All Time Comics: la Fantagraphics nella terra dei supereroi

All Time Comics: la Fantagraphics nella terra dei supereroi

Fantagraphics scende nell'ardua arena dei supereroi con scelte controtendenza. Un'analisi della folle ed enigmatica sfida dei fratelli Josh e Samuel Bayer e di Bejamin Marra.

Marzo 2017. La Fantagraphics lancia una propria linea di fumetti di supereroi.

Rileggete questa frase, perché la prima volta che ho scoperto questa cosa, semplicemente non ci credevo. Fantagraphics, casa editrice che per più di 20 anni è stata pioniera dell’industria del fumetto underground statunitense e mondiale ha deciso di entrare nell’arena affollata delle maschere e dei mantelli, vero e proprio marchio di fabbrica del mainstream americano.

Certo, nel catalogo della casa editrice c’erano già opere che parlano di eroi in costume, ma questo genere non era mai stato affrontato con progettualità e serialità. Almeno fino a ora. Almeno fino a All Time Comics.

(Quasi) come negli anni ’70

Crime Destroyer (Bayer, Trimpe, Marra)

Il progetto nasce dalla mente dei fratelli Josh e Samuel Bayer (quest’ultimo affermato regista di videoclip, tra i quali il leggendario “Smells like teen spirits” dei Nirvana) con la collaborazione del decano Al Milgrom (autori di centinaia di albi di supereroi, sia Marvel che DC): l’idea di base è creare un universo supereroico condiviso in cui ambientare quattro serie con altrettanti protagonisti che mescolino elementi classici, grotteschi, volutamente kitsch e controversi.

 

Atlas (di Bayer e Benjamin Marra, qui la nostra brevisione per First Issue) è il prototipo di supereroe onnipotente che combatte contro assurde cospirazioni governative ma che è perennemente in dubbio sul proprio ruolo e i propri poteri e ha bisogno che il suo amico umano Tobey rischi la vita per scuotersi dalle proprie paure.
Crime Destroyer (di Bayer, Herb Trimpe e Marra) è invece pronipote della black exploitation portata alle estreme conseguenze, un vigilante caparbio e violento, a metà strada tra Batman, Luke Cage e il Punitore.
Bullwhip (ancora Bayer e Marra) è una superfemminista in lotta contro supermisogini e vampiri viaggiatori del tempo, ma soprattutto in conflitto con le proprie contraddizioni e la propria, esagerata retorica.
Infine Blind Justice (Bayer, Rick Buckler Jr, Milgrom) è un uomo uno psicopatico ma anche dotato di misteriosi poteri, un uomo dal cuore puro ma dalla mente ossessionata che vive in un mondo ancor più folle di lui.

Quattro eroi per quattro numeri uno che sembrano arrivati da un passato lontano: Josh Bayer non presenta né il mondo né i protagonisti, ma scaraventa il lettore in un vortice di psichedeliche bizzarrie, sfruttando una narrazione volutamente vetusta e “antimoderna”, ricca di didascalie sovrabbondanti in cui il narratore onnisciente spiega ogni singolo evento e ogni emozione dei protagonisti.

L´atmosfera che si respira è straniante, come se un fumetto degli anni ’60 o ’70 avesse incontrato il mondo dei comics underground, quello fatto di violenza inaudita, totalmente sopra le righe, che mescola elementi horror, splatter e gore a una prosa consapevolmente obsoleta. I quattro sono Un gruppo di eroi eccessivi, negli ideali, nel look e nelle azioni, nascondono ipocrisie, debolezze e frustrazioni e si muovono in storie dal carattere smaccatamente trash, ricche di personaggi grotteschi, assurdi ed esasperati come burattini in una commedia surreale.

Atlas (Bayer, Marra)

Violenza e follia: un segno tra classicismo e psichedelia

Bullwhip (Bayer, Marra)

La scelta dei disegnatori completa questa operazione in bilico tra omaggio, nostalgia e trash. Benjamin Marra, conosciuto per il folle, caustico e violentissimo TerrorAssaulter OMWOT, scatena su Atlas e Bullwhip tutta la sua energia con un tratto estremo, fatto di anatomie ipertrofiche e espressioni esagerate.

