Allen Meyer: anche la luna può cadere

Allen Meyer: anche la luna può cadere

Paolo Castaldi racconta due epoche, due storie e due uomini che hanno in comune una cosa: il dolore della perdita.

Nella propria casa di campagna (brianzola, verosimilmente) avvolta dalla neve, Martino Rea prova a comporre nuove canzoni, senza successo.  Nella sua mente è il 1848 e l’anagrafe di Milano sta bruciando. I rivoluzionari si ritirano dietro le barricate sotto i colpi dell’esercito austriaco mentre l’astronomo Allen Meyer corre al suo osservatorio per vedere se la luna, come ormai credono tutti, stia per cadere e se questa sia l’ultima notte del mondo.
Per lui e per Martino quella è una notte buia, perché entrambi hanno perso qualcosa di importante, una luce più forte di quella della luna.

Questa è la breve sinossi di Allen Meyer, ultimo lavoro di Paolo Castaldi e primo volume della collana Rami, con cui BeccoGiallo fa il suo esordio nel mondo della fiction a fumetti.
Ispirandosi a “Le Piromani“, disco del cantautore milanese Teo Manzo, Castaldi crea un’opera stratificata, in cui vari piani, sia temporali che concettuali, si intersecano.

La vicenda fittizia creata da Martino si svolge in una Milano di metà 1800 percorsa da moti insurrezionali sotterranei e scossa dalla diceria che la Luna cadrà sulla terra a giorni, cancellando gli uomini dal mondo. A questo si aggrappano i rivoluzionari per scuotere il popolo.
L’unico a non credere a questa diceria è Allen Meyer, che pur aderendo al movimento rivoluzionario non accetta false credenze popolari, chiudendosi nel tepore delle proprie convinzioni scientifiche e nell’abbraccio dell’amore di Lidia, sua moglie. Purtroppo, l’aggravarsi della malattia di lei porta Meyer a ripensare alla propria vita e alle proprie idee, in maniera violenta e drammatica.

Di amore e morte: la narrazione delle emozioni

Con una prosa delicata e a tratti poetica ispirata dai testi di Manzo, Castaldi si muove tra passato e presente, finzione e realtà per raccontare una doppia storia di amore e perdita, costruendo immagini intense e struggenti che rendono vividi sia la tenerezza che il dolore dei due protagonisti, in particolare quello di Allen Meyer: il personaggio, che all’inizio è rappresentato come uomo di scienza e cultura, patriota ma scettico nei confronti del movimento rivoluzionario, sprofonda inesorabilmente verso uno stato di sconforto e solitudine, fino alla follia.

I gesti inconsulti del secondo atto sono figli del dolore per la perdita e segnano un cambio di paradigma nella visione dell’astronomo, che arriva addirittura ad accettare il fatto che la luna possa effettivamente cadere: oltre le leggi della fisica ce ne sono altre che regolano il cosmo umano, quelle di vita e morte che sfuggono dal controllo di ognuno di noi e che rendono tutto possibile, sia l’amore che il dolore.

Paolo Castaldi rappresenta questa evoluzione con immagini suggestive e potenti, che spesso prendono il sopravvento sulle parole per esprimere i sentimenti del protagonista. Un esempio fondamentale di questo stile narrativo si può vedere nella sequenza di pagine da 80 a 93: le prime due pagine sono serrate, dense di vignette e di notizie dolorose che distorcono pian piano le figure e gli sfondi, dando la vivida sensazione delle lacrime che riempiono gli occhi di Meyer.

Dopodiché, le vignette scompaiono lasciando spazio al silenzio, l’inquadratura si allarga in un campo lunghissimo; solo Allen e sua moglie Lidia sono presenti, circondati da un bianco etereo, spettrale e paradisiaco al contempo. Una solitudine interrotta dalla lenta caduta della Luna, che incombe enorme e opprimente sui due, che sembrano quasi proteggersi disperatamente, emanando una luce bianca potente ma sempre più schiacciata al suolo.

In poche, intense pagine, Castaldi riesce a raccontare amore e morte grazie a uno storytelling sicuro e articolato, dimostrando grande coscienza delle possibilità del racconto sequenziale e grande attenzione alle inquadrature e al loro effetto emotivo.

Se il racconto nelle sue singole parti scorre in maniera elegante e comprensibile, maggiori difficoltà si riscontrano nei salti tra passato e presente, soprattutto nella prima parte del racconto: il passaggio tra la storia Allen e quella di Martino diventa un po’ più chiaro solo nella seconda parte della vicenda si lascia la storia del cantautore in posizione eccessivamente periferica almeno fino al crescendo finale. La stessa cosa accade nel racconto principale del 1800, in cui si accavallano due piani temporali diversi caratterizzati da un passaggio dal bianco e nero al colore non sempre chiarissimo, se non dopo aver superato la prima metà della storia.

In generale, il disequilibrio di alcune parti del racconto non agevola e anzi si rischia di confonderlo nella prima parte dell’opera, mentre nel secondo atto della vicenda questa sensazione si riduce, fino a scomparire nell´epilogo, che annoda efficacemente le due storie e rafforza il senso dell´intera opera.

Storia e attualità all’ombra della Madonnina

Oltre al piano emotivo, Castaldi sfrutta le suggestioni del disco di Teo Manzo (un album esclusivamente poetico e privo di qualsiasi struttura narrativa) per addentrarsi in un contesto storico affascinante che gli permette al tempo stesso di confrontarsi con il presente: la storia di Milano e dei suoi patrioti si colora di una sfumatura critica, che colpisce per bocca di Meyer i diffusori di storie false, coloro che per opportunità politica alimentano dicerie e notizie non vere, al solo fine di avere più seguaci nelle loro fila.

Una critica sociale molto attuale che si armonizza al contesto storico, caratterizzando sia il personaggio di Allen Meyer che il pensiero politico dell’autore, ancora una volta acuto e attento narratore del proprio tempo, dopo opere di attualità come il pluripremiato Etenesh, l’odissea di una migrante.

Questo elemento non mette comunque in ombra la vicenda storica e l’omaggio a Milano, ulteriore protagonista del racconto: Castaldi fa immergere il lettore nelle atmosfere ottocentesche grazie ad una grande attenzione ai particolari (uniformi, abbigliamento, capigliature) e una attenta ricostruzione del clima delle Cinque Giornate, fatto di barricate, fumo e polvere da sparo.

L’autore utilizza una tecnica di disegno che ricorda da vicino le acqueforti di metà ottocento e i disegni dell’epoca, caratterizzati da un fitto tratteggio in bianco e nero che definisce volumi ed espressioni che vengono modellate dalla luce del sole o che emergono dalle ombre: particolarmente suggestive sono le parti dedicate alle riunioni segrete dei rivoluzionari, in cui i volti affiorano a pelo d´ombra, creando una atmosfera affascinante e angosciante, perfettamente realistica.

In conclusione la collana Rami non poteva trovare esordio migliore: Allen Meyer è una storia intensa e toccante, che offre molteplici chiavi di lettura e che conferma Paolo Castaldi come uno dei più interessanti autori di fumetto in Italia.

Abbiamo parlato di:
Allen Meyer
Paolo Castaldi
Beccogiallo – novembre 2017
192 pagine, brossurato, colori – 24,00 €
ISBN: 9788899016920

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