Adriano Olivetti un secolo avanti: breve intervista a Marco Peroni

Adriano Olivetti un secolo avanti: breve intervista a Marco Peroni

"Adriano Olivetti un secolo avanti" di Marco Peroni e Riccardo Cecchetti, edizioni Becco Giallo: un volume dedicato alla figura di Adriano Olivetti, industriale illuminato, famoso per aver saputo conciliare innovazione tecnologica e cultura.

La Casa Editrice BeccoGiallo in occasione del Festival BilBolBul edizione 2012, ha presentato il volume Adriano Olivetti un secolo avanti di Marco Peroni e Riccardo Cecchetti.

Marco Peroni, nato a Ivrea nel 1972, ha pubblicato diversi libri sul rapporto fra storia e canzone. Ha fondato con i musicisti Mario Congiu e Mao la compagnia Le Voci Del Tempo, di cui è autore e voce narrante. Ha sceneggiato Gigi Meroni, il ribelle granata (BeccoGiallo, 2010).
Riccardo Cecchetti, nato a Macerata nel 1967, ha collaborato con Frigidaire, Il Caffè Illustrato, Selen, Il Messaggero.Ha disegnato Gigi Meroni, il ribelle granata (BeccoGiallo, 2010).

Un volume dedicato alla figura di Adriano Olivetti, industriale illuminato, famoso per aver saputo conciliare innovazione tecnologica e cultura. Nessuno come lui ha curato tutti gli aspetti della produzione, dalla progettazione in fabbrica fino alluscita del prodotto finale dal negozio. Commissionò la realizzazione dei suoi negozi ad architetti quali Carlo Scarpa (il negozio Olivetti piazza San Marco a Venezia, 1957) BBPR (showroom in 584 Fifth Avenue a New York, 1954), mentre i suoi calcolatori e macchine da scrivere li affidò a designer tra cui Ettore Sottsass jr. (scocca Valentina, 1969 e Elea calcolatore elettronico, il primo prodotto in Italia e vincitore del Compasso Doro nel 1959), Mario Bellini (calcolatrice portatile Divisumma 18 e calcolatrice elettrica Logos 50/60 entrambe del 1973). Era in sostanza un industriale attento alla modernità che credeva ed investiva nella creatività italiana, fiducia che ha permesso nel tempo di elevarlo a modello ideale.

Marco Peroni ha curato la sceneggiatura del volume e gentilmente ha risposto ad alcune domande in merito alla sua realizzazione.

Da dove è nata lidea di dedicare un volume ad Adriano Olivetti? È un personaggio noto, ma inusuale per il fumetto, a che pubblico è destinato?
Sono nato e vivo a Ivrea, dove la storia dell’azienda Olivetti è presente a ogni passo. Tuttavia, mi sono appassionato alla figura di Adriano Olivetti per altre strade: sono sempre stato attirato da chi, nel corso del Novecento, ha provato a immaginare o costruire una terza via alternativa al socialismo e al capitalismo. È come se, a un certo punto, fossi stato pronto per recepire tutta la sensualità delle idee di Olivetti, la loro praticabilità, la loro capacità di parlare al futuro con un’efficacia sempre maggiore. La crisi lo ripropone in tutta la sua luminosità. Che lo si sappia o meno, molte delle tensioni innovative che ci circondano hanno nella storia olivettiana un clamoroso precedente: che si parli di innovazione tecnologica, economia della conoscenza, smart cities, riorganizzazione del territorio, armonizzazione fra produzione industriale e agricola. Olivetti può essere un faro e un modello positivo da emulare. Oggi dei ragazzi che aprono una cooperativa intendono promuovere certi tipi di valori ma anche intraprendere, crescere economicamente, generare opportunità lavorative. Devono coniugare profitto e solidarietà. Non possono fare riferimento a un sistema di modelli culturali in cui si trovano Marchionne da una parte e Che Guevara dall’altra. Il sistema di modelli di riferimento dei ragazzi è stato depredato di ogni complessità. Olivetti ha creato sintesi di cui oggi non possiamo fare a meno, salvo accontentarsi di vivacchiare. Profitto e solidarietà, impresa e cultura, produzione e bellezza possono e devono stare benissimo insieme. Lui ci dice questo. Se le separiamo una dall’altra, le mettiamo una contro l’altra, si impoveriscono e muoiono.

