All’Ombra del Pianeta dei Blasteroid Bros

All’Ombra del Pianeta dei Blasteroid Bros

L’ultima campagna lanciata dai tipi di Radium e The Shadow Planet, fumetto di retro-fantascienza firmato dai (non tanto) misteriosi Blasteroid Bros.

Dietro gli ormai famigerati Blasteroid Bros si celano tre personalità ben note al mondo del fumetto. Giovanni Barbieri, sceneggiatore e attuale editor di tutte le serie prodotte da Radium; Gianluca Pagliarani, disegnatore facente parte dello staff di Dragonero; Alan D’Amico, colorista, scultore e illustratore di giochi.
I tre, con lo pseudonimo di, rispettivamente, James, Johnny e Junior Blasteroid si sono inventati un fumetto di fantascienza retrò, condito però di sesso, violenza, splatter e con venature horror.
The Shadow Planet, questo il titolo del fumetto è l’ultimo progetto in ordine di tempo approdato sulla piattaforma di Radium ed è attualmente in corso la campagna di crowdfunding su Indiegogo.
Ecco un’intervista a James Blasteroid, alter ego di Giovanni Barbieri che ci spiega da dove è nasce questa loro idea di fantascienza a fumetti.

The Shadow Planet

Da dove nasce The Shadow Planet?
Nasce da Johnny, ovvero Gianluca Pagliarani. L’estate scorsa ci siamo incontrati in pizzeria e mi ha raccontato l’idea che aveva. Ce la siamo rimbalzata per diverse settimane, finché è diventata The Shadow Planet, l’adattamento a fumetti di un film spaziale col mostro.

Prima di arrivare al progetto che stiamo vedendo in questi giorni ha avuto altre incarnazioni?
Diciamo che Johnny da tempo aveva voglia di misurarsi con la retro-fantascienza e aveva realizzato alcune tavole e studi, ma senza ancora una direzione precisa.

Perché una fantascienza così dura e pura? Cosa significa per voi oggi scrivere di fantascienza?
Non credo che la nostra possa definirsi fantascienza “dura e pura”. La hard SF è quella fissata con la verosimiglianza e il tecnicismo, mentre noi abbiamo un approccio completamente diverso. Se devo fare un paragone letterario, non siamo dalle parti di Jules Verne, quanto piuttosto da quelle di H.G. Wells, in cui al centro della storia ci sono i dilemmi umani, non la tecnologia o il futuribile.

FINTO_ADVERTISINGSiete dei lettori di fantascienza? Se sì di quali autori?
Io personalmente ho letto un po’ di Isaac Asimov, Jack Williamson, Ray Bradbury, Fredric Brown, John Wyndham, Philip Dick… poi mi sono fermato e sono tornato indietro, alla proto-fantascienza e soprattutto al fantastico, ricollegandomi a Lovecraft, che mi ha folgorato a 16 anni. Fra i libri che mi hanno influenzato di più ci sono le sceneggiature di Nigel Kneale per Quatermass: dei veri gioielli!

Le grandi saghe letterarie di genere hanno sempre faticato a trovare spazio sul grande schermo (penso ai cicli di Asimov, di Herbert…) perché secondo voi?
Gli alti costi, suppongo. Il cinema oggi cerca franchise che presentino pochi rischi d’impresa. Più facile spolpare le ossa a Star Wars o Alien o i supereroi che investire in qualcosa di nuovo. Il ciclo della Fondazione ha potenzialità enormi, ma oggi il cinema dei grandi numeri cerca il pubblico dei teenager. Speriamo nelle serie TV o web.

Un certo mondo cinematografico al quale fate riferimento è anti-seriale per definizione e spesso anche alcuni capolavori del genere (che hanno poi originato sequel più o meno riusciti) sono nati per essere delle opere uniche, magari con un’idea, chiara, semplice e molto specifica…
Esatto, una storia forte proprio perché basata su un’idea semplice e non sul concetto “episodio pilota di una serie”. D’altronde, come diceva Walt Disney “Un’idea sottile, per quanto brillante, non regge un film”.
L’idea nostra, più di creare un franchise, è di mettere in piedi un’etichetta, Blasteroid Bros, che faccia venire in mente emozioni forti, storie di genere e scampoli d’intelligenza… un po’ i Roger Corman del fumetto, insomma.

EDIZIONIUn cast limitato con personaggi piuttosto fuori dagli schemi (o comunque non immediatamente decifrabili) ce ne volete parlare?
Nei film di fantascienza dal Pianeta Proibito in poi, lo spazio è esplorato e pattugliato da militari. I civili sono guardati quasi con sospetto. Le donne sono sì scienziate, ma anche cuoche e infermiere al servizio degli uomini. Quello che abbiamo fatto è stato immaginare questa situazione al di là della propaganda. Nell’esercito i soldati fanno sesso, fumano, dicono parolacce… i nostri protagonisti sono soldati e non fanno eccezione. In più hanno l’aggravante di essere in missioni lunghissime, quindi una certa “facilità di costumi” mi sembra inevitabile.

Qual è secondo voi “la ricetta” di un horror lovecraftiano? Ho come l’impressione che se ne parli più di quanto in realtà non si realizzino lavori di quel segno…
L’horror di Lovecraft oggi è ridotto a “mostro alieno antichissimo con tentacoli”, mentre in realtà l’orrore cosmico nasce dalla consapevolezza del caos assoluto in cui siamo immersi, della trascurabilità della nostra opera ed esistenza, della nostra microscopicità e irrilevanza rispetto all’universo. L’orrore nasce da qui e dalla conseguente paura del diverso, della sessualità, come ha acutamente rilevato Alan Moore nella sua recente rilettura dell’opus lovecraftiano. Diciamo che The Shadow Planet si muove in quei territori, ma con lo spirito naif di un B movie… Un po’ come John Carpenter, insomma, il nostro regista preferito!

Ausonia
Omaggio di Ausonia

Siamo circa a metà campagna di crowdfunding: come sta andando l’esperienza? Sorprese? Annotazioni?
Quello che ci ha più meravigliato è stata l’incredibile risposta dei colleghi: tutti entusiasti del progetto e pronti a regalarci disegni e visibilità. Davvero non ci aspettavamo tutto questo calore e continuo incoraggiamento! Siamo piegati dalla stanchezza, perché ci sono tante cose da fare e così poco tempo, ma il sostegno che abbiamo ricevuto ci dà una forza incredibile! Grazie, meritate tutti un nome con la J e il cognome Blasteroid!

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