Alex Toth: storie e personaggiDurante la sua sessantennale carriera nei comics, Alex Toth ha caratterizzato con il suo inconfondibile tratto molteplici serie e personaggi. Alcuni di essi li ha creati o co-creati lui stesso, mentre altri li ha “ereditati” e reinterpretati. Ecco una galleria delle tappe più importanti del suo splendido percorso per immagini.

HEROIC COMICS (Eastern Color, 1945-48)
Toth non ha ancora compiuto diciassette anni, quando i suoi primi lavori a fumetti appaiono sull’albo Heroic Comics n. 32 (9/1945). Per il direttore editoriale della Eastern Color, Steve Douglas, Toth realizza, nell’arco di quasi tre anni, brevi storie e illustrazioni a corredo di testi narrativi basati su personaggi realmente esistiti, ivi compreso il presidente Abraham Lincoln. Lo stile è ancora piuttosto crudo, ma si nota l’ovvia influenza (peraltro comune a molti giovani artisti coevi di Toth, come Carmine Infantino, Bob Oksner o Frank Giacoia) di Milton Caniff, soprattutto nella somatica dei personaggi. La maestria nell’uso dei “neri pieni”, invece, è ancora di là da venire.

SUPER-EROI DC (DC Comics, 1947-83)
All’inizio del 1947, Toth approda alla DC/National Comics e per la divisione denominata All-American Comics, gestita da M. C. Gaines con Sheldon Mayer quale direttore editoriale, si cimenta per la prima volta con il genere super-eroistico. I primi eroi da lui tratteggiati sono le versioni Golden Age di The Atom (alias Al Pratt) e di Dr. Mid-Nite (alias Charles McNider), che disegna in due capitoli di un’avventura della Justice Society of America, su All Star Comics 37. Il segno è ancora acerbo, e alcune delle teste dei personaggi sono ritoccate da Irwin Hasen, ma si intravedono i primi segni dello stile di Toth, soprattutto in certe eleganti posture degli eroi o nei personaggi di contorno. Nell’ambito della Justice Society, Toth disegna di sfuggita anche le prime versioni di The Flash, Hawkman, Black Canary e Green Lantern, ma è soprattutto al super-uomo dalla verde lanterna (alias Alan Scott) che si dedicherà nel periodo 1947-48, ben interpretando le sceneggiature vagamente ironiche scritte da Bob Kanigher. Tra l’altro, è Toth a introdurre graficamente sull’albo Green Lantern, la “super-spalla canina” dell’eroe, ovvero Streak the Wonder Dog, del quale poi disegna alcune storie a solo. Nel 1983 Toth tornerà una tantum a realizzare Green Lantern (nella versione Silver Age, il cui alias è Hal Jordan), lasciando le chine a Terry Austin. Toth tornerà peraltro, di quando in quando, a disegnare altri eroi e super-eroi in costume per la DC Comics. Da ricordare il duetto tra The Atom e The Flash per The Brave and the Bold (1964), la storia in due parti con la sensualissima Black Canary per Action Comics (1972) e la lunga avventura per il Superman Annual del 1983 dove duetta con Batman.

SIERRA SMITH (DC Comics, 1948-50)
Ideato dallo sceneggiatore Joe Millard per l’albo Dale Evans Comics, Sierra Smith rappresenta un buon compromesso tra il detective privato dei romanzi hard-boiled e il moderno eroe western, giacché è in una città dell’Ovest, Midland City, che Sierra agisce, alternando il classico trench alla Philip Marlowe con cappellone e stivaletti con il tacco. La struttura delle sue brevi ma intense storie, i cui titoli iniziano sempre con “The Case of…”, è quella tipica del noir, con la narrazione fuori campo dello stesso Sierra, e l’uso intensivo del flashback. Nelle prime storie il disegno di Toth risente fortemente dell’impronta stilistica di Noel Sickles e Milton Caniff, ma anche dei loro epigoni Fred Kida e Lee Elias. Poi, via via, se ne affranca, iniziando a giocare con le ombre e a variare le inquadrature.