La storia si svolge tra passato e futuro, come mai questa scelta?
Olivetti viene buono per il futuro. Nel fumetto ci siamo divertiti a immaginare un 2061 in cui molte sue idee si saranno affermate. La sua esperienza porta luce, non è solo memoria. Lui fece della sue comunità, Ivrea e il Canavese, un esperimento pilota. Una vera e propria insolenza a due passi da Torino e dalla Fiat. Olivetti è stato schiacciato fra due grandi blocchi economici, politici, di pensiero. La Guerra Fredda l’ha sconfitto. La sua solitudine si deve al fatto che dimostrava a entrambi i sistemi la loro superabilità. Oggi la loro superabilità è sotto gli occhi di tutti, è un fatto storico e lui ritorna attuale.

Non è la prima volta che lavora insieme a Riccardo Cecchetti, cosa pensa delle sue tavole?
Sarò brevissimo. Lo considero un’artista che ha sempre il piede sull’acceleratore. Quando guardo i suoi lavori ci trovo dentro sempre movimento, tensione, intuizione. Prima di ogni ragione tecnica, è questo che mi fa venire voglia di lavorare con lui. Disegna con urgenza. Non è mai “carino”, è aggrappato a ognuna delle sue tavole come se fosse l’ultima. Non è furbo, si mette al servizio della storia. Non strizza l’occhio al lettore. Per me è una cosa molto importante.

Adriano Olivetti era un industriale illuminato e innovativo, crede che in Italia esistano personalità di questo genere?
Esistono numerose realtà e figure interessanti. L’impresa di Brunello Cucinelli1, per fare solo un esempio. In ogni caso in Italia l’innovazione e l’anticonformismo sono detestati, il sistema tende a penalizzare gli spiriti liberi. Olivetti era sintesi, non compromesso. La nostra identità profonda è più compromesso che sintesi. Ma niente è per sempre, dobbiamo cambiare e possiamo farlo. Sarà doloroso e divertente.

Durante la fase di documentazione e studio cosa lha colpita sulla vita di Adriano Olivetti?
Mi hanno colpito le sue idee. La sua vita non l’ho volutamente approfondita per non scadere nella biografia. Certo, da ereditare c’è la sua dedizione e il suo scarsissimo attaccamento al profitto individuale. Quando morì era proprietario della sua casa e basta. Tutto era stato investito per la promozione sociale, per gli altri.

Da alcuni anni hanno riaperto dopo anni di oblio, il negozio Olivetti progettato da Carlo Scarpa, in piazza San Marco a Venezia l’ha visitato?
Lo farò al più presto. A fine aprile sarò ospite a Mestre dell’Associazione Controvento proprio per parlare di Olivetti.

Abbiamo parlato di:
Adriano Olivetti, un secolo troppo presto
Marco Peroni, Riccardo Cecchetti
Becco Giallo, 2011
160 pagine, cartonato, colori – 19,00€
ISBN:8897555012

Riferimenti casa editrice:
www.beccogiallo.net
www.beccogiallo.org/shop/edizioni-beccogiallo/63-adriano-olivetti-un-secolo-troppo-presto.html

Riferimenti autori e soggetto:
www.youtube.com/watch?v=dmC_nwmCDK8
www.youtube.com/watch?v=BFbpjsYXi2w
www.fondazioneadrianolivetti.it


  1. Brunello Cucinelli, titolare dell’azienda tessile specializzata nel cachemire colorato, ha il suo impero nel borgo medievale di Solomeo, in provincia di Perugia, dove nel 1985 ha fondato l’azienda che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Questa azienda è stata organizzata da Cucinelli  secondo un concetto umanistico dell’imprenditoria con una particolare attenzione al valore dei suoi dipendenti e alle opere culturali legate al borgo in cui è situata l’azienda. 

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