AIDS Day: Graffiti

Un messaggio di pubblica utilità dalla Archie Comics
Il fumetto è un mezzo potente che può essere utilizzato non solo per divulgare la scienza, ma anche per arrivare con messaggi fondamentali ad alcune, mirate fasce della popolazione. Una delle campagne in cui i fumetti statunitensi si impegnarono fu quella contro la diffusione dell’AIDS. Per la scrittura di una news e successivamente di un articolo (da cui sono tratti i passaggi di cui è costituito il post) mi sono imbattuto nell’articolo di Leonard Rifas, AIDS educational comics, datato 1993:
Il fumetto è un’industria, una sottocultura, un campo. Il fumetto educativo non è nulla di tutto questo. E’ flessibile, è arte popolare che è costantemente reinventata da diverse persone che lavorano in isolamento le une dalle altre. Come cartoonist educativo, sono stato al corrente per anni di questa mancanza di comunicazione. Randy Scott della Michigan, il più importante bibliotecario di fumetti, mi ha inviato una lista di fumetti sull’AIDS che sono inclusi nell’Educational Materials Database del National AIDS Information Clearinghouse. Ero stupito. A giugno del 1990 la loro lista includeva 46 titoli da quasi tre dozzine di fonti. Dopo anni di ricerche, avevo scovato solo 15 di questi titoli.1
A completare la rassegna che ha realizzato Rifas a partire dal database del NAIC c’è un articolo di Matthew McAllister, dove tornano anche i fumetti dei supereroi, su tutti quelli della Marvel con X-Men, Alpha Flight e DP-7, mentre in casa DC Comics troviamo Green Arrow, a quel tempo in mano a Mike Grell (se non ricordo male) che riprese le tematiche e le atmosfere della gestione precedente, scrita da Dennis O’Neal.
I fumetti di larga produzione e distribuzione sono stati creati con già le caratteristiche per rappresentare l’AIDS e per la loro stessa esistenza meritano considerazione come parte della diversità nei discorsi sull’AIDS. Inoltre precedenti ricerche centrate sui fumetti hanno notato due caratteristiche che rendono questo medium particolarmente opportuno per coloro che sono interessati allo studio del ruolo dei mass media nella crisi dell’AIDS. La prima caratteristica è l’uso dei fumetti come strumento educativo, la seconda è la presenza di commenti e critiche sociali presenti nei fumetti.2
Ci sarebbero da citare molti altri fumetti e potrei estrarre altro dal mio vecchio articolo su AIDS e fumetti (ma vi invito ad andarvelo a leggere integralmente: scusate l’auto-pubblicità!), ma preferisco chiuderla qui con il video AIDS: Graffiti che venne selezionato per il focus sull’animazione del Milano Film Festival del 2011. E ricordatevi: c’è un solo modo per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili (a parte l’ascetismo, of course!):
Rifas, L. (1991). AIDS Educational comics Reference Services Review, 19 (2), 81-87 DOI: 10.1108/eb049127 (pdf) ↩
McAllister, M. (1992). Comic Books and AIDS The Journal of Popular Culture, 26 (2), 1-24 DOI: 10.1111/j.0022-3840.1992.26021.x (pdf) ↩