JOHNNY THUNDER (DC Comics, 1948-52)
Protagonista del primo fumetto western tout court disegnato da Toth, Johnny Thunder è un giovane e impavido pistolero che agisce a Mesa City e dintorni. Le sue avventure appaiono dall’agosto 1948 su All American Comics (poi All-American Western). Le trame di Bob Kanigher sono piuttosto convenzionali, ma è formidabile il disegno di Toth, che – come già notato per Sierra Smith – nel corso dei quasi quattro anni dedicati al personaggio evolve costantemente il suo stile. Bellissime, oltre che le storie (spesso inchiostrate da Joe Giella, Frank Giacoia o Sy Barry), sono anche e soprattutto le copertine di Toth, vere e proprie lezioni di design.

JIMMY WAKELY (DC Comics, 1949-52)
Nelle sue interviste, Toth afferma a più riprese di aver odiato lavorare a Jimmy Wakely, anche se ne disegna le storie per oltre due anni, realizzando il grosso di 15 dei 18 albi che la DC dedica a questo celebre cowboy canterino del grande schermo. Nonostante la disaffezione per il personaggio, Toth svolge un ottimo lavoro e conferma il suo particolare talento per il genere western, illustrando dinamicamente le avventure di Wakely sin dalla prima storia, dove il cowboy salva un gruppo di ragazze che in auto rischiano di precipitare in un burrone lungo una impervia strada di montagna. Cinque anni dopo aver lasciato Jimmy Wakely, Toth si cimenterà con un altro celebre cowboy-canterino del cinema e della TV, Roy Rogers, per l’editrice Dell/Western (nel 1960, tra l’altro, ne disegnerà anonimamente anche una sequenza di strisce giornaliere). Nonostante gli ottimi risultati, ancora una volta Toth non gradirà molto tratteggiare il personaggio, affermando di avere difficoltà a riprodurne i tratti del volto.

STORIE ROMANTICHE (DC Comics/Standard/Marvel/Charlton, 1949-75)
Larga parte dell’attività fumettistica di Alex Toth è dedicata ai fumetti romantici, destinati soprattutto al pubblico dell’adolescenza femminile. Scorrere in sequenza cronologica le storie romantiche di Toth consente, tra l’altro, di vedere chiaramente quale sia l’evoluzione del suo stile. Toth è bravissimo a tratteggiare la figura femminile e a metterne in rilievo le sfumature comportamentali. Le sue migliori realizzazioni in questo genere sono senza dubbio le storie illustrate su testi di Kim Aamodt per l’editrice Standard nel periodo 1952-54, molte delle quali inchiostrate da Mike Peppe, che fa un buon lavoro ma a volte abusa nel tratteggio, appesantendo le altrimenti sintetiche tavole di Toth. Nella produzione posteriore spicca invece la splendida Bride of the Falcon, vero e proprio trionfo del gothic romance in 36 tavole, pubblicata sul n. 3 di Sinister House of Secret Love (DC, 1972) e sceneggiata da uno dei miti di Toth, ovvero Frank Robbins, già autore di Scorchy Smith e Johnny Hazard.

REX THE WONDER DOG (DC Comics, 1952)
Dopo il super-cane di Green Lantern, Toth ha modo di disegnare un altro quadrupede, il bianco Rex, che nonostante l’appellativo “meraviglioso” non ha super-poteri ma una intelligenza fuori dal comune, tanto che talvolta il suo pensiero viene incluso in altrettante nuvolette. Toth realizza, con lo sceneggiatore John Broome, i primi tre numeri dell’albo dedicato a Rex, che insieme con il suo padrone Danny Dennis risolve vari casi misteriosi.

