Alberto “Bebo” Brambilla assomma in sé molte figure: storico, studioso, divulgatore e insegnante di fumetto, responsabile di ufficio stampa di case editrici, collaboratore di Fumettologica.it, distinta concorrenza” del nostro sito.
A questi ruoli professionali, dal 2022 si aggiunge quello di coordinatore di Riminicomix, il famoso festival del fumetto della riviera romagnola organizzato da Cartoon Club.
Abbiamo incontrato Alberto per parlare con lui di questa nuova esperienza e di che cosa riserverà al pubblico l’edizione di quest’anno della kermesse riminese, che si svolgerà all’interno del più ampio cartellone di Cartoon Club (11-17 luglio) dal 14 al 17 luglio 2022.
Ciao Alberto, bentornato su Lo Spazio Bianco.
Dunque, facciamo un elenco: storico, studioso e divulgatore del fumetto, insegnante, responsabile ufficio stampa. Adesso, alle tante tue “cariche” aggiungi quella di coordinatore dell’edizione 2022 di Riminicomix. Racconti ai nostri lettori come nasce questa esperienza?
Nel modo più banale che si possa immaginare, in realtà. Il precedente coordinatore ha smesso di collaborare con Cartoon Club, il festival di animazione e fumetto all’interno del quale si svolge Riminicomix, e avevano bisogno di qualcuno che ne prendesse il posto. Meglio se più giovane, per provare a rinnovare la manifestazione. È stato fatto il mio nome a Sabrina Zanetti e Paolo Guiducci, rispettivamente direttrice artistica e direttore operativo di Cartoon Club. Con Paolo ci si conosceva già bene e non è scappato all’idea di affidarmi la carica, così eccomi qui.
Sei stato fondatore e per molti anni animatore ed elemento importante dello staff del WOW, il museo del fumetto milanese: di quel tempo che cosa ti porti dietro e che cosa ti sta tornando utile in questa nuova veste di coordinatore?
Un grande vantaggio è saper fare mostre con un taglio preciso, adattandosi agli spazi e al budget, che in queste occasioni, e in realtà come WOW Spazio Fumetto, non è mai illimitato. Ad esempio, al mio primo sopralluogo al Museo della Città di Rimini mi ha subito colpito la forma particolare della Sala delle teche, suddivisa in tante salette in fila. Sono uscito di lì che avevo già deciso a che argomento dedicare ogni spazio, cosa che fa un buon quarto del lavoro di progettazione della mostra.
L’altro vantaggio è la rete di contatti, che ho accresciuto negli anni anche con la collaborazione con Fumettologica e gli altri mille lavori. Ma gli anni al WOW mi hanno permesso di farmi una reputazione con collezionisti di tutti i tipi e case editrici che si fidano di me per maneggiare i loro materiali preziosi. Inoltre so da chi andare per “trovare la roba” che serve per le singole esposizioni. Per diversi motivi, quest’anno tale aspetto si vedrà un po’ poco, ma nei prossimi anni – sempre che a Cartoon Club il mio lavoro sia piaciuto – conto di puntarci molto.
Questa del 2022 possiamo definirla la prima edizione “normale”, post pandemia, anche per Riminicomix: quali sono le novità che avete messo in campo e su quali aspetti della fiera avete lavorato per cambiare qualcosa rispetto al passato?
In realtà già nel 2021 Riminicomix si è svolta “quasi” normalmente e ha introdotto una grande novità: se una volta gli stand erano tutti sotto un’unica tensostruttura, adesso sono in gazebo posizionati all’interno di piazzale Fellini e intorno alla rotonda sul lungomare dove c’è il palco. Un grande vantaggio per il benessere di visitatori ed espositori: sotto quel tendone, quando faceva caldo, c’era da morire.
La novità principale di quest’anno è la self area, che Rimini non ha mai avuto. È un aspetto a cui tengo molto, in quanto sono tra gli organizzatori di Bricòla, festival delle autoproduzioni al WOW, che continuo a seguire anche se non lavoro più lì. Non sarà una self area immensa, una decina di banchetti in tutto, ma penso che sia un segno importante per riportare Riminicomix nel circuito dei festival del fumetto, dopo anni in cui aveva perso un po’ di autorevolezza. Obiettivo, questo, che è al centro di un paio di scelte di questa edizione e che porterò avanti nelle prossime.
Il festival ha grandissime potenzialità, ma al momento ha due anime che non si parlano, ovvero i cosplayer e gli appassionati di fumetto popolare italiano, e manca quasi completamente la rappresentanza di editori. Non ho alcuna intenzione di abbandonare questi due filoni, ma vorrei renderli più integrati nella manifestazione e al tempo stesso farne crescere un terzo, quello legato agli editori che non sono Bonelli, Astorina e Panini Disney. Non è una cosa che si può fare da un giorno all’altro. Diciamo che è un obiettivo a lungo termine, ma penso di aver già piantato dei buoni semi.
Rimini e la sua fiera del fumetto sono anche la sede del premio Franco Fossati. Riallacciandoci alla prima domanda, cioè al tuo ruolo di studioso e divulgatore del fumetto, qual è il valore di un premio alla critica e alla saggistica fumettistica oggi in Italia e in che cosa secondo te anche il Fossati potrebbe cambiare rispetto al passato? Già, nel regolamento di quest’anno, è comparso un impegno dell’organizzazione, per la prossima edizione, ad allargare il premio anche alla critica web.
