Al sole come i gatti: la solita, insolita guida turistica

Al sole come i gatti: la solita, insolita guida turistica

La vita documentata di una Roma che non ti aspetti nel fumetto di Marta Baroni, “Al sole come i gatti”, edito da Bao.

Screenshot_2016-05-25-12-31-51Curiosando tra gli scaffali delle grandi librerie, vi è sicuramente capitato di imbattervi nel settore delle guide turistiche e qui, tra i vari classici del genere, vi siete magari soffermati a sfogliare una insolita guida di “…” (segue nome di una città).
Di norma quel che offrono queste pubblicazioni sono scorci poco noti, luoghi raramente frequentati dal turista, più utile a chi rincorre l’idea di viaggio a quella di gitante.

Ma come ogni guida turistica, quel che manca a questi cataloghi sono gli entusiasmi delle storie, sentimenti che peraltro non si prefiggono di trasmettere, se non quello sempre utile della curiosità o al massimo dell’indicare quella scoperta in più rispetto al già noto.

Le città viste dall’alto è la collana di storie che non potrebbero succedere altrove, ma potrebbero succedere a te”. Così recita lo slogan della Bao Publishing attraverso il blog dedicato ove spiega gli intenti della collana in cui gli autori coinvolti possono misurarsi col raccontare di luoghi che gli stanno a cuore, sia immaginari che reali.
Il nome, almeno per assonanza, non può non richiamare alla memoria Le città invisibili di Italo Calvino, schedario di visioni di città impossibili.

E città impossibile è quella che viene raccontata in questo Al sole come i gatti di Marta Baroni, designer e illustratrice, in cui si parla di Roma; la solita Roma insolita.

Screenshot_2016-04-20-12-02-30A fare la differenza con le classiche guide turistiche in questo caso è la presenza di una protagonista, alter ego dell’autrice, che ci racconta – complice un trasferimento a Bologna e l’incontro con un ragazzo in treno – della sua Roma e, con estrema leggerezza, del suo vissuto.
Una Roma fatta di luoghi intimi, del cuore, della memoria che tuttavia non riescono a fare del tutto presa sul lettore.
Seguendo un ideale percorso che va dall’infanzia all’età adulta, veniamo condotti attraverso la Roma che il visitatore occasionale non ha la possibilità di conoscere, fatta di quartieri alternativi – come la Garbatella, città giardino resa famosa negli ultimi anni da numerose produzioni televisive e cinematografiche nonché quartiere preferito da Nanni Moretti – e vicissitudini appena accennate comuni quasi a tutti i romani.

Al sole come i gatti parte bene, presentandosi con una spinta narrativa ideale – quel viaggio in treno che richiamerebbe ricordi ed emozioni nostalgici – per poi scivolare in una semplice elencazione di luoghi e situazioni differenti.

Ma è un libro che non racconta, che non ha una storia. Ci sono disegni e parole che non approdano a una narrazione vera.
La struttura di un racconto è grossomodo composta da tre mattoni: un inizio ove si viene a contatto con i personaggi e gli ambienti, una parte centrale con lo sviluppo della trama e un finale, approdo ultimo delle situazioni lette.
Qui ci sono un inizio, una lista di luoghi e situazioni, un finale.

Screenshot_2016-05-25-12-33-41Insomma una storia non c’è e per questo ci si ritrova a chiedersi che tipo di prodotto abbiamo tra le mani. Di sicuro più assimilabile a un inventario – non a un diario – dei ricordi personali dell’autrice che a un’ opera narrativa. Una serie di flash e di memento che non appartengono a nessun’ altro se non all’autrice stessa o a quelli che – come lo scrivente – quei luoghi li vivono e li abitano tutt’ora.

Lo stesso accade per i disegni i quali – abbracciati da accattivanti tricromie – non riescono a esprimere del tutto quel che c’era – se c’era – da dire e raccontare.
Alle volte troppo semplici o eccessivamente sintetici in alcune situazioni, risultando persino infantili. È l’autrice stessa a definirli disegnetti, e in effetti la loro semplicità è tale da risultare alle volte disarmante.

Diverge il discorso quando a parlare attraverso le immagini sono le illustrazioni a pagina intera o prive di una gabbia che la Baroni riesce a costruire con una capacità comunicativa che risulta sì spoglia ma proprio per questo molto più efficace.

Disegnetti che tuttavia non guastano l’economia di questo tipo di lettura che alla fine risulta comunque piacevole soprattutto per via dei luoghi che – di nuovo – chi li vive non può non riconoscere.

A fine volume ci si chiede a chi si volesse rivolgere l’autrice: voleva omaggiare la Città eterna o raccontare di sé e di come la sua vita sia indissolubilmente legata a quella della capitale?
Oppure voleva richiamare l’attenzione sulla città invisibile – tutte le città invisibili – che ogni metropoli accoglie?

Abbiamo parlato di:
Al sole come i gatti
Marta Baroni
Bao Publishing, 2015
152 pagine, brossurato, tricromia – 15,00€
ISBN: 978-8865433027

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