STORIE D’ORRORE E DI CRIMINE (Magazine Village/Standard/Lev Gleason/DC/Gold Key-Western/Warren, 1949-82)
Il tratto “oscuro” di Alex Toth si rivela ben presto adatto anche a visualizzare trame a sfondo criminoso e orrorifico, senza mai sconfinare nel cattivo gusto. Orrore e crimine sono legati a doppio filo in quasi tutte le storie realizzate da Toth per l’editrice Standard nei primi anni ’50. La più significativa è forse The Hands of Don José, storia della vendetta post-mortem di un torero apparsa su Adventures Into Darkness nel 1953. Nell’ambito del genere crime in quanto tale, va menzionato il curioso esperimento delle tre storie gangsteristiche realizzate da Toth nel 1954 per l’albo Crime and Punishment di Lev Gleason con la tecnica definita “Deep Dimension” (che sortisce una specie di effetto “VistaVision”, con tavole dai bordi stondati e realizzate su carta Craftint con retini chimici Doubletone). Ma il top è gia stato raggiunto con The Crushed Gardenia (su Who Is Next, Standard, 1953), realistica storia del giovane teppista e assassino Johnny Faber, dove, di contro, i retini sono del tutto assenti. Con l’introduzione del Comics Code e delle sue restrizioni, i toni horror si stemperano nei comic books, ma non nelle riviste a fumetti in bianco e nero (e a mezzatinta), come quelle (Creepy, Eerie, Vampirella) pubblicate da Jim Warren a partire dal 1964. Toth vi collaborerà a lungo, realizzando alcune tra le sue storie più belle. Comincia alla grande con Grave Undertaking (Creepy 5, 1965), dove fonde magnificamente le sue tipiche campiture nere con gli effetti dei retini doubletone. E più oltre ci regala Phantom of Pleasure Island (Creepy 75, 1975, in Italia su Ken Parker Magazine nel 1995), vero e proprio mini-noir il cui protagonista ha il volto mesto e segnato di Humphrey Bogart.

STORIE DI GUERRA (Standard/EC/Warren/DC, 1952-54/65-66/71-73)
Il genere bellico è molto in voga nei comic books dai primi anni ’50 in poi, e Toth vi si dedica a più riprese nell’arco di un ventennio. Inizia nel 1952, collaborando più o meno in contemporanea con le editrici Standard ed EC. In particolare, due delle tre storie che Toth realizza per la EC Comics di William Gaines sono veri e propri manifesti del suo “approccio minimalistico” al fumetto. In Thunderjet! e F-86 Sabre Jet! (entrambe scritte da Harvey Kurtzman per Frontline Combat), aerei, piloti, nubi e montagne diventano pure forme, in una successione di vignette da studiare una per una. Il tema dell’inutilità della guerra, già presente nella terza storia disegnata per la EC, Dying City (Two-Fisted Tales 22), fa da sfondo anche alle storie scritte da Archie Goodwin per la rivista Blazing Combat, pubblicata da Jim Warren nel 1965. Lone Hawk, storia di un pilota della I Guerra Mondiale, è un capolavoro realizzato su carta Craftint (in Italia su Ken Parker Magazine nel 1993), e The Edge! torna al minimalismo per visualizzare gli scontri aerei tra jet nei cieli della Corea. Splendide sono anche le storie per la DC Comics, tra le quali spiccano White Devil… Yellow Devil (testi di Bob Kanigher, su Star Spangled War Stories 164, 1972, in Italia su Ken Parker Magazine nel 1994), dove si confrontano – loro malgrado – due giovani soldati, uno americano e uno giapponese, e “Dirty Job” (testi di Bob Haney, su Our Army at War 241, 1972), che in quattro intense tavole racconta del rimorso provato da uno dei centurioni romani che hanno crocifisso Gesù Cristo.

