An Invitation from a Crab di panpanya, edito in Italia da Star Comics nella collana panpanya works dedicata proprio al lavoro dell’artista, è un’opera particolare che attira il lettore già alla prima occhiata: la copertina è abbastanza anomala, il volume è molto corposo, lo stesso autore utilizza uno pseudonimo – panpanya, per l’appunto – e di lui quindi non conosciamo assolutamente nulla, neanche il genere o l’età. In ogni caso, il mercato manga, in patria, è enorme: le opere che vengono esportate all’estero, però, sono tutto sommato poche, anche se c’è stato un enorme aumento nel corso degli ultimi anni. Di conseguenza, panpanya rappresenta sicuramente qualcosa di diverso, che molto si discosta dal manga così com’è inteso solitamente, pur non essendo certamente il primo (né sicuramente l’ultimo) a proporre opere un po’ fuori dagli schemi.
Panpanya è un autore che, prima di passare alla pubblicazione cartacea ed editoriale, ha iniziato a pubblicare le sue opere online sin dai primi anni Duemila. An Invitation from a Crab, edito in Giappone nel 2014, raccoglie 18 storie brevi ed autoconclusive in grado di mostrare efficacemente lo stile del suo lavoro, tanto dal punto di vista del contenuto quanto da quello tecnico. La raccolta prende il nome dal titolo della prima storia contenuta al suo interno.
La protagonista di ognuna delle storie è una ragazzina, dal tratto molto abbozzato, che sembrerebbe frequentare le scuole superiori, ed essere quindi un’adolescente: la sua età, tuttavia, non è particolarmente importante, dal momento che varia a seconda della situazione, pur non variandone l’aspetto fisico: in alcune storie, infatti, frequenta normalmente la scuola, mentre in altre guida addirittura l’auto, così come in un flashback relativo alla nonna il suo aspetto resta lo stesso. In ogni caso, la sua curiosità è enorme, a tratti infantile, ed è questo che la porterà a vivere costantemente esperienze al limite – se non proprio al di fuori – della normalità.
Una curiosità che la porta prima di tutto a esplorare zone sconosciute della sua città, come lei sfumata e sconosciuta: la protagonista si muove in tutte quelle zone al di fuori della sua normale routine e di cui, dunque, non ha alcuna conoscenza, mostrandoci come chiunque potrebbe rapportarsi con qualcosa di completamente ordinario ma che ha improvvisamente attratto una forte attenzione e interesse.
Oltre a lei, inoltre, ci sono diversi altri personaggi, di cui alcuni ricorrenti nell’aspetto, pur non ricoprendo sempre lo stesso ruolo, rappresentati solitamente come animali antropomorfi nel caso dei suoi compagni e come umani che indossano strani oggetti come caschi da palombaro per quanto riguarda invece le figure sconosciute (come, ad esempio, un venditore o un insegnante). Sono ricorrenti anche altri due personaggi totalmente umani che, tuttavia, proprio come la protagonista, sono molto abbozzati e ricoprono ruoli molto diversi fra una storia e l’altra.
Tutti i racconti sono profondamente onirici e surreali, dando la sensazione di essere più dei sogni lucidi – o, in ogni caso, delle esperienze psicologiche – piuttosto che delle esperienze reali. Il confine fra il reale e l’irreale è molto labile, ma il ritmo coerente e la costante sensazione di trovarsi all’interno di un sogno rendono il volume facile da leggere e molto leggero, nonostante la mole di testo a volte eccessiva in alcune tavole o le brevi riflessioni dell’autore che intervallano di tanto in tanto le storie.
Alcune di queste, come Il caso della salamandra gigante, sono molto stravaganti e bizzarre, e non sembrano avere grandi scopi riflessivi a parte quello di strappare un sorriso o una risata al lettore, intrattenendolo. Altre, invece, propongono spunti di riflessione maggiori, pur restando comunque su temi abbastanza semplici e quotidiani. Lo stile di narrazione è comunque molto tranquillo e rilassato, anche se tutti i racconti, partendo già dal primo, Un invito di un granchio, presentano un umorismo molto fine in grado di strappare un sorriso se non una risata al lettore. Ciò che rende particolare la lettura è che tutti gli avvenimenti risultano anomali e strani per il lettore ma, a quanto pare, non per i personaggi delle storie, dato che ai loro occhi tutto sembra perfettamente normale, seppur meritevoli di attenzione in quanto fuori dalla loro routine.
Per quanto riguarda lo stile di disegno, panpanya fa un elevato ed efficace uso del chiaroscuro. Nonostante alcune tavole siano molto vuote e scialbe (sempre per una precisa direzione artistica e non per incapacità dell’autore), solitamente il suo tratto è molto dettagliato, offrendo nel complesso degli ottimi sfondi e panorami all’interno dei quali la protagonista si muove. Va comunque sottolineato come la protagonista sia quasi sempre completamente estranea al contesto nel quale si trova. Infatti, se per le ambientazioni panpanya utilizza un inchiostro scuro e un tratto quasi fotorealistico, la protagonista è sempre disegnata con toni molto chiari, a volte addirittura in matita, andando ad amplificare la sensazione onirica dei racconti, dando la costante impressione che sia l’unica a muoversi (se non addirittura a fluttuare) in un mondo oscuro, confuso e a tratti minaccioso.
Abbiamo parlato di:
An Invitation from a Crab
panpanya
Traduzione di Manuela Capriati
Star Comics, 2020
224 pagine, brossurato, bianco e nero – 9,90 €
ISBN: : 9788822620453