di AA VV
Panini Comics, set. 2007 – 80 pagg. col. spil. – 3,30euro
Nella storia di apertura dei Nuovi Vendicatori di Civil War in pratica non si parla. Ma è molto interessante lo stesso: a parte l’ingarbugliata continuity degli avvenimenti (che lasciamo districare agli estimatori della stessa) assistiamo a due importanti ritorni in scena, già suggeriti, quasi evocati, in alcuni dei passati numeri. Chi segue le news sul web oppure le serie Marvel in lingua originale sa già di chi parliamo, chi ancora non lo sa non avrà il gusto della scoperta rovinato da me. Molto bravo Bendis a delineare le emozioni e i sentimenti dei personaggi: come sceneggiatore lo apprezzo sempre, ma devo dire che quando lascia spazio maggiore all’approfondimento psicologico a sfavore del ritmo (che pure è abilissimo ad orchestrare) lo preferisco. E usa la continuity per quello che è: uno strumento che i narratori devono plasmare, senza farsi (nei limiti del possibile) vincolare da essa. Splendidi i disegni di Alex Maleev, che ha raccolto la lezione del miglior Bill Sienkiewicz, con un tratto decisamente europeo e “sui generis”per gli standard USA. Non delude nemmeno il Capitan America di Ed Brubaker e Mike Perkins: l’apprezzato scrittore americano si mette nella testa del supereroe forse più difficile da amare e comprendere per noi europei e ci spiega un po’ delle sue intime motivazioni – tra una scazzottata con l’HYDRA e una fuga rocambolesca dai cacciamaschere di Stark – per le scelte che ha operato durante la guerra civile superumana. Perkins è – da qualche numero – un degno sostituto di Steve Epting, di cui riprende l’atmosfera oscura e notturna adottata per questo ciclo di storie del Vendicatore a stelle e strisce. In chiusura Ms. Marvel, su testi di Brian Reed, alle prese con il suo doppelganger ha purtroppo una triste rilevanza: non per i contenuti in sé (non eccelsi) ma per essere una delle ultime storie che leggeremo del grande Mike Wieringo, prematuramente scomparso poche settimane fa. I suoi disegni da soli danno significato a una storia poco incisiva, seppur non spiacevole. (Paolo Garrone)

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