Alex Toth: storie e personaggiJON FURY (Tokyo Quartermaster Depot Diary, 1955-56)
Piacente, brizzolato, Jon Fury è stato un ranger nella II Guerra Mondiale e ora è un editore di successo a Hollywood. Ma si trasforma in detective per cercare il fratello gemello Dirk, scomparso a Tokio. Toth concepisce il personaggio (ed è il primo in assoluto da lui creato) intorno al 1948 nella forma di una tavola settimanale destinata ai quotidiani. Poi lo mette da parte, e lo riprende nel 1955, mentre sta prestando servizio militare proprio a Tokio, e per due anni lavora nella redazione del settimanale militare The Tokyo Quartermaster Depot Diary. Riprende dunque la struttura originaria in tavole settimanali, riambientando la storia in Giappone (il titolo completo è The Adventures of…Jon Fury…in Japan). La mini-saga di Jon Fury si articola in due storie di 11 e 17 tavole, rispettivamente, dove Toth dimostra una volta in più la sua maestria di storyteller.

ZORRO (Dell Publishing, 1958-61)
Probabilmente il giustiziere mascherato della California ispanica creato da Johnstone McCulley è il personaggio più noto al grande pubblico, tra tutti quelli realizzati da Toth. In effetti, con Zorro (si tratta, non dimentichiamolo, dello Zorro interpretato da Guy Williams per una popolarissima serie TV disneyana), Toth mostra il meglio della sua tecnica chiaroscurata, creando su carta scene e inquadrature assolutamente memorabili, con continui cambi di prospettiva. Una vera e propria lezione di storytelling, che rende inessenziali i testi un po’ banali e spesso verbosi di Eric Freiwald e Robert Schaefer, spesso ispirati alle trame dei telefilm. Stavolta, tra l’altro, Toth non ha soverchie difficoltà a riprodurre i tratti di Williams, alias Don Diego de la Vega, alias Zorro, giacché con i suoi baffetti e la sua prestanza l’attore italo-americano ricorda abbastanza Errol Flynn, vera e propria icona che Toth cita graficamente a più riprese nelle sue storie. Zorro a parte, Toth è particolarmente ispirato durante tutto il periodo in cui collabora con la Western, grazie anche al buon rapporto che intercorre con i direttori editoriali Tom e Chuck McKimson. Sono dunque splendide anche altre sue realizzazioni per questa editrice, come la versione fumettata del film disneyano Darby O’Gill and the Little People (1959) o di quello di George Pal, The Time Machine (1960).

CARTOONS (1965-70)
Una parte considerevole della produzione fumettistica di Alex Toth appare durante tutta la seconda metà degli anni ’60 sulle riviste pubblicate da Pete Millar (alias Petersen Publishing), ovvero CARtoons, Drag CARtoons e Hot Rod CARtoons. Queste riviste, come evidenzia la parola “CAR” sempre presente nei titoli, sono legate al mondo del Drag Racing, ovvero delle auto da corsa “fatte in casa”, del quale Ed “Big Daddy” Roth è un’icona. E proprio Roth è protagonista di parte delle storie illustrate da Toth, dove le auto sono spesso soltanto un pretesto per ambientazioni fantastiche, nel passato o nel futuro. Ancora una volta, come nelle storie horror realizzate per Warren, Toth è libero di sbizzarrirsi, pur nell’ambito di poche tavole. Anche le riviste di Millar sono in bianco e nero, e Toth fa un uso intensivo dei retini doubletone per dare maggior “spessore” a personaggi e sfondi. Un altro personaggio ricorrente è l’energica vecchietta Granny McGo, sorta di Nonna Papera umanizzata con la passione per le corse in auto. E ci sono diverse altre storie di stampo parodistico, come “Dr. Kildear” (che fa il verso alla celebre serie TV interpretata da Richard Chamberlain), “Carzan” o “Dragula”, che fanno accostare le storie di Toth (a tratti, anche stilisticamente) a quelle disegnate da Mort Drucker per la rivista satirica Mad.