 

Le tavole, pur ricche di scene di azione, sono rese con uno stile volutamente statico, che, insieme alla scelta di colori acidi e innaturali (ispirate dalle opere della EC comics e di Steve Ditko), produce un effetto straniante e contrastante. L’uso spropositato di retini e di una colorazione quadricromatica sottolinea la chiara ispirazione ai fumetti del passato, creando un effetto vintage, anch’esso portato alle estreme conseguenze.

Su Crime Destroyer, le ultime tavole realizzate dal compianto Herb Trimpe spiccano per eleganza, potenza e un tratto corposo e plastico, grazie al sapiente uso del chiaroscuro per definire i corpi. L’arte sequenziale di Trimpe crea tavole dallo storytelling agile e dinamico, mentre l’attenzione per il dettaglio riesce a definire le minime espressioni dei personaggi senza mai risultare fuori luogo, pur nella generale surrealtà delle vicende trattate, ancora una volta sottolineata dai colori psichedelici di Benjamin Marra.

Blind Justice, ultimo volume in ordine di uscita, vede in azione Rick Buckler Jr., inchiostrato da Al Milgrom. L’artista esordiente sceglie uno stile più moderno e meno ispirato alla silver age, realizzando tavole che oscillano tra uno stile più morbido ed espressivo e linee spezzate e nervose nei momenti di maggior concitazione, soprattutto nella rappresentazione del peculiare eroe, che sembra ispirato nel design e nei movimenti ad alcuni personaggi del Frank Miller di fine anni ’80. Anche qui l’uso di retini, quadricromia acida e “carta invecchiata” donano al fumetto un tono prettamente kitsch e antiquato.

Omaggio, satira, divertimento trash: cosa aspettarsi?

A prescindere dalle trame, dai personaggi e dalla rappresentazione di questo nuovo universo narrativo, All Times Comics é un progetto enigmatico , in cui l’intento degli autori non è immediatamente chiaro.

Se da una parte l’omaggio “sui generis” al fumetto popolare statunitense degli anni d’oro e d’argento è palese, dall’altra l’accento sulla violenza, su supereroi all’apparenza granitici ma in realtà incrinati nel profondo fa percepire una volontà di critica non solo al genere narrativo supereroistico, quanto ai principi fondamentali (e fondamentalmente statunitensi) su cui questo genere si fonda.
Un’operazione che sembra quasi voler far cadere sotto i pugni di una violenza non più edulcorata la nostalgia per una indefinita “Arcadia” del fumetto e della società americana, un sogno che non è mai stato così pulito e immacolato come molti si ostinano a ripetere – operazione condotta da molti film trash di serie B e realizzata, in altri termini, proprio da Marra in Terror Assaulter.

Blind Justice (Bayer, Buckler Jr., Milgrom)

Tuttavia ciò che emerge con più forza da questi numeri uno è un’eccessiva volontà di andare controcorrente, di ricorrere a un underground “di maniera” privo di forza contenutistica . E qui risiede il problema di questo esordio: non tanto nella complessità della lettura e della comprensione di queste storie, quanto nell’idea di base del progetto. Sembra quasi che, alla fin fine, non ci sia nulla di veramente serio da dire se non che il trash è un sacco divertente e che i supereroi in fondo sono solo tipi suonati in costumi sgargianti che se le danno di santa ragione senza alcun vero motivo.

Queste storie per adesso appaiono un po’ fini a sé stesse, ancorate a un’idea di underground troppo datata, autocelebrativa e autoreferenziale senza alcun collegamento con il mondo esteriore e che non presenta una lettura nuova e chiara, né del mondo del fumetto statunitense né del mondo in generale. Nonostante questo, il potenziale delle serie, visti i nomi coinvolti, è innegabile e le aspettative sono comunque alte.

Quindi non resta che aspettare i prossimi numeri per capire se All Times Comics spiccherà davvero il volo e ci farà vedere il mondo dei supereroi (e non) da una prospettiva stuzzicante e non banale.

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *