“Penso che Al Capp sia probabilmente il più importante scrittore del mondo del momento. Al Capp non è riuscito soltanto a criticare, ma anche a far accettare la sua critica e a divertire con essa. Soltanto Cervantes e Rabelais avevano ottenuto questo risultato prima di lui.”
(John Steinbeck, proponendo Al Capp nella rosa dei candidati per il Premio Nobel)
Se lo dice uno come John Steinbeck, autore di romanzi immortali come Furore e La valle dell’Eden, allora non v’è alcun dubbio sul talento e il genio di Al Capp. Autore americano tra i più noti e amati, Capp fu in grado di realizzare un incredibile fumetto satirico e, per farlo, creò uno dei personaggi più belli e importanti della storia dei comics: Li’l Abner, perfetto esempio del buon americano, ingenuo, buono, rozzo e ignorante ma con un grande cuore. Vive nell’immaginaria contea di Dogpatch, un microcosmo al limite del surreale che Capp concepisce come una metafora della società americana. Abner vive con i suoi genitori, due individui brutti e rozzi di cui la madre, Ma’ Yokum, predomina sui tutti come un vero capo famiglia soggiogando il povero papà Yokum che riversa tutto sul cibo. Ha un fratello, Tony Yokum, bello piazzato come lui, e una fidanzata bellissima, Daisy Mae, che dopo quasi vent’anni diverrà sua moglie. Questa strip è piena di personaggi al limite del grottesco, come il Generale Bullmose, un imprenditore che spesso incrocia la strada di Li’l Abner o Phogbound, un senatore corrotto o ancora Fearles Fosdick, protagonista di un fumetto letto da tutta la contea di Dogpatch. Insomma, nella strip di AL Capp assistiamo all’altro volto dell’”American Dream”, dove viene raccontato, in chiave grottesca, il profondo sud statunitense, desolato, povero e analfabeta. Ma tutto ciò non importa, perché in quel posto i valori sono altri, soprattutto quelli della famiglia che riesce sempre a far fronte a tutti i tipi di avversità.
Al Capp descriveva il costume e la società americana con uno spirito indipendente; ciò gli valse grandi il plauso di molti nomi illustri, tra cui Steinbeck appunto, ma anche numerose critiche sia dalla destra che dalla sinistra. Ma Capp è sempre andato avanti per la sua strada, e nonostante raccontasse ironicamente la società americana, allo stesso tempo faceva emergere nelle avventure di Li’l Abner un grande senso di nazionalismo e fiducia nel paese. Non dimentichiamoci che la strip nasce nel 1934 in pieno “New Deal”, durante la presidenza Roosvelt, dove i valori americani e la fiducia in se stessi rappresentavano lo spirito del paese dopo la grande depressione.
Un discorso a parte merita anche il particolare linguaggio usato da Capp: tutti i personaggi della contea di Dogpatch si esprimono con un linguaggio sgrammaticato e giochi di parole che rendono i dialoghi per molti versi intraducibili nel nostro paese. Nel caso della lunga avventura contenuta nel volume consigliato, La ricerca della bella fiola, Abner si innamora di un ginocchio di una ragazza intravisto in una delle avventure del detective Fearless Fosdick (una specie di parodia di Dick Tracy): il bello e ingenuo giovanotto intraprende un viaggio per cercale questa “fiola”. E in questa lunga avventura, quasi una sorta di romanzo se vogliamo, il lettore potrà notare tutte quelle particolarità prima citate. Siamo nel 1950, Capp aveva quarant’anni, la strip di Li’l Abner 15 e le esigenze del suo autore incominciavano a cambiare: è un periodo di grande re-invenzione per lui , l’ispirazione è costante e i limiti imposti dalla striscia quotidiana iniziano a stargli stretti; per questo Al Capp riesce a concentrare un’unica storia in centinaia di strisce senza che il ritmo ceda mai e continuando quella ricerca di linguaggio che ha da sempre contraddistinto le avventure di Li’l Abner.
Come ha giustamente scritto Ranieri Carano: “Li’l Abner ha un disegno identificabile a metri di distanza, un esercito di personaggi tutti “differenti” e a modo loro scavatissimi nel tempo, ha un’invenzione linguistica travolgente e aggiornata di continuo per decenni, ha un’attualità politica e di costume sullo sfondo, o un primo piano, sempre in movimento…”
Ha ragione da vendere il grande critico e storico del fumetto: la strip di Al Capp è tutto questo e molto di più. Pochi autori nella storia del comics hanno saputo fare quello che ha fatto Capp, con una grande personalità artistica e narrativa amata da intere generazioni di americani.
Al Capp per molti versi rappresenta l’epoca del grande fumetto americano.
Curiosità
Al Capp era lo pseudonimo di Alfred Gerad Caplin, nato nel Connecticut nel 1909. All’età di nove anni fu colpito da un incidente stradale che gli costò l’amputazione della gamba sinistra sotto il ginocchio. Questo episodio fu da sprono a Capp durante la seconda guerra mondiale, dove visitò ospedali parlando ai reduci mutilati e portando il suo esempio del fatto che essere mutilati non volesse significare la fine della propria felicità e creatività.
Fu durante la convalescenza che decise di fare il cartoonist. Nel mondo dei comics entrò con l’aiuto di Ham Fisher, creatore del personaggio Joe Palooka; anni più tardi, tra Capp e Fisher nacque una vera e propria faida che si concluse a favore di Al Capp e con la triste morte per suicidio di Fisher.
Al Capp ha un fratello sceneggiatore, Elliot Caplin, co-creatore di alcuni personaggi come Big Ben Bolt e The heart of Juliet Jones disegnato splendidamente da Stan Drake.
Di Li’l Abner, la RKO fece un adattamento cinematografico in cui partecipò anche Buster Keaton. Nel 1956 venne realizzato un famoso musical a Broadway da cui il regista Melvin Frank trasse un film.
Ai tempi della strip, Capp deteneva il primato di aver creato “il fumetto nel fumetto”. Infatti Li’l Abner è un accanito lettore delle avventure del detective Fearless Fosdick, un detective imbranato che cerca di evitare il licenziamento cercando di risolvere assurdi casi polizieschi.
Tra i collaboratori che aiutavano Al Capp nella realizzazione di Li’l Abner, anche il grande illustratore Frank Frazetta.
Edizione consigliata
Realizzata nel 1974, fa parte della serie di volumi cartonati con sovracopertina, I nostri immortali, che la Milano Libri realizzo negli anni ‘70. Il volume a distanza di anni ha ovviamente una grafica datata ma rappresenta l’alternativa migliore se si desidera avere l’opera di Al Capp nella propria fumettoteca. Splendida introduzione del grande Ranieri Carano.
Altre edizioni
C’è da dire che sia la casa editrice Comic Art che l’associazione amatoriale Club anni ‘30 hanno pubblicato le strip di Li’l Abner in albi formato bandiera tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80, reperibili online oppure nelle fiere del fumetto. Sempre la Milano Libri, nel 1966 realizzò un piccolo volumetto cartonato, Li’l Abner il cittadino Yukon.