutto perché prima di Kraken avevo scritto un Dylan Dog (che però uscirà dopo) ma principalmente perché tutte le storie che ho scritto sinora, da Don Zauker a Nirvana etc… sono tutte storie serissime.
Fanno ridere (almeno spero) ma sono e restano storie serie, almeno per come le concepisco io.
Potrei dire che è la prima volta che mi cimento con il “fumetto d’autore”, ma sarebbe una cazzata ancora più grossa. Tutti i fumetti che ho scritto sono, a mio modo di vedere, fumetti d’autore, in quanto credo che sia possibile riconoscervi il mio stile e la mia personalità. Si riconoscono in Don Zauker, in Nirvana, nel Dylan che uscirà il prossimo inverno, negli altri due che sto scrivendo e in altri progetti che sto portando avanti.
Non mi riesce fare altrimenti (ed è un mio limite, me ne rendo conto) ma ritengo che ci mettiamo molto più in gioco e raccontiamo molto di più di noi stessi quando creiamo mondi e inventiamo storie che non quando raccontiamo, compiaciuti, delle nostre segate quotidiane.
No, tornando a bomba, tengo particolarmente a questo fumetto per altri motivi.
Prima di tutto perché ci abbiamo messo dentro tanto, tutto quello che siamo riusciti a metterci (e tanto è rimasto fuori, lo so già) puntando esclusivamente sulla storia e sull’atmosfera, senza fare sconti. Spesso, su queste pagine, abbiamo scherzato sulle minuziose e pedanti descrizioni presenti nelle pagine di sceneggiatura che consegnavo al povero Bruno ma, credetemi, ogni cosa, ogni dettaglio, era fondamentale per rendere l’atmosfera che vorremmo si respirasse leggendo Kraken. Bruno, dal canto suo, ha capito perfettamente, andando ben oltre le mie più rosee aspettative.
E tutto questo lo abbiamo fatto esclusivamente perché ci piaceva, ci coinvolgeva e ci esaltava. Senza cercare scorciatoie, ammiccamenti o strizzatine d’occhio a niente e nessuno.
Conta solo la storia. Se siamo convinti della storia è lei a comandare e a indirizzare tutto il resto.
Ecco, questo porta ad un altro motivo per il quale tengo particolarmente a Kraken. Perché non è stato facile farlo uscire.

Bruno è uno dei più grandi disegnatori italiani (e, quando questo gli verrà riconosciuto, voglio che a me siano riconosciuti i meriti di averlo strappato a Lupo Alberto – per il quale aveva peraltro realizzato cose straordinarie – e averlo costretto a disegnare le scene che vedrete. E a Daniele Caluri il merito di avermi consigliato di rivolgermi a lui per la storia) ma non ha… merda, come posso farmi capire senza usare un termine di merda?… no, non ci riesco… non ha “appeal” non è “cool”, è fuori dall’ambiente fumettistico (peggio di me e Daniele, il che è tutto dire…) e questo vuol dire tanto. Se si pensa poi che io non sono nemmeno uno dei migliori sceneggiatori italiani, ma anch’io sono fuori da certe dinamiche, le cose possono solo peggiorare. E non sto parlando di niente di scandaloso o di sbagliato, intendiamoci. Sto parlando solo di sgomitare, salterellare, commentare, farsi conoscere o semplicemente notare, mettersi in evidenza, sfruttare ogni occasione per ottenere visibilità da convertire poi in occasioni di lavoro. Tutte cose lecite e, anzi, raccomandabili per chi vuole fare fumetti ma che ultimamente, a nostro avviso, stanno diventando quasi più importanti del lavoro vero e proprio. Detto ciò, siamo noi che siamo coglioni: abbiamo la nostra visione delle cose e ne paghiamo e accettiamo le conseguenze con il solo conforto che può darci il bestemmiare furiosamente in determinate occasioni.
Per questo motivo ringraziamo Tunué per aver creduto nel nostro progetto che, a dirla tutta, avremmo realizzato ugualmente, perché tanto ci credevamo noi.
Insomma, si tratta di un passo importante, quindi: se pensate che sia giusto, se la cosa vi incuriosisce, se ne avete paura, se pensate che vi farà star meglio, se volete vedere che succede… uccidete il Kraken. – Originariamente pubblicato dalla pagina web Tunué ufficiale

Anteprima: Kraken

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