Una seconda grande età di cambiamento
La metà degli anni ’60 furono il periodo più buio e nero per Osamu Tezuka, che incappò nella prima vera e propria difficoltà nel suo cammino da fumettista, affrontando gli editori che lo snobbavano in quanto troppo “diverso” da quanto il mercato richiedeva ai tempi.
Osamu era oramai un maestro affermato nel mondo del manga, ma il mercato iniziava a ritenerlo superato, vecchio, un ostacolo che non lasciava spazio a nuovi autori, fra cui alcuni forgiati da lui stesso.
Tezuka, inoltre, si guadagnò una decina di debitori, dovuti allo scarso lavoro per il fallimento di COM, la sua casa editrice di manga alternativo nata in contrapposizione a Garo, ma anche ai costi esorbitanti delle produzioni animate, che considerava come le proprie “amanti” e a cui forse non sarebbe mai riuscito a far fronte.
Inizia dunque un periodo oscuro per l’autore, che si riflette sulla sua produzione incentrata ora sul noir, in controtendenza con opere che fino a quel momento avevano scolpito le tavole delle leggi dei “generi” a lui più cari, che avevano caratterizzato la sua poetica: shonen e shojo.
In quel periodo ha inoltre inizio la definitiva stesura de La fenice, ma quella serietà e maturità di contenuti che il gekiga aveva ormai acquisito non sembrava ancora far parte del suo mondo. Nascono così fra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ‘70 titoli come Alabaster, Apollo no Uta, Bomba (mai arrivato in occidente), MW, Kirihito, Sul fondo del cielo, ma soprattutto Vampires.
Rokku, l’uomo e il nero dell’ombra
Vampires costituisce un’enorme rivoluzione per uno storico personaggio dell’autore: Rock.
Sappiamo infatti che Tezuka era solito far recitare i suoi personaggi come fossero degli attori, riutilizzandoli per ruoli differenti in varie opere (il cosiddetto “star system”).
Rock fino a quel momento era conosciuto come personaggio positivo, buono, che investigava e lottava contro il crimine, e fu utilizzato in varie opere fra cui Detective Boy Rock Holmes e soprattutto Next World, in cui subì vari eventi traumatici che diedero l’avvio al suo successivo declino morale.
In Vampires Rock Holmes (nome “parlante” utilizzato per denotare i toni investigativi della serie di cui era protagonista, con evidente rimando all’opera di Arthur Conan Doyle), diventa Rokuro Makube.
Rokuro da “Rokku” (trasposizione di Rock in giapponese) e “Kuro” che significa nero (a indicare un carattere oscuro), e Makube, che è la storpiatura giapponese di Macbeth, personaggio ben più drammatico di un semplice detective.
Rock assume finalmente un’identità definitiva che condiziona anche la sua presenza e apparizione come “maschera” in Alabaster, in cui ricopre un ruolo di fondamentale importanza.
Nessuna bellezza può esistere in un cuore corrotto
Alabaster è una storia di vendetta verso il prossimo, ma soprattutto verso se stessi.
Il racconto inizia con James, il protagonista, uno sportivo molto famoso che vive ai vertici della società, godendosi il successo e il lusso della bella vita.
James, ha un unico “difetto” oltre ai suoi innumerevoli pregi: è nero.
Questa “condizione” che gli suscita la denigrazione da parte di molti, è la base di tutto il racconto; una storia di vendetta che porta l’eroe dalla coscienza candida, pulita e trasparente, a diventare schiavo della propria ira, ad essere incarcerato e iniziare a riflettere su ciò che è diventato: un uomo mostruoso.
James non riesce più ad accettare il proprio volto, la propria parte esteriore, che è anche causa di tutto il male ricevuto, giurando vendetta verso il mondo intero che lo aveva maltrattato.
In prigione incontra però un uomo anziano, un inventore che ha creato un raggio in grado di rendere invisibile il corpo di una persona (o la propria coscienza?).
Una volta scarcerato, il protagonista usa questo raggio su di sé per cancellare finalmente il proprio corpo, ma qualcosa va storto e le sue vene e capillari, deformate a causa del dolore atroce che il raggio provoca, rimangono visibili.
Dall’uomo mostruoso che era diviene infine un vero e proprio mostro: è la nascita di un nuovo essere per mano artificiale, tematica cara a Tezuka derivata dalla sua passione per il Frankenstein di Mary Shelley, che è sempre presente nelle sue opere, seppur con concezioni differenti. Prima di Alabaster si possono infatti citare ad esempio Michi di Metropolis e ovviamente il robot Atom di Tetsuwan Atom.
La vendetta non basta però al neonato Alabaster, l’antagonista della bellezza, che fonda una banda di delinquenti, costituendo un pericolo talmente grave da necessitare l’intervento del Governo e dell’agente speciale più determinato a disposizione: Rock Holmes.
Rock fa dunque la sua comparsa da personaggio vero e proprio, come antitesi della persona di Tezuka stesso. Se in Vampires era privo di scrupoli e irrefrenabile, in Alabaster raggiunge la massima espressione della propria negatività: un narcisista perennemente ubriaco e desideroso di sé.
Rock è uno dei personaggi più complessi che Tezuka utilizza per cercare di esprimere l’ambiguità dell’animo umano, diviso fra un eroe bianco e candido ma, anche e soprattutto, con una macchia di un nero pece indelebile che non può non esistere in nessuno di noi.
L’autore rappresenta questo dissidio metaforizzandolo nella promiscuità sessuale e corporale dello stesso Rokuro, che nell’opera è in grado di essere sia una figura virile e imponente, sia di travestirsi e recitare alla perfezione il ruolo di una donna per raggiungere i suoi obiettivi ad ogni costo.
Un personaggio simile compare peraltro in MW sotto l’aspetto e il nome di Yuki. Questo personaggio possiede le stesse caratteristiche di Rock, che fu quindi rimpiazzato da Tezuka in MW a causa forse di una repulsione sviluppata nei confronti di questa sua creatura.
Tezuka infatti odiò profondamente Alabaster e i suoi protagonisti, non riuscendo mai a guardare di nuovo le tavole che lui stesso aveva disegnato, ribellandosi ogniqualvolta un editore gli proponeva di ristamparla.
Dal lato artistico il Maestro non si distanzia sostanzialmente dalla sua produzione classica, con un tratto cartoonesco e morbido, molto pulito e pieno di trovate nella composizione delle tavole, la cui costruzione è evidente fonte di ispirazione per il suo allievo principale, Shotaro Ishinomori, in particolare nella sua opera più intima e personale: Fantasy World Jun.
Alabaster dunque, pur non essendo un capolavoro narrativo, è un’icona indelebile nella produzione di Tezuka, come testimonianza vivida e sincera di un uomo che viveva di e nel proprio fumetto, proiettando tutta la propria intimità e i cambiamenti della sua vita nelle opere alle quali si dedicava, rendendole dei lumi esemplari per ripercorrere anche la sua biografia.
Abbiamo parlato di:
Alabaster
Osamu Tezuka
Traduzione di F. Bertello
Hazard Edizioni, maggio 2018
Vol. 1: 288 pagine, brossurato, bianco e nero – 12,00 €
ISBN: 9788875021375
Vol. 2: 221 pagine, brossurato, bianco e nero – 12,00 €
ISBN: 9788875021382