HOT WHEELS (DC Comics, 1970-71)
Nel 1969 Ken Snyder, proprietario dello studio di animazione Pantomime Pictures, crea la serie animata Hot Wheels, incentrata su un club di giovani appassionati di auto da corsa capeggiato da Jack Wheeler, figlio di un famoso pilota. La serie viene trasmessa sul network ABC per due stagioni, tra il settembre 1969 e il settembre 1971. Toth viene ingaggiato come character designer, nonché come autore di layouts e model sheets. La serie diviene ben presto multimediale: la Mattel lancia una linea di modellini con lo stesso nome, e la DC Comics decide di dedicare un albo a Hot Wheels, che Toth accetta di disegnare. Forte dell’esperienza accumulata con la collaborazione alle riviste di Pete Millar, Toth è bravissimo a trasporre scene di gara e inseguimenti tra auto. Il top è raggiunto nelle storie completamente disegnate da lui (matite e chine): “Eye of the Storm” (n. 4, testi di Len Wein) include una indimenticabile sequenza sotto la pioggia, mentre “The Case of the Curious Classic” (n. 5, testi dello stesso Toth) è un moderno mystery che inizia con un flashback nel 1937, con 8 vignette su ciascuna delle 16, serratissime tavole che la compongono. Da ricordare che Toth realizza anche alcune tavole pubblicitarie intitolate The Hot Wheels Kids, pubblicate sui quotidiani USA.

THE VANGUARD (Sal Quartuccio, 1977)
Toth ha già scritto diverse sceneggiature quando, nel 1977, mette mano al giustiziere mascherato The Vanguard. Ne realizza, purtroppo, un’unica storia in 10 tavole per Hot Stuf’. Una storia dal sapore noir, nella quale emerge il gusto retro di Toth. The Vanguard, alias Mark Forté, agisce infatti nell’America del 1936, cosicché la storia appare come un primo omaggio dell’artista al cinema e al fumetto di quell’epoca tanto problematica quanto suggestiva e piena di creatività, che Toth ha vissuto da bambino.

BRAVO FOR ADVENTURE (Warren Publishing, 1980/83)
Ex pilota della Marina USA, l’aitante Jesse Bravo dirige il Bravo Air Charter Service nei pressi di Los Angeles, alternando il trasporto commerciale alle evoluzioni aeree per film hollywoodiani. Ambientata tra il 1935 e il 1937, l’intera saga di Bravo for Adventure consta di due storie, la prima delle quali apparsa su The Rook nn. 3 e 4 (1980) per i tipi dell’editore Warren. Con essa, Toth rende un affettuoso omaggio ai propri miti – dall’attore Errol Flynn, del quale Bravo è in pratica un sosia, alla striscia aviatoria Scorchy Smith di Noel Sickles, il cui stile tutto basato sul contrasto tra luce ed ombra Toth riprende ed esalta. Avventura, amicizia e amore (Jesse ha una storia con Vivi Powell, figlia di un regista cinematografico) si intrecciano nella prima storia sullo sfondo di ardite evoluzioni aeree, mentre la seconda storia (apparsa negli USA su Voyages n. 1 nel 1983) è decisamente onirica, e include riferimenti neanche tanto impliciti al Terry and the Pirates di Caniff.

TORPEDO 1936 (Toutain, 1981)
Luca Torelli, detto Torpedo, è un killer di professione nella New York del 1936. Le sue avventure a fumetti, ispirate alle atmosfere dei romanzi hard-boiled di Hammett e dei racconti apparsi sui pulp magazines dell’epoca, sono ideate dallo spagnolo Enrique Sanchez Abuli per l’edizione iberica di Creepy, pubblicata da Josep Toutain, patron dell’agenzia Selecci

2 Commenti

1 Commento

  1. Demetrio Sorichetti

    25 Marzo 2018 a 16:44

    Molto interessante e utile questo articolo su Toth. C’è per caso qualche collezionista italiano che potrebbe avere tutto o quasi il materiale western di questo artista? Vi prego di farmelo sapere.

    • la redazione

      25 Marzo 2018 a 20:26

      Una domanda di non facile risposta. Prova a contattare direttamente l’ANAFI, forse hanno più notizie.

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