Il premio Fossati è unico nel suo genere e merita di essere mantenuto, anzi, valorizzato più di quanto lo sia adesso, per spronare chi scrive di fumetti a farlo sempre meglio. Purtroppo ha delle criticità, di cui ho parlato più volte sia con Guiducci sia con Luigi Bona, che oltre che essere direttore del WOW è presidente della Fondazione Franco Fossati.
La principale è che mi sembra poco aderente allo stato attuale della critica fumettistica. Premia soltanto i libri, mentre dovrebbe guardare al web e agli articoli sulle riviste: è lì che scrivono oggi le migliori penne, e solo qualcuna passa poi a pubblicare dei long form cartacei con un editore. L’allargamento alla critica web dalla prossima edizione è un passo importante in questo senso, e farò il possibile per spingere l’organizzazione a portarlo avanti.
Un’altra cosa da risolvere è l’età media dei giurati, che è molto alta e quindi, ancora una volta, poco in linea con molto di quello che viene pubblicato. Serve sangue fresco, e spero che Cartoon Club se ne accorga.
Detto tutto questo, mi sento in dovere però di mettere le mani avanti: se potrò, spingerò per un rinnovamento in questo senso, ma non penso che potrò mai partecipare attivamente all’organizzazione del premio per ragioni di conflitto di interessi, visto che scrivo regolarmente su un sito di critica fumettistica.
Anche se vincere il premio per gli articoli sul web alla prima edizione, con una giuria da me presieduta, sarebbe un’idea allettante…
Puoi anticipare ai nostri lettori quali sono i punti forti di questa edizione e regalarci magari qualche anticipazione?
Un punto forte di Riminicomix/Cartoon Club di quest’anno sono le mostre. Ve ne racconto giusto tre, ma sono molte di più.
La principale l’abbiamo già annunciata insieme alla locandina, ed è dedicata a Diabolik ma con un taglio particolare: insieme a Davide Barzi raccontiamo le donne che hanno costruito il successo del Re del Terrore, a partire dalle sorelle Giussani, passando da Patricia Martinelli, loro braccio destro, sceneggiatrice storica ed ex direttrice editoriale di Astorina, e che sarà una delle ospiti più importanti dell’edizione, e arrivando alle diabolike Giulia Massaglia e Stefania Caretta, uniche due disegnatrici al lavoro sulla serie regolare dal 1963 a oggi. Ah, ovviamente una sala sarà dedicata a Eva Kant, imprescindibile per raccontare il successo di Diabolik. Saranno esposte in totale quasi 100 tavole originali, dal 1963 al 2022, provenienti dall’archivio di Astorina.
Un’altra mostra, che curo con il superesperto disneyano Federico Fiecconi, è dedicata ai 90 anni di Pippo. Sarà fatta esclusivamente di disegni originali di fumetto e animazione, a partire da una strip di Floyd Gottfredson del 1936 da Topolino e la casa dei fantasmi. In riproduzione soltanto le tavole del Don Pipotte di Claudio Sciarrone, perché l’autore ha il malaugurato vizio di disegnare in digitale; ma anche quelle saranno esposte in una forma mai vista.
Infine, e qui il merito è tutto della direttrice artistica di Cartoon Club Sabrina Zanetti, avremo una bellissima mostra di illustrazioni di Franco Matticchio, autore raffinatissimo che spero incontri il gusto del pubblico di Cartoon Club.
Anche per quanto riguarda gli incontri sto lavorando a un taglio un po’ diverso rispetto alle edizioni precedenti – non troppo, perché trovo corretto mantenere una certa continuità. Il momento clou sarà il sabato sera, con un doppio concerto per le due anime del festival: uno sul palco al mare, di cui temo di non poter dire ancora nulla, e l’altro nella suggestiva corte degli Agostiniani nel centro della città. Quest’ultimo sarà un “concerto disegnato” a tema Diabolik. Un’orchestra suonerà musiche legate al Re del Terrore e agli altri fumetti neri, mentre gli ospiti disegneranno dal vivo e le loro opere saranno proiettate in diretta sul palco.
Grazie infinite per il tuo tempo, Alberto, e in bocca al lupo per questa tua nuova esperienza.
Intervista realizzata via mail nel mese di giugno 2022
Alberto Brambilla
Nasce nel 1987 a Milano e, probabilmente, sarebbe diventato un professore di italiano come suo padre, se il fumetto non lo avesse risucchiato. Dopo aver collaborato per un paio di anni con la Fondazione Franco Fossati, nel 2011 è stato tra i fondatori di WOW Spazio Fumetto a Milano, gestito proprio da quella fondazione, e per otto anni ha curato la maggior parte delle mostre e degli eventi del museo. È tra gli organizzatori del festival di autoproduzioni Bricòla, che si tiene al WOW dal 2016, e dal 2022 coordinatore di Riminicomix. Scrive per Fumettologica.it, è editor e ufficio stampa di ReNoir Comics, collabora con editori come Editoriale Cosmo e Hachette, e dal 2022 tiene il modulo di autoproduzione all’interno del corso di sceneggiatura e storytelling alla Scuola Internazionale di Comics di Milano. Nel tempo libero cura le autoproduzioni a fumetti dei Ronfi insieme al loro creatore Adriano Carnevali.
Ha fatto suo il credo di Dino Buzzati:
“Colleghi e amici, quando per caso vengono a sapere che io leggo volentieri le storie di Paperino, ridono di me, quasi fossi rimbambito. Ridano pure. Personalmente sono convinto che si tratta di una delle più grandi invenzioni narrative dei tempi